sabato 28 giugno 2014

T.J.English, "Notturno Avana" ed. 2009

                                                        Voci da mondi diversi. Cuba
                                                        la Storia nel romanzo
                                                        il libro ritrovato


T.J. English, “Notturno Avana”
Ed Il Saggiatore, trad. Ester Borgese, pagg. 380, Euro 19,50

   Il titolo è attraente come quello di un romanzo, “Notturno Avana”. Il contenuto, annunciato in una sorta di sottotitolo in copertina, ‘Mafiosi, giocatori d’azzardo, ballerine e rivoluzionari nella Cuba degli anni cinquanta’, è appassionante come la trama di un romanzo. Lo stile del giornalista e scrittore T.J. English, americano di origine irlandese, è veloce e secco; sa restare in equilibrio tra il descrittivo, il colorito e la precisione saggistica, rendendo la lettura agevole e coinvolgente, proprio come se si trattasse di un romanzo. Con l’attrattiva losca dei film sulla mafia, come “Il Padrino”, spesso citato nel libro. E in più, ancora, con il richiamo di una rivoluzione che ha fatto epoca e di cui si continua a parlare.
    Ancora Cuba, dunque, e questa volta non la Cuba dei nostri giorni sempre al centro di discussioni, ma quella dal dopoguerra al fatidico primo gennaio 1959. Fulgencio Batista si impossessò del potere con la forza nel 1952; riuscì a farlo perché era una figura nota, essendo già stato alla guida del paese dal 1933 al 1944 e avendo un’ottima connessione con l’esercito poiché era stato soldato semplice, sergente e generale, prima di diventare presidente.
Ma i progetti dei ‘grandi’ mafiosi su Cuba risalgono a prima ancora del ’52, agli anni immediatamente seguenti alla guerra, quando il boss ‘Lucky’ Luciano era stato ricompensato con la libertà per aver messo in moto la strategia di supporto per lo sbarco americano in Sicilia. Dal 22 al 26 dicembre 1946, nel fantastico scenario dell’Hotel Nacional sul Malecòn dell’Avana, si svolse la più grande conferenza di boss della mafia per mettere a punto il progetto. In realtà poi Luciano- l’orchestratore del tutto- sarebbe rimasto ai margini, costretto a non fuoriuscire dall’Italia, e il suo amico e socio, l’ebreo Meyer Lansky, avrebbe diretto la realizzazione del grande sogno di trasformare L’Avana nella Montecarlo dei Carabi.
    Servivano le strutture, prima di tutto. Gli splendidi ed enormi alberghi (alcuni con più di 400 stanze) per ospitare i turisti che sarebbero arrivati a frotte per godere di tutto quello che la capitale di Cuba era in grado di offrire: gioco d’azzardo (legale nell’isola), sesso (sia in prima persona sia inteso come spettacolo dal vivo), musica  (il jazz afrocubano e il mambo incontrarono il favore di tutti), rum, sole, mare, cielo, caldo più o meno tutto l’anno. Anche droga per chi voleva, ma Lansky aveva deciso di lasciar fuori il traffico di droga dagli affari- era inutile rischiare di entrare nel mirino del Federal Bureau of Narcotics americano quando già erano altissimi i proventi del gioco d’azzardo. Casinò e night-club in ogni albergo, le proprietà spartite tra i boss della mafia americana che a questo punto diventò ‘cubana’. Ogni cosa venne resa più agevole dopo che Batista si riprese la presidenza, soprattutto dopo che fondò l’istituto finanziario Bandes che diventò l’istituzione di credito suprema del paese, con il potere di finanziare qualsiasi progetto di opere pubbliche e accordare prestiti, controllando il flusso di denaro di tutta l’isola.
     Era come se L’Avana fosse un’isola dentro l’isola, L’Avana come il bordello degli Stati Uniti: con il piglio dell’abile narratore T.J. English ci racconta di quegli anni stuzzicandoci con storie che svelano retroscena di personaggi famosi- da Frank Sinatra a J.F.Kennedy, da Nat King Cole a Graham Greene o Hemingway. Pare che tutti quelli che contano siano stati a Cuba in quegli anni. E più o meno tutti abbiano avuto degli interessi di affari lì.
Fulgencio Batista
E a mano a mano che procediamo la lettura diventa sempre più chiaro che sarà inevitabile lo scontro finale tra quello che è rappresentato da El Mulato Lindo (nomignolo con cui T.J.English, l’affabulatore, spesso parla di Batista) e quello di cui invece si fa portavoce Fidel Castro, dapprima sconosciuto avvocato e dopo eroe rivoluzionario che si impegna a liberare Cuba dalla corruzione, dalla depravazione, dal gangsterismo, dalla celata sovranità straniera. In una scena grottescamente simbolica, il primo gennaio 1959, i campesinos fecero irrompere un branco di lerci maiali nell’atrio dell’Hotel Riviera di Lansky, il tempio mafioso del gioco d’azzardo, uno degli alberghi più belli e famosi del mondo.
 “Notturno Avana” è un libro da leggere splendidamente leggibile. Perché è un page turner che ti obbliga a girare pagina fino alla fine. Perché parla del passato che non è mai passato e aiuta a comprendere il presente. Perché serve a bilanciare altre letture. Perché, ancora una volta, obbliga a pensare a Cuba, l’isola che, nel bene e nel male, continua a proporre una società diversa.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net 


T.J. English

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