domenica 29 giugno 2014

Leonardo Padura Fuentes, "Addio Hemingway" ed. 2002

                                                        Voci da mondi diversi. Cuba
   cento sfumature di giallo
   il libro ritrovato

E se il grande scrittore fosse un assassino?
Leonardo Padura Fuentes, "Addio Hemingway"
  Ed. Tropea, pagg. 189, Euro  13,00

Un temporale estivo a Cuba. "Una danza macabra  e veloce" di vento e fulmini. Un mango secolare sradicato nella finca di Hemingway. Delle ossa di un uomo ucciso quarant' anni prima affiorano dal terreno. Un' altra indagine per Mario Conde, il disincantato detective che già conosciamo dalla serie delle "Quattro stagioni" dello scrittore cubano Leonardo Padura Fuentes. Ma quale è il vero oggetto dell' indagine di Conde? L' identità del cadavere o quella vera dello scrittore americano diventato un mito? Presto fatto per la prima, perché viene trovato anche un distintivo del FBI - era vero, dunque, che la federazione teneva d' occhio Hemingway. Il caso potrebbe essere chiuso in fretta. Ma Mario Conde non può, per un debito d' onore che ha con se stesso, perché "io adoravo quell' uomo, e adesso mi sta tremendamente sui coglioni". Lo aveva ammirato e preso ad esempio quando aveva iniziato a scrivere.
E poi l' immagine del grande scrittore si era sgretolata quando Conde aveva scoperto che l' uomo Hemingway era prepotente e violento, che aveva tradito i suoi amici, che non aveva capito niente di Cuba e dei cubani, anche dopo vent' anni nell' isola. Questo caso è la possibilità di conoscere il vero Hemingway, nascosto dietro l' immagine che lui aveva costruito di sé come di un uomo che deve vivere sempre alla massima tensione, in una continua sfida contro la morte, perché solo vincendo la paralisi della paura poteva affermare la sua virilità. E che cosa provano i cubani per Hemingway? ne sono rimasti pochi in vita, di quelli che gli erano vicino. Fedeli a "Papa" Hemingway. Come la bellissima figura del vecchio Ruperto che dice: "per me è stato una specie di dio" e "se vuole sentirmi parlare male di Papa, se lo può scordare", perché Hemingway con loro era generoso (ma non era come la mafia - ti do perché poi ti posso chiedere qualunque cosa, anche di uccidere per me-?), e l' ingratitudine è la colpa peggiore. Se Hemingway ha ucciso l' agente, l' alone di gloria che ancora lo circonda sparirà del tutto. Ma se non è stato lui, vuol dire che quell' uomo prepotente che ormai la gente non ama più ha fatto qualcosa di rispettabile, ha protetto uno dei suoi dipendenti, nascondendo quel cadavere a Finca Vigia. Un bel giallo atipico in cui è difficile dire chi sia il protagonista, se il malinconico Conde o lo scrittore americano ormai anziano a cui non resta niente di tutto quello per cui ha vissuto e di cui ha potuto scrivere, o i fedeli servitori cubani che hanno tutti qualcosa dell' indimenticabile Santiago de "Il vecchio e il mare". E alla fine Conde può dire "addio Hemingway", come aveva fatto da bambino, l' unica volta che aveva visto lo scrittore da lontano, come si vedono gli eroi dei miti.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net






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