mercoledì 24 aprile 2024

Tore Renberg, “La mia Ingeborg” ed. 2024

                                                                   Vento del Nord

 

Tore Renberg, “La mia Ingeborg”

Ed. Fazi, trad. Margherita Podestà Heir, pagg. 180, Euro 17,10

   Conosciamo il protagonista del romanzo di Tore Renberg (candidato al Premio Strega 2024 per la letteratura straniera) in una immagine di sangue- gli è caduto un dente, sta perdendo sangue dalla bocca. Fuori la luna pende sui boschi del Vestfalia, ha piovuto tutto il giorno.

Sono tutti dettagli che ci fanno entrare nell’atmosfera cupa di questa storia che lui ci racconterà, presentandosi alla fine del primo capitolo. Sono Tollak di Ingeborg. Appartengo al passato. Lungi da me l’idea di trovare il mio posto da qualsiasi altra parte.

    Ci ha già detto tutto, Tollak. Tollak che non appartiene a se stesso, ma a Ingeborg. L’amavo in maniera totale, come nessun altro uomo ha mai amato una donna e maledico le forze demoniache che me l’hanno portata via.

I tempi sono al passato, è chiaro che Ingeborg, la sua Ingeborg, non c’è più- quando sapremo perché e come? Tollak vive da solo e ha chiesto ai due figli di venire a trovarlo, deve parlargli. In realtà c’è un’altra persona che vive con lui, anche se per lo più sta nella stalla- è Oddo che in paese chiamano Oddoloscemo. Oddo che propriamente si chiama Otto ma non è mai riuscito a pronunciare la T, che è stato affidato a Tollak dalla madre che non riusciva più a gestirlo e a sopportarlo, che Tollak ha imposto a moglie e figli, che ha difeso con la forza dai bulli del paese.


   È un lungo monologo quello che leggiamo. Tollak ricorda quando si è innamorato di Ingeborg, quando l’ha chiesta in sposa (malvisto dal padre di lei), quando discutevano perché lei avrebbe voluto andare a vivere in città, soprattutto dopo che la segheria di Tollak aveva iniziato a non avere abbastanza clienti, quando lui la accompagnava in auto ad un bar in città dove lei incontrava le amiche. Lui era geloso del tempo che lei passava con loro, gli pareva che non facessero che chiacchierare di stupidaggini. C’era poi il suo rapporto con i figli, il maschio che assomigliava ad Ingeborg, la femmina che adesso viveva a Oslo e aveva rinnegato le sue origini.

   Tollak è un uomo passionale ed egocentrico che vive nel passato e non vuole avere niente a che fare con il mondo esterno- e infatti si sbarazza della televisione e della radio, disdice l’abbonamento al giornale. Non ha contatti con nessuno, tranne che con Oddo con cui va a caccia, dopo la scomparsa di Ingeborg.


   Perché ha chiesto ai figli di venire? Perché ha urgenza di parlare con loro? Perché i figli sono così restii a venire? sono due i grossi segreti che Tollak si è tenuto dentro. Di uno ci ha parlato con dovizia di dettagli (e non ce lo aspettavamo), avevamo sospettato l’altro, come lo avevano sospettato pure i suoi figli.

   È un libro intenso e pieno di dolore, “La mia Ingeborg”, con un protagonista rabbioso che sceglie la solitudine facendo il vuoto attorno a sé, che vive nel rimpianto e nel ricordo, nella bolla di un grande amore per la donna della sua vita. Amava veramente così tanto la sua Ingeborg?

    In Norvegia di questo dramma è stato fatto un adattamento teatrale.



 

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