lunedì 5 settembre 2016

Faye Kellerman, “Sacro e profano” ed. 2011

                                  Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
            Diaspora ebraica
            cento sfumature di giallo
            il libro ritrovato


Faye Kellerman, “Sacro e profano”
Ed. Cooper, trad. Piero Alessandro Corsini, pagg. 412, Euro 18,00

Titolo originale: Sacred and Profane

   “Non era questione di fidarsi o no. Non te l’ho detto perché volevo capire che cosa significasse essere ebrei come te, e decidere se accettarlo o no. E sai una cosa, Rina? Io non lo accetto! Non accetto tutte le vostre usanze assurde, le vostre leggi emanate da rabbini arroccati nelle loro torri d’avorio, che non hanno mai dovuto affrontare la merda della vita quotidiana.”

   Los Angeles. Jewtown, ovvero il quartiere ebraico. Il poliziotto Peter Decker, capelli rossi e carnagione chiara e lentigginosa che rivelano l’origine irlandese. La donna di cui è innamorato, Rina Lazarus, giovane vedova con due figli, ebrea ortodossa. Questa l’ambientazione, questi i personaggi di “Sacro e profano”, secondo thriller della serie della scrittrice americana Faye Kellerman pubblicata dalla casa editrice Cooper- preparatevi a leggere un romanzo diverso, che stuzzicherà la curiosità dei lettori, li farà indignare per l’animalesca malvagità portata alla luce da Decker e, nello stesso tempo, li commuoverà con una storia d’amore insolita per i tempi in cui viviamo e li spingerà a porsi le stesse domande di Peter Decker, sull’essenza della religione e della spiritualità.
     Durante una gita con Decker, Sammy, il maggiore dei figli di Rina, trova due scheletri carbonizzati. E’ una scoperta sconvolgente per i due bambini.
Lo è anche per Peter Decker, poliziotto molto umano che già anticipa il dolore delle famiglie delle vittime di cui l’identificazione sarà lunga e difficile. Grazie alle impronte dei denti e alle denunce di persone scomparse, si deduce che gli scheletri appartengono a due donne, di età ed estrazione sociale molto differente. Lindsey Bates aveva sedici anni, era la figlia che tutti avrebbero voluto avere, una ragazzina dolcissima con un fidanzatino che però la famiglia non approvava. Era uscita per andare al centro commerciale, non era più tornata. L’altra ragazza era di qualche anno più vecchia, aveva dei denti da vampiro, probabilmente portava un apparecchio acustico- presentava un quadro da sifilitica congenita. E aveva un soprannome: la Contessa. Che cosa mai poteva aver avvicinato due persone così dissimili?
Non ci vuole neppure troppa immaginazione per immaginare un quadro in cui il sesso- distorto, malato, perverso, disgustoso- riempie tutto il campo.

    E’ una delle maggiori attrattive del romanzo, il contrasto stridente tra i due mondi, quello dove si svolge l’indagine e quello della vita privata di Peter Dexter. Qualche accenno calibrato fa riferimento al precedente libro della serie, “Il bagno rituale”, in cui Peter e Rina si sono conosciuti. Dopodiché Peter ha incominciato a studiare con un rabbino per convertirsi all’ebraismo e poter sposare Rina. Di giorno Peter indaga sugli omicidi scavando nel fango (non voglio usare un’altra parola che a che fare con gli escrementi), poi si mette in testa la kippà di rigore e analizza la Bibbia con il rabbino. Si aggira in luoghi malfamati dove il corpo è una merce di scambio e poi va a trovare Rina per cui è assolutamente impensabile fare sesso al di fuori del matrimonio. Eppure, per quanto innamorato, arriva il momento quando Peter si sente un ipocrita nell’accettare tutte quelle restrizioni della stretta ortodossia che gli pare abbiano poco a che fare con la vera religione, con il suo innegabile bisogno di  un’altra dimensione, di una spiritualità che riscatti il grigio materialismo.


     “Sacro e profano” di Faye Kellerman è stata una bella scoperta, da invogliarci a recuperare la lettura del romanzo precedente, da farci attendere con ansia la pubblicazione di quello seguente.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it




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