Voci da mondi diversi. Cuba
fresco di lettura
Chantel Acevedo, “Meraviglie lontane”
Ed. e/o, trad. Nello Giugliano,
pagg. 304, Euro 18,00
Titolo originale: The Distant Marvels
“Questi fatti accaddero subito dopo la
seconda guerra d’indipendenza” dico. “C’è un uomo in questa storia che si
chiama Augustín,
ed era un eroe e un mostro. E una donna, che si chiama Lulu, e a volte amava Augustín, altre volte lo odiava, ma
soprattutto amava se stessa. Per me, loro erano mamá
e papá…”
E’ il 1963. Dal 4 al 7 ottobre l’uragano
Flora, con venti fino a 209 Km. all’ora, inondò il massiccio della Sierra Maestra
a Cuba e nella discesa verso il mare la valanga di acqua cambiò il letto del
fiume Cauto provocando la morte di un migliaio di persone. Dieci anni prima
c’era stato un altro uragano, politico però: il 26 luglio del 1953 era iniziata
la rivoluzione cubana che sarebbe finita l’8 gennaio del 1959, quando Fidel
Castro entrò all’Avana e il presidente Fulgencio Batista fuggì dall’isola.
Su questo sfondo tempestoso
l’ormai anziana Maria Sirena racconta la sua storia, che ha molto poco a che
fare con la rivoluzione dei barbudos
e tanto con la breve guerra di indipendenza contro la Spagna da cui Cuba si
affrancò nel 1898 grazie all’intervento decisivo degli Stati Uniti.
Maria Sirena ha 82 anni ora, mentre
l’uragano si avvicina alla costa dove si trova la sua casa. E’ ammalata, la sua
unica figlia abita all’Avana, Maria Sirena vorrebbe morire lì in pace e invece
viene forzata a salire sull’autobus inviato da Fidel che trasporterà in salvo a
Santiago gli abitanti dei villaggi minacciati. Un tempo, quando era giovane,
Maria Sirena ha fatto la lettrice in una fabbrica di tabacco. A volte- lo
confesserà adesso- faceva solo finta di leggere e raccontava ai lavoranti la
sua, di storia, dicendo che era opera di una scrittrice dal nome di Carla Carvajál. Che poi non era neppure del
tutto falso, in quanto questo era il nome con cui la chiamava la giornalista
americana che le aveva salvato la vita, aiutandola ad uscire dal campo di
concentramento in cui Maria Sirena era rinchiusa con la madre. Adesso che
l’hanno fatta rifugiare, insieme ad altre donne, nella splendida Casa Velázquez di Santiago, Maria Sirena
prende a raccontare, di nuovo, perché glielo chiedono, perché è un modo per
distrarsi dalla furia del vento e della pioggia, perché narrare ad altra voce
significa affidare ad altri i propri ricordi e la propria vita. Tutta, anche
quella parte che potrebbe farla arrossire, se avesse un’altra età.
casa Velazquez |
Inizia con la sua nascita sulla nave che riportava a Cuba i suoi
genitori da Boston, dove erano andati ad incontrare dei ribelli cubani, con la
visione di una figura che esce dall’acqua e che spiega il suo nome- Maria
Sirena. Prosegue con l’arresto di suo padre e poi…Le vicende private di
Illuminada, la madre di Maria Sirena e, in seguito, anche quelle della stessa
Maria Sirena, sono in parte prevedibili: che cosa può fare una donna sola per
sopravvivere ed assicurarsi protezione per sé e per la sua bambina? E poi
Illuminada detta Lulu è bella, la corteggia il capitano spagnolo della nave
(meglio tenerselo buono e poi è in pratica sua prigioniera), la corteggia il
gestore della locanda in cui madre e figlia sono alloggiate, il marito Augustín resta quindici anni in
prigione e, quando gli insorti lo liberano, arriva alla locanda senza
preavviso. Anche il capitano era arrivato senza preavviso. Le conseguenze sono
tragiche. Tutto questo è scontato, così come ci aspettiamo che Maria Sirena si
innamori del bel giovane negro che conosce nel campo. Eppure, anche se siamo
consapevoli che gli elementi del romanzo di Chantel Acevedo sono quelli del feuilleton, l’insieme di amore e guerra,
gelosie, figli dell’amore e durezza incredibile delle condizioni di vita dei
cubani confinati nei campi per aver aspirato alla libertà, gli accenni al
leggendario José Martí
(il poeta che fu uno dei primi fautori della rivoluzione e che appare come un
personaggio nel libro) e alla musica tradizionale di Beny Moré, è
irresistibile. Inoltre e soprattutto, anche se sotto il travestimento del
romanzo, veniamo a conoscenza del periodo storico anteriore ancora al governo
di Batista che spiega l’ingerenza
americana negli affari di Cuba (ricordiamo al proposito che l’embargo
dichiarato nel 1960 non è ancora stato ritirato).
Un bel libro appassionante e di passioni,
perfetto per l’estate.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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