lunedì 19 settembre 2016

Jojo Moyes, “Io prima di te” ed. 2013

                             Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
           love story
           il libro ritrovato


Jojo Moyes, “Io prima di te”
Ed. Mondadori, trad. Maria Carla Dallavalle, pagg. 390, Euro 14,90
Titolo originale: Me Before You

      “Non pensi che, in un certo senso, sia più difficile per te…adattarti? Voglio dire, proprio perché hai fatto tutte quelle cose?”
     “Mi stai semplicemente chiedendo se vorrei non averle mai fatte?”
    “Mi sto semplicemente chiedendo se sarebbe più facile per te se tu avessi vissuto una vita tranquilla. Vivere così, intendo.”
   “Non rimpiangerò mai e poi mai quello che ho fatto. Perché se sei inchiodato su una di queste, l’unica cosa che puoi fare è ripercorrere i luoghi della tua memoria.” Sorrise. Era un sorriso tirato, come se gli costasse fatica. “Perciò, se mi stai chiedendo se preferirei  ricordare la veduta del castello dal minimarket o quella bella fila di negozi nei pressi della rotonda, allora no. La mia vita era perfetta com’era, grazie.”

          La trama in meno di dieci parole: ventiseienne disoccupata accetta lavoro come assistente di trentacinquenne tetraplegico. Quello che succederà ci sembra prevedibile. La copertina, con una figuretta che assomiglia alla ‘vispa Teresa’ che insegue un uccellino invece delle farfalle, non promette granché. Chi, come me, è allergico ai romanzi sentimentali e pensa che l’industria dei Kleenex sponsorizzi le storie strappalacrime, non prenderebbe mai in mano un libro come “Io prima di te” se sotto il titolo non campeggiasse il nome dell’autrice Jojo Moyes. Può deluderci con una banalità Jojo Moyes che ci ha incantato con “L’ultima lettera d’amore”?  Infatti Jojo Moyes non ci delude.
     Nel 2007 Will Traynor è socio di una ditta con gli uffici nella City di Londra, la sua ragazza sembra uscita da una rivista di moda, ama le vacanze di azione- bungee jumping, scalate, rafting. E’ un uomo che ha veramente tutto- intelligenza, prestanza fisica, denaro. E’ un vincente.

Nel 2009, quando sua madre assume Louisa Clark perché gli faccia da assistente (da ‘bambinaia’, dice lui brutalmente), quel Will Traynor non esiste più. E’ una delle tante beffe del destino che Will Traynor sia rimasto vittima di un incidente cittadino piuttosto che di una delle sfide rischiose che lanciava a se stesso praticando sport pericolosi. Investito da una moto, è stato in punto di morte. Ora è su una sedia a rotelle, vive nella dépendance ristrutturata per lui accanto alla dimora dei genitori in un piccolo centro che ha solo un antico castello come punto di interesse. Il futuro non porterà alcun cambiamento alle sue condizioni fisiche, ci potrà essere solo un peggioramento- un infermiere si prende cura di lui a tempo pieno.

Ed ecco che Louisa Clark irrompe nella sua vita. Louisa rappresenta l’esatto opposto di Will, o meglio di quello che un tempo era Will. Louisa non si è mai allontanata dall’ombra del castello di Stortfold, esce da sette anni con lo stesso ragazzo che si interessa solo di sport, non ha ambizioni, non ha studiato, faceva la cameriera, è felice della vita che ha. Proprio per questo la madre di Will l’ha assunta. Non perché sia una sorta di sciocca e ingenua Pollyanna che tinge il mondo di rosa, ma perché è vitale, spontanea, anticonformista e bizzarra nel vestirsi, non si lascia intimidire da chi ha il potere dei soldi. E, se l’incarico è irto di difficoltà, durerà però per un tempo limitato: sei mesi. Louisa non si chiede il perché di questa scadenza. Quando lo viene a scoprire per caso, ne sarà tanto sconvolta da dimettersi. Il bisogno disperato del suo contributo economico da parte della famiglia e la supplica della madre di Will la faranno restare. Impiegherà tutta la sua inventiva per illuminare la vita di Will.

      C’è molto di prevedibile e moltissimo che non è affatto prevedibile nel romanzo di Jojo Moyes. E poi c’è la sua maniera briosa di raccontare anche quello che è prevedibile che rende il suo libro una lettura da cui è difficile staccarsi.
Il lento crescere di affiatamento e intimità tra Will e Louisa è scontato, però la vivacità della voce narrante di Lou, lo scambio di battute tra i due- dapprima molto sarcastico lui, poi più accomodante senza perdere la durezza, niente affatto remissiva lei che trova il tono giusto per tenergli testa facendolo perfino divertire-, il mescolare gli incontri di Lou con il fidanzato e i piccoli affanni quotidiani della famiglia Clark con la nuova vita di Lou che si apre su nuove esperienze (anche solo vedere con Will un film sottotitolato oppure ascoltare un pezzo di musica classica), fanno sì che la love story non scivoli mai nel patetico e nello stucchevole.

E’ il modo in cui Jojo Moyes è capace di dare profondità alla storia di Will e Louisa che sovverte le regole della probabilità, oltre al finale del romanzo. Confesso: ho avuto la tentazione di andare a leggere le ultime pagine per alleviare curiosità e tensione. Non l’ho fatto e state certi che non dirò una parola di troppo. Ma, leggendo, siamo forzati a riflettere sul significato del titolo- chi era Lou prima di incontrare Will? e Will, prima di conoscere Lou?-, su quanto si possa cambiare e non tanto, gratuitamente, per amore o per far piacere a chi ci ama, ma per la forza trascinante dell’amore che svela possibilità diverse di guardare il mondo. Ci obbliga anche a domandarci quale sia la frontiera tra amore ed egoismo, se l’amore ci dia il diritto di possedere una persona, di prendere decisioni al suo posto. O se piuttosto non significhi rendere libera la persona amata mettendola in grado di compiere delle scelte e portarle a termine, restando sempre al suo fianco anche se ci si spezza il cuore.
      “Io prima di te” può certamente essere snobbato come un romanzo sdolcinato scritto da una donna per delle donne. E’ vero che non lo regalerei ad un uomo. E però, che bella lettura intensa, con personaggi che non si dimenticano.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it




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