sabato 2 luglio 2016

Simonetta Agnello Hornby, “Vento scomposto” ed. 2009

                                                       Casa Nostra. Qui Italia
             legal thriller
            il libro ritrovato

Simonetta Agnello Hornby, “Vento scomposto”
Ed. Feltrinelli, pagg. 399, Euro 19,00



      Mi ha detto che Lucy ha il sonno leggero, mentre lei lo ha pesante. E anche che quando ha l’influenza o il raffreddore dorme male, e che ricorda con chiarezza che, in quelle occasioni, ha notato che il padre rimane nella loro camera dopo il bacio della buonanotte e si siede sul letto di Lucy. Amy è sicura che il padre non legge la storia della buonanotte a Lucy: mi ha detto che una volta era rimasto seduto a lungo sul suo letto e poi aveva cercato per terra qualcosa che gli era caduto.

    Un tempo pensavamo che solo i sacerdoti venissero a conoscenza delle colpe più segrete di uomini e donne. Che solo nel buio di un confessionale, attraverso la grata che cela l’identità del peccatore, si potessero bisbigliare azioni innominabili. E poi, con il pentimento e la promessa di non commettere più il peccato, venire assolti. Leggendo il nuovo romanzo di Simonetta Agnello Hornby, “Vento scomposto”, ci rendiamo conto di quanto siano cambiati i tempi e fino a che punto lo studio di un avvocato possa trasformarsi in un nuovo tipo di confessionale.
     Con “Vento scomposto” Simonetta Agnello Hornby ha abbandonato la Sicilia- sì, è vero, l’aveva lasciata nel 1972 per trasferirsi a Londra ma era tornata nella sua terra con i primi tre romanzi, “La Mennulara”, “La zia Marchesa” e “Boccamurata”: forse era una necessità per lei, avviarsi nel suo nuovo cammino di scrittrice ricalcando passi su sentieri conosciuti. In “Vento scomposto” è l’esperienza di lavoro ‘inglese’ come avvocato e presidente di Tribunale che le fornisce il materiale per un romanzo disturbantemente appassionante. Essersi occupata di difesa dell’infanzia, aver dovuto dare il suo giudizio in cause riguardanti casi di disagio, di bisogni speciali nell’apprendimento. E la premessa al romanzo è in una nota introduttiva sul Children’s Act del 1989 che stabilisce il diritto del minore ad un suo avvocato e ad un suo tutore legale a spese dello stato.
    C’è una famiglia dell’alta borghesia al centro del ciclone di “Vento scomposto”- i Pitt. Lui, Mike Pitt, è un merchant banker; la moglie Jenny è consulente di una catena di negozi; la primogenita Amy, sette anni, frequenta la scuola elementare; Lucy, quattro anni, va all’asilo. Il problema nasce proprio qui, nell’asilo dal nome così luminoso, ‘Sunshine Nursery’. Perché una maestra attribuisce un significato sessuale a dei disegni della bimba, alla direttrice non piace che sia la baby-sitter a presenziare alle riunioni indette per i genitori…e i Pitt vengono tacciati di altezzosità e noncuranza, alla piccola Lucy vengono attribuite parole di denuncia nei confronti del padre che avrebbe abusato di lei. I servizi sociali intervengono, si arriva al punto che si pensa di togliere le bambine ai genitori, alla decisione della moglie Jenny di istruire la causa contro il marito, in modo che lui esca di casa e almeno lei possa restare con le figlie. E la coppia si rivolge a Steve Booth, avvocato specializzato in diritto di famiglia.

     Disturbante e appassionante- sono gli aggettivi che abbiamo usato per questo romanzo che non è racchiuso solo nella trama principale e nei personaggi descritti. Perché i poli di “Vento scomposto” sono due: la bella casa dei Pitt a Kensington di cui conosceremo alcune stanze nei dettagli (la Jacuzzi nella camera da letto dei genitori: perché solo Lucy ha fatto il bagno nella vasca con il papà? Dove era Amy mentre papà e bambina erano nella vasca? Importante: aveva o no le mutande il papà? E poi, la cameretta delle bimbe, con i letti a castello: il papà entrava nella loro stanza la sera? Certo. Che cosa faceva? Dava il bacio della buona notte. E poi?) e lo studio di Steve a Brixton, area multietnica di Londra.
Kensington
Nello studio dell’avvocato c’è un via-vai di clienti, innocenti e colpevoli, ognuno con i suoi problemi. E noi sapremo tutto o quasi anche di loro- la donna picchiata dal marito più giovane, la nonna che alleva i figli della figlia, la ragazza che non riesce a stare lontana dalla droga e che, alla fine, affida la sua bambina al proprio padre, la giovane curda abusata dai fratelli…E Steve che si occupa di tutti, sembra avere tempo per tutti, intelligente, esperto, calorosamente umano pur nel pieno controllo di sé. Intorno a loro, psichiatra infantili, psicologi, assistenti sociali, maestre, puericultrici che spesso sembrano interpretare la realtà con occhi paranoici. A volte i cammini di questi personaggi si intersecano, anche se non si conoscono, come avveniva ai protagonisti di “Mrs. Dalloway”- anzi, a volte proprio nelle stesse vie e negli stessi parchi di Londra del libro della Woolf.
Brixton
E tutte le storie dietro di loro ci inquietano- è disturbante il dubbio se Mike Pitt sia o no un pedofilo, ma sono altrettanto disturbanti le verità che vengono alla luce- in ricordi, incubi, comportamenti di chi ha subito simili abusi, più di frequente di quanto si immagini-, e lo sono pure i pericoli di fraintendimenti che possono originare una distruttiva caccia alle streghe.
     “Venti scomposti” ha, a tratti, qualcosa di cronachistico, tanta è la materia a cui la scrittrice ha accesso di prima mano; molto più spesso ha un passo veloce e il ritmo di un thriller legale che tiene in sospeso fino alla fine, che ci coinvolge nel profondo e ci dà molto da pensare.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


    


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