mercoledì 23 settembre 2015

David Lagercrantz, “Quello che non uccide. Millennium 4” ed. 2015

                                                                       vento del Nord
        cento sfumature di giallo
        FRESCO DI LETTURA

David Lagercrantz, “Quello che non uccide. Millennium 4”
Ed. Marsilio, trad. Laura Cangemi e Katia De Marco,  Euro 22,00

       Quando abbiamo avuto tra le mani “Uomini che odiano le donne”– esattamente dieci anni fa- non abbiamo fatto caso che lo scrittore Stieg Larsson era già morto quando il suo romanzo era stato pubblicato. Di certo lo sapevamo, quando abbiamo letto il secondo volume della trilogia “Millennium”, ma è stato dopo aver terminato il terzo, “La regina dei castelli di carta”, che abbiamo sentito acutamente il peso, se non il dolore, della scomparsa prematura di uno scrittore che ormai identificavamo con il suo protagonista Mikael Blomkvist e di cui ammiravamo l’integrità e il coraggio, oltre alla grandezza della scrittura. Ed è stato inevitabile che le due assenze si unissero nel nostro subconscio: ci mancava Stieg Larsson e ci mancavano i suoi personaggi.

     La casa editrice svedese che aveva pubblicato i suoi libri ha pensato ad una soluzione per i lettori in crisi di astinenza affidando il compito di scrivere “Millennium 4” ad un altro scrittore, David Lagercrantz.  Confesso di aver iniziato il libro con una certa diffidenza e con un misto di sentimenti. Ero curiosa, ma mi sembrava anche di profanare la memoria di uno scrittore che avevo molto ammirato ed amato, mi chiedevo se fosse giusto assecondare la legge di mercato e leggere un romanzo basato parzialmente su un furto. Non lo è,  ma ha prevalso la curiosità.
    La trama è intelligente e attuale- anche il nostro Stieg potrebbe averla scelta (mi spiace, è inevitabile che, parlando di “Millennium 4”, tutto quello che si dice sia sotteso da un confronto). Si tratta di furto informatico ad alti livelli, c’entrano i servizi segreti americani e quelli russi, c’entrano giochi di interessi e manovre criminali. Uno scienziato svedese che lavorava in una ditta della Silicon Valley si tira indietro, ad un certo punto, quando si rende conto che le sue ricerche servono per scopi che lui non approva. Ritorna a Stoccolma e, in un sussulto di senso di responsabilità paterno, sottrae il figlio, un bambino autistico, alla ex moglie. Ci sono motivi fondati per credere che il bambino subisca violenze da parte del nuovo compagno della madre che tiene moltissimo all’assegno di mantenimento del bambino.  Quando il padre viene ucciso (si sapeva che la sua vita era in pericolo, che qualcuno voleva appropriarsi del suo computer), il piccolo August vede il volto dell’assassino. Il quale, però, stranamente lo risparmia- sa che August non è capace di parlare, perché macchiarsi di un delitto in più? Non sa che August ha iniziato da non molto a disegnare in un modo a dir poco geniale, con una precisione tale da poter tratteggiare un identikit.

      Spionaggio industriale e politico e criminale: ottimo materiale per il nostro Mikael Blomkvist- in crisi lui e in crisi Millennium. Potrebbe essere lo scoop che fa risollevare le sorti del giornale, tanto più che Mikael, chiamato per telefono di notte dallo scienziato che vorrebbe parlargli, si trova sulla scena movimentata del delitto. E poi, parlando di hacker, può non essere coinvolta Lisbeth Salander? Ecco, i personaggi che abbiamo amato sono di nuovo in scena, con l’aggiunta (ottima scelta) di un altro personaggio di cui non voglio parlare per non rovinare la sorpresa che ho provato io.

     David Lagercrantz è uno scrittore abile e scrive bene. La prima parte del romanzo è un poco lenta e può risultare di difficile comprensione per chi non è addentro all’informatica, la vicenda prende però poi la rincorsa e la trama si fa serrata, toglie il respiro, si deve leggere fino alla fine. Tuttavia…Sì, c’è un tuttavia. Tuttavia il personaggio di Mikael è pallido, non è vibrante come lo abbiamo conosciuto nei romanzi di Stieg (poteva esserlo?). Forse se la cava meglio Lisbeth, accesa dal suo odio e dalla sua furia.

      Leggiamo “Millennium 4” come un tributo alla memoria di Stieg Larsson: solo un grande scrittore merita di essere imitato, solo i suoi personaggi meritano di vivere ancora sulle pagine.


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