venerdì 27 maggio 2016

Maggie O’Farrell, “Il tuo posto è qui” ed. 2016

                                   Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
         love story
         FRESCO DI LETTURA


Maggie O’Farrell, “Il tuo posto è qui”
Ed. Guanda, trad. S. De Franco, pagg. 401, Euro 20,00


      Quando si legge tanto, si sente il bisogno di variare il genere di lettura e non c’è niente di meglio che una storia d’amore per ridare colori al mondo dopo aver terminato un romanzo duro, una storia di crimini che non lascia spazio a sentimenti che non siano di vendetta o di rivalsa, un romanzo che ha solo il colore del sangue. Ero pronta a lasciarmi conquistare da Maggie O’Farrell, pur con la solita punta di ansia che mi coglie quando incomincio un nuovo libro di un autore che amo- mi deluderà? riuscirà a ‘reggere’ il paragone con gli altri che ho già letto?
    “Il tuo posto è qui” non segue una cronologia lineare, la storia- o le varie storie- si alterna tra presente e vari strati di passato, per l’uno o per l’altra dei due protagonisti che si incontrano in una maniera così casuale che, quando succede nella realtà, si dice ‘come in un romanzo’: ad un incrocio nel Donegal, la regione più selvaggia e scarsamente abitata dell’Irlanda.
Claudette e il suo bambino hanno trovato lì ‘santuario’, un rifugio per nascondersi dal mondo, dalla celebrità che soffocava la vita di Claudette, attrice e regista. Daniel Sullivan, professore di linguistica di New York, un storia d’amore giovanile terminata drammaticamente alle spalle, un matrimonio finito male e due figli che l’ex moglie gli impedisce di vedere. Peccato, perché Daniel è straordinario con i bambini- lo era con i suoi (il maschietto soffriva di eczema), lo è con il bimbo balbuziente di Claudette, lo sarà con i due figli che avrà da Claudette. Daniel è comunque un personaggio straordinario che amiamo nella sua fallibilità, nella sua onestà con se stesso, nel suo riconoscere le sue colpe. Quello di Daniel e Claudette è un grande amore, irto di difficoltà perché neppure Claudette ha un carattere facile, perché il passato ritorna, perché Daniel si deve conquistare con umiltà la comprensione e il perdono, perché ognuno dei due deve percorrere un cammino di conoscenza. E’ per quello che la scena del romanzo cambia spesso, ad un cammino interiore corrisponde- erraticamente- un cammino in luoghi diversi. Svezia, India, New York, California, Irlanda, lo spettacolare Salar de Uyuni in Bolivia, il deserto di sale dove una conoscenza occasionale suggerisce a Daniel quello che deve fare per riconquistare Claudette. I personaggi di Maggie O’Farrell ci piacciono perché non sono perfetti, perché ognuno di loro ha una crepa, l’alcolismo di Daniel, il tomentoso eczema di Niall, la balbuzie di Ari, perfino l’arrogante sicurezza di Claudette è un difetto. E allora li sentiamo vicini.
Salar de Uyuni

     Non cambiano solo i luoghi ma anche i punti di vista, nel romanzo di Maggie O’Farrell. Passiamo dall’uno all’altro, di capitolo in capitolo, senza mai smarrirci o perdere il filo, apprezzando l’umanità e l’empatia che la scrittrice mostra verso i personaggi, ascoltando le voci dei bambini, soffrendo con Daniel, sorridendo delle stravaganze di Claudette, godendo dell’eleganza della scrittura, del lieve umorismo, della perfezione delle frasi. C’è una lezione finale di vita che impariamo in questa storia di un amore imperfetto, di due persone che hanno molto sofferto, che hanno rischiato di soccombere sotto i sensi di colpa, che hanno lottato per restare a galla, che si separano e tornano insieme perché solo insieme riescono a dare un senso alla vita. Ed è che “Dobbiamo puntare avanti, smetterla di inseguire quello che non possiamo avere o abbiamo perduto”.

    E no, il nuovo romanzo di Maggie O’Farrell non ha deluso le mie aspettative.

la recensione è pubblicata su www.stradanove.net


Nessun commento:

Posta un commento