domenica 27 settembre 2015

David Bezmozgis, “I traditori” ed. 2015

                                     Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
            Diaspora ebraica
            FRESCO DI LETTURA

David Bezmozgis, “I traditori”
Ed. Guanda, trad. C. Piazzetta, pagg. 246, Euro 17,00



     Un uomo sulla sessantina, Baruch (ma il suo nome russo era Boris) Kotler. Una ragazza, Leora. Potrebbe essere sua figlia. Sono appena arrivati in aereo a Yalta, in fuga, per così dire, da Israele. Fuga sull’onda della nostalgia di un luogo in cui Baruch aveva passato una bella vacanza con i genitori, quando era bambino. Fuga obbligata per sottrarsi ad uno scandalo. Baruch Kotler è un uomo molto noto, sia in Israele sia all’estero. E’ ministro del commercio e si è opposto al ritiro dei coloni dagli insediamenti nei territori occupati. Un tentativo di ricatto per costringerlo a cambiare posizione lo ha spinto a partire, lasciando dolorosamente sorpresi la moglie Miriam e i due figli. Non è uomo da lasciarsi intimidare, Baruch Kotler. Poco più che ventenne, grazie ad una delazione arrivata al KGB, Kotler ha scontato tredici anni in un gulag sovietico. E’ sopravvissuto, ha raggiunto in Israele la moglie che lo aveva atteso per tutti quegli anni, ha cercato di ricucire le due metà della sua vita, è diventato un eroe, un simbolo della resistenza. Poi, sulla via del tramonto, questo colpo di testa, questo innamoramento che gli dà nuove energie.
Yalta
    Il destino ha la sua maniera di giocare una partita. L’albergo di Yalta non ha ricevuto la prenotazione di Kotler, lui e la ragazza si trovano davanti alla scelta di due possibili sistemazioni in stanze d’affitto. Kotler decide per la stanza con bagno che gli propone una donna che dice anche di avere un marito ebreo. Quando si dice ‘trovare un ago in un pagliaio’: il marito di Svetlana, Vladimir Tankilevic, è l’uomo che, quarant’anni prima, aveva denunciato Kotler al KGB. Il riconoscimento è immediato, nonostante il tempo che è passato.
    Il nucleo del romanzo di David Bezmozgis, che per il personaggio del suo protagonista deve molto al politico israeliano Natan Sharansky (Boris per secondo nome), è come un dramma a porte chiuse con quattro personaggi, Vladimir e la moglie, Baruch e l’amante. Il tempo non è più il presente, ma il passato. Vladimir era amico di Boris/Baruch. Perché lo ha tradito, allora? Ascoltiamo le sue motivazioni e siamo costretti a rivedere qualunque opinione ci siamo fatta. Sul tradito e sul traditore. E dobbiamo anche allargare il campo delle nostre riflessioni, perché il tradimento è tutto intorno, alla fin fine tutti tradiscono qualcuno o qualcosa, una persona o una fede politica o un ideale. Baruch ha tradito la moglie- personaggio molto forte nonostante compaia solo nelle parole di una lettera che scrive al marito-, ha tradito anche, in un certo senso, i figli che hanno bisogno di lui in un momento difficile della politica israeliana.

    Perché, sullo sfondo del dramma privato a porte chiuse, fatto di desiderio di assoluzione o di ritorsione, si svolge un altro dramma molto più vasto che ha un paese intero come scenario. “Sradicare migliaia di compatrioti, farne delle vittime senza uno scopo preciso. Era stata una grave incompetenza. Se non eri disposto a proteggere la tua gente, non avresti dovuto incoraggiarla a vivere in quel luogo, non avresti mai dovuto occupare il territorio.” Questo è quello che pensa il ‘falco’ Baruch. Chi ha tradito chi, in questo caso? E come si deve sentire suo figlio, quando telefona al padre cercando il suo sostegno perché non se la sente di obbedire agli ordini e forzare i coloni ad andarsene, e Kotler gli nega comprensione e appoggio? Non è anche questa una forma di tradimento, con le conseguenze che vedremo e che aggiungono un altro ‘traditore’ vero o presunto alla serie?

     Con uno stile asciutto e pulito David Bezmozgis riesce a scrivere un romanzo che trasforma argomenti di un certo peso, come la politica e il fardello delle scelte individuali, in qualcosa di profondo con leggerezza, quasi si trattasse di un thriller che leggiamo in attesa di quello che succederà, di vedere come si scioglieranno i nodi legati dal destino.


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