domenica 1 maggio 2016

Maj Sjöwall e Per Wahlöö, “Terroristi” ed. 2011

                                                                    vento del Nord
                                                            cento sfumature di giallo
   il libro ritrovato

Maj Sjöwall e Per Wahlöö, “Terroristi”
Ed. Sellerio, trad. Renato Zatti, pagg. 561, Euro 15,00
Titolo originale: Terroristerna

Negli ultimi tempi, be’, no, da sempre, per quanto io ricordi, le nazioni grandi e potenti del blocco capitalista sono state guidate da uomini che, secondo le vigenti norme giuridiche, sono puri criminali; uomini che, per avidità di potere e profitti finanziari, guidano la gente in un pozzo di egoismo, di lassismo e in una forma di pensiero basata completamente sul materialismo e sulla spietatezza nei confronti del prossimo.

    Decimo e ultimo romanzo della coppia Maj Sjöwall e Per Wahlöö, i maestri riconosciuti del giallo svedese, “Terroristi” è la degna conclusione della serie che ha per protagonista il commissario Martin Beck, il più ‘selvaggio’, il più accanito e rabbioso dei dieci. E’ come se gli autori avessero voluto far esplodere tutti insieme gli ultimi razzi in uno spettacolo di fuochi d’artificio. E’ come se una mitragliatrice fosse rivolta su una folla, sparando all’impazzata. Nel mirino degli scrittori c’è il sistema giudiziario svedese, il corpo di polizia, il governo che è solo in apparenza socialdemocratico, il welfare state che è una menzogna, le carceri e la società nel suo insieme.
     Il romanzo inizia con un processo farsesco, ma questa sarà solo una delle tre tracce da seguire. La giovanissima Rebecka Lind è stata arrestata per tentata rapina in una banca. Il dibattito in tribunale, tra un pubblico ministero soprannominato Bulldozer e un avvocato difensore che è conosciuto come Baccano per i rumori che fuoriescono dagli orifizi del suo corpo, supera il puro divertimento, raggiunge il limite del grottesco nella dimostrazione della frettolosità dell’interpretazione dei fatti e della faciloneria con cui si può arrivare ad accusare un’innocente. Il personaggio di Rebecka scompare per un po’ dalla scena. Riapparirà alla fine nella veste di angelo vendicatore, di vittima del sistema, di voce inascoltata di uno dei ‘puri di cuore’- la ragazza madre che ha avuto una bambina da un altro puro di cuore, un giovane americano disertore che era tornato in patria fidandosi della promessa di condono (si suiciderà in carcere).

     Il delitto d’obbligo al centro di un romanzo di indagine poliziesca è, in “Terroristi”, quello che ha per vittima una persona che- riconosciamolo- meritava di morire in questa maniera: era un ricco produttore di video porno. Non c’è bisogno di una grande fantasia per immaginare i retroscena della sua vita privata e lavorativa. Viene ritrovato morto nella vasca da bagno nella casa dell’amante. Un colpo di spranga sulla testa.
    Il terzo filone, infine, è quello che dà il titolo al romanzo: è attesa la visita a Stoccolma di un senatore americano, un uomo della destra repubblicana, un guerrafondaio che la Svezia socialdemocratica dovrebbe rifiutarsi di ricevere con tanti onori. Si prevedono massicce manifestazioni di protesta con afflusso di gente dalla Norvegia e dalla Danimarca e si teme un attentato.
Il nostro Martin Beck è impegnato, quindi, non solo a cercare l’assassino del magnate dei video porno, ma anche a coordinare le misure di difesa e la strategia per prevenire e impedire l’attentato alla vita dell’ospite americano con il cappello da cow-boy. Per fortuna Gunvald Larsson (il poliziotto anomalo che proviene da una famiglia dell’alta borghesia e che sfoggia sempre abiti dal taglio perfetto) è ritornato da poco da uno stato dell’America Latina dove ha assistito ad uno spettacolare colpo dei terroristi contro un altro inviso uomo politico: una bomba era stata fatta esplodere a distanza sotto il manto stradale durante il passaggio del corteo, l’auto era saltata in aria e la testa della vittima, troncata dal corpo, aveva colpito Larsson sul petto, rovinandogli l’abito nuovo (questo è solo un piccolissimo dettaglio che illustra l’umorismo nero del romanzo). Comunque Larsson aveva imparato parecchio da quell’esperienza e Martin Beck se ne gioverà- l’eccezione conferma la regola, non tutti i poliziotti svedesi sono degli idioti, come sostiene più di un personaggio (e come pensano gli autori del romanzo).


      Maj Sjöwall e Per Wahlöö hanno dato le ultime pennellate all’affresco della società svedese. Il finale è inaspettato: il cerchio si chiude, giustizia viene fatta anche se non secondo la legge. E anche questo ha un suo significato.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


Nessun commento:

Posta un commento