Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
Diaspora ebraica
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Faye
Kellerman, “Sacro e profano”
Ed. Cooper, trad. Piero Alessandro Corsini,
pagg. 412, Euro 18,00
Titolo originale: Sacred and Profane
“Non
era questione di fidarsi o no. Non te l’ho detto perché volevo capire che cosa
significasse essere ebrei come te, e decidere se accettarlo o no. E sai una
cosa, Rina? Io non lo accetto! Non accetto tutte le vostre usanze assurde, le
vostre leggi emanate da rabbini arroccati nelle loro torri d’avorio, che non
hanno mai dovuto affrontare la merda della vita quotidiana.”
Los Angeles. Jewtown, ovvero il
quartiere ebraico. Il poliziotto Peter Decker, capelli rossi e carnagione
chiara e lentigginosa che rivelano l’origine irlandese. La donna di cui è innamorato, Rina Lazarus, giovane
vedova con due figli, ebrea ortodossa.
Questa l’ambientazione, questi i personaggi di “Sacro e profano”, secondo
thriller della serie della scrittrice americana Faye Kellerman pubblicata dalla
casa editrice Cooper- preparatevi a leggere un romanzo diverso, che stuzzicherà la curiosità dei lettori, li
farà indignare per l’animalesca malvagità portata alla luce da Decker e, nello
stesso tempo, li commuoverà con una
storia d’amore insolita per i tempi in cui viviamo e li spingerà a porsi le
stesse domande di Peter Decker, sull’essenza
della religione e della spiritualità.
Durante una gita con Decker, Sammy, il maggiore dei figli di Rina, trova
due scheletri carbonizzati. E’ una
scoperta sconvolgente per i due bambini.
Lo è anche per Peter Decker,
poliziotto molto umano che già anticipa il dolore delle famiglie delle vittime
di cui l’identificazione sarà lunga e difficile. Grazie alle impronte dei denti
e alle denunce di persone scomparse, si deduce che gli scheletri appartengono a
due donne, di età ed estrazione sociale
molto differente. Lindsey Bates aveva sedici anni, era la figlia che tutti
avrebbero voluto avere, una ragazzina dolcissima con un fidanzatino che però la
famiglia non approvava. Era uscita per andare al centro commerciale, non era
più tornata. L’altra ragazza era di qualche anno più vecchia, aveva dei denti
da vampiro, probabilmente portava un apparecchio acustico- presentava un quadro
da sifilitica congenita. E aveva un soprannome:
Non ci vuole neppure troppa immaginazione per
immaginare un quadro in cui il sesso-
distorto, malato, perverso, disgustoso- riempie tutto il campo.
E’
una delle maggiori attrattive del romanzo, il contrasto stridente tra i due mondi, quello dove si svolge
l’indagine e quello della vita privata di Peter Dexter. Qualche accenno
calibrato fa riferimento al precedente libro della serie, “Il bagno rituale”,
in cui Peter e Rina si sono conosciuti. Dopodiché Peter ha incominciato a
studiare con un rabbino per convertirsi all’ebraismo e poter sposare Rina. Di
giorno Peter indaga sugli omicidi scavando nel fango (non voglio usare un’altra
parola che a che fare con gli escrementi), poi
si mette in testa la kippà di rigore
e analizza la Bibbia
con il rabbino. Si aggira in luoghi malfamati dove il corpo è una merce di
scambio e poi va a trovare Rina per cui è assolutamente impensabile fare sesso
al di fuori del matrimonio. Eppure, per quanto innamorato, arriva il momento
quando Peter si sente un ipocrita
nell’accettare tutte quelle restrizioni della stretta ortodossia che gli pare
abbiano poco a che fare con la vera
religione, con il suo innegabile bisogno di
un’altra dimensione, di una spiritualità che riscatti il grigio
materialismo.
“Sacro e profano” di Faye Kellerman è stata una bella scoperta, da
invogliarci a recuperare la lettura del romanzo precedente, da farci attendere
con ansia la pubblicazione di quello seguente.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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