domenica 29 giugno 2014

Leonardo Padura Fuentes, "La nebbia del passato" ed. 2008

Voci da mondi diversi. Cuba
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato


Leonardo Padura Fuentes, “La nebbia del passato”
Ed. Tropea, trad. Elena Rolla, pagg. 347, Euro 16,90


   “Sarò nella tua vita il meglio della nebbia del passato”, dicono le parole del bolero che ricorre come leit motiv nell’ultimo romanzo dello scrittore cubano Leonardo Padura Fuentes. E fin dall’inizio il lettore avverte che il passato di cui si parla, il tempo avvolto dalla nebbia che attenua i contorni e che sfuma le asperità, non è soltanto quello della voce che canta, non è riferito solo ad una storia d’amore finita tra un uomo e una donna, ma è il mezzo secolo che Cuba ha alle spalle, quello della storia d’amore tra l’isola e il suo lìder màximo, del sogno utopistico che “è stato bello finché è durato”. E allora, con lo sguardo tra presente e passato, Mario Conde (già protagonista di una serie di romanzi di Leonardo Padura Fuentes) prova una tristezza infinita, si sente come “un fantasma del passato”, un esemplare in via di estinzione, una sorta di “fallimento genetico” disorientato tra un mondo che non c’è più e uno in decomposizione.         

     La traccia superficiale de “La nebbia del passato” è tuttavia quella solita dell’indagine poliziesca, anche se Mario Conde non è più poliziotto da tredici anni e adesso si dedica al commercio di libri vecchi: per caso trova in un libro un ritaglio di giornale del 1960 con la notizia del suicidio  della cantante di bolero Violeta del Rio. Perché questa notizia colpisce tanto il Conde? Quali sono i ricordi che non riesce a far affiorare e che si collegano a quel nome? Di una cosa Mario Conde è certo: deve sapere chi era Violeta del Rio e che fine ha fatto, solo così saprà perché è importante per lui. Ma il ritaglio che parla della morte di Violeta è uscito dalle pagine di un libro di ricette che il Conde ha trovato nella biblioteca dei Montes de Oca, un’antica famiglia habanera, ora messa in vendita dai due figli di una dipendente.
Alcides Montes de Oca aveva simpatizzato con la Rivoluzione, nel 1960 era fuggito al Nord, era morto in un incidente d’auto e i suoi figli non si erano mai ripresentati a reclamare né la casa, né i libri accumulati in più di un secolo dai loro antenati. Perché quella dei Montes de Oca è la biblioteca più straordinaria che il Conde abbia mai visto, colma di volumi a cui lui si avvicina con riverenza e che- contro il suo interesse, contro la venale avidità del suo socio Yoyi- consiglia di tenere o, al massimo, vendere alla Biblioteca Nazionale perché fanno parte del patrimonio culturale di tutto il popolo cubano e non devono finire all’estero. Mario Conde sa bene, con la pratica che il mestiere gli ha dato, che ogni biblioteca in vendita è un romanzo d’amore dal finale triste, ma non immagina quanto triste, quanto tragico, quanto delittuoso, quanto lo tocchi anche da vicino, quello che si nasconde –letteralmente- sugli scaffali di legno pregiato, dietro le ante delle vetrine. E, mentre il racconto procede, le voci narranti si moltiplicano: sono testimoni di una parte di storia, sia essa grande o piccola, rintracciati dal Conde, o sfogo d’amore di una donna in una serie di lettere. Si firma con il nome che l’amante le ha dato, soffre per la lontananza di lui, parla di colpe a lei attribuite e alla fine rivela la verità che ha scoperto. E’ la stessa verità che scopre Mario Conde, dopo che uno dei due custodi della biblioteca viene ucciso e dopo che lui stesso è stato duramente malmenato.


    Come sempre più spesso avviene in questo tipo di romanzi, Leonardo Padura Fuentes si spinge al di là del genere: oltre ad essere colmo di suspense, “La nebbia del passato” è un viaggio nostalgico nella Cuba degli anni ‘50, quando L’Avana era la città più viva del mondo e la musica nell’aria “si poteva tagliare con un coltello”, un banchetto per bibliofili con un assaggio culturale di un’isola ridotta a vendere libri per fame, quadro realistico della società cubana contemporanea ammalata di “stanchezza storica”. Perché i giovani non vogliono più avere la responsabilità di vivere un momento storico, non vogliono essere costretti ad essere migliori, ad essere buoni per forza.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net


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