mercoledì 10 maggio 2017

Doris Lessing, “Il sogno più dolce” ed. 2002

                                    Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda

                                                          premio Nobel 2007      

Doris Lessing, “Il sogno più dolce”

 Ed. Feltrinelli, 455, Euro 18,00

 Tre grandi figure femminili, Julia, Frances e Sylvia. Ognuna con la sua forza, ognuna al centro della sua epoca, unite dal legame con il “compagno Johnny”, figlio di Julia, marito di Frances, patrigno di Sylvia. Johnny che crede nel Partito, che è sempre presente ad ogni manifestazione, che pianta moglie e figli, si risposa e pianta anche la seconda moglie. Di Johnny sua madre dice che è un idiota, un irresponsabile. Eppure Frances lo accoglie sempre in casa. Che poi è la grande casa di Julia, l’aristocratica tedesca che ha sposato un inglese dopo la fine della prima guerra mondiale, e si ritrova ad ospitare la nuora Frances, i nipoti e tutti gli amici di questi. Siamo nei mitici anni ’60, l’epoca dei grandi sogni, quando sembrava fosse possibile cambiare il mondo. C’è chi pensa di cambiarlo con le parole e c’è chi, come Frances, cerca di attuare quegli ideali nel suo piccolo mondo. Frances che Johnny disprezzava, perché era così prosaica. Frances che diventa la figura della grande madre che non dice mai di no quando si presenta alla porta qualche amico dei figli, la ex-seconda moglie di Johnny, la figliastra di Johnny. Lei aiuta tutti, serve da mangiare a tutti.
E Julia la appoggia, chissà come deve essere difficile per lei, accusata di essere nazista, così raffinata ed elegante. Si condivide tutto, nella casa di Hampstead, si riesce sempre ad aggiungere un posto letto, si parla tanto, si fa l’amore, si abortisce, si respira aria di libertà, in quel decennio in cui tutto viene messo in discussione, i ragazzi se ne vanno via da casa intessendo reti di amicizie, rubando nei negozi perché rubare è “liberare” la merce, è lotta al capitalismo. Ma ad ogni grande entusiasmo segue la grande delusione, solo Johnny può continuare a inseguire il sogno del comunismo, rifiutando di vedere la realtà. Dalla swinging London degli anni ’60 allo Zimlia (in realtà lo Zimbabwe) degli anni ’80, lo stato africano liberato dalla rivoluzione che si autodistrugge nella corruzione della classe dirigente.
E’ Sylvia che adesso occupa il ruolo che era stato di Frances. La piccola Sylvia che è diventata medico e presta servizio in Africa in un ospedale fatiscente. Solo che le persone che raduna intorno a sé sono in condizioni di gran lunga più disperate dei problematici ragazzi di Londra. Dovrà rinunciare, Sylvia, la costringeranno ad andarsene e porterà a Londra due orfani dell’Aids, ancora da Frances, che è sempre pronta ad aprire la sua casa ai “figli di nessuno”. A 83 anni Doris Lessing, la grande scrittrice inglese che ha vissuto a lungo in Africa, si volge al passato, prendendone le distanze, per scrivere un romanzo epico che copre trent’anni di storia degli ideali e dei cambiamenti di vita del mondo occidentale, un romanzo corale che ci fa pensare a quelli di Dickens per la straordinaria ricchezza di personaggi, il romanzo del “sogno più dolce” come possono esserlo soltanto i sogni in cui si è a lungo creduto e che non si sono realizzati.   

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net

     




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