Voci da mondi diversi. India
love story
Aravind Jayan, “Giovane coppia si diverte all’aperto”
Ed.
Guanda, trad. Elisa Banfi, pagg.231, Euro 18,00
Sreenath non esce dalla sua camera neppure
per vedere la nuova automobile, una Honda Civic, che suo padre ha appena
acquistato. Appa e Amma (papà e mamma) sono in ammirazione davanti a quell’auto
che rappresenta la posizione che si sono guadagnati con tanto lavoro e fatica e
già immaginano la curiosità e la sottile invidia dei vicini di casa. Dunque,
perché il figlio maggiore non viene ad ammirarla? Lo scopriranno tra poco.
C’è un video che circola in rete, un video
che poi verrà definito da alcuni ‘porno’, un video che riprende Sreenath e
Anita, la sua ragazza (nonché compagna di università), che amoreggiano in
maniera spinta in un parco. Appa e Amma, del tutto inesperti delle nuove
tecnologie, sono inorriditi e scioccati. Come ha potuto il loro figlio
comportarsi così? E la ragazza? Oltretutto si vergognano, perché che
spiegazioni potranno dare ad amici e parenti, quando questi verranno a sapere?
Perché di certo la notizia è troppo ghiotta, sa troppo di scandalo piccante e
pruriginoso, per non diffondersi a macchia d’olio.
La famiglia di Anita sembra essere l’ultima a sapere. E il padre e la madre si presentano in casa di Sreenath…
Noi sappiamo tutta la storia dalla voce del
fratello minore, un punto di vista ideale perché è diviso fra la comprensione
e, sì, la compassione per Appa e Amma, e la solidarietà, insieme ad un pizzico
di invidia, per il fratello maggiore. È una voce simpatica e ironica che spesso
ride di se stesso, che, tutto sommato, ammira l’audacia del fratello e vorrebbe
imitarlo (con scarso successo, perché forse è troppo ‘imbranato’ per attirare
l’attenzione di una ragazza). Da lui cogliamo la spaccatura tra due Indie, quella
tradizionale, delle ragazze in sari, dei matrimoni combinati con gli sposi che
a volte neppure si sono mai incontrati prima, dei tuk tuk che a poco prezzo ti
trasportano da una parte all’altra della piccola città, Trivandrum, nel Kerala,
e l’India moderna, che è quella dei giovani che sono cresciuti con le nuove
tecnologie e gli smart-phones, delle ragazze che indossano i jeans, vanno
all’università, fanno coppia con i ragazzi, hanno atteggiamenti impensabili al
tempo dei loro genitori.
C’è una escalation nella vicenda dello scandalo per la diffusione in rete del video e nello stesso tempo cresce nel fratello minore il desiderio di scappare, di evadere da questo ambiente asfittico. Mentre sia Sreenath sia Anita sono andati a convivere, mentre i genitori di Anita esigono quello che un tempo si sarebbe chiamato ‘un matrimonio riparatore’ per poter poi minimizzare la scenetta erotica, mentre Appa disconosce il figlio maggiore, lui, il figlio minore, smette di cercare un lavoro in posti il più lontano possibile (è divertente come prenda in giro se stesso in questa ricerca che sa non lo porterà da nessuna parte), prende un autobus per Bangalore.
E poi?
Sono felici, da sposati, Sreenath e Anita? Qualcuno è riuscito a far cancellare
il video dai vari siti su cui accumula visualizzazioni? La scena nell’ufficio
della polizia è un quadretto divertente dell’indice dei tempi. Anche il finale
è uno specchio dei tempi e dei nuovi mezzi di comunicazione: Magari un giorno ci aggiungeremo tutti su
Facebook e ci comporteremo da amici.
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