venerdì 1 luglio 2016

Marta Rojas e Mirta Rodríguez Calderón, “Tania, la guerrigliera” ed. 2000

                                                            Voci da mondi diversi. Cuba
         testimonianze
        FRESCO DI LETTURA

Marta Rojas e Mirta Rodríguez Calderón, “Tania, la guerrigliera”
Ed. Zambon, trad. Adriana Chiaia, pagg. 253, Euro 12,80


     Quando delle persone fuori dell’ordinario camminano nella Storia, capita che, alla loro morte, la leggenda si impadronisca di loro, o- quel che è peggio- dicerie e chiacchiere vuote attribuiscano loro azioni e comportamenti che non hanno riscontro nella realtà. Il libro “Tania, la guerrigliera”, curato dalle giornaliste cubane Marta Rojas e Mirta Rodríguez Calderón, è una raccolta di testimonianze di coloro che hanno conosciuto Tania, sia in Germania, sia a Cuba, sia in Argentina e in Bolivia dove morì il 31 agosto 1967 durante un’imboscata tesa ai guerriglieri del Che. Non sono soltanto i compagni o le persone con cui Tania è venuta in contatto a parlare, ma anche la madre Nadia Bunke, anche l’uomo che Tania ha amato, il ‘negrito’ che nomina in una lettera alla madre, Ulises Estrada Lescaille che nel 1999 ha rilasciato un’intervista ad Adriana Chiaia (traduttrice del libro). Ecco, smentiamo subito le voci che fanno più male al cuore di una madre e dell’uomo che l’ha amata: è vero che Tania ha sposato uno studente boliviano per avere il passaporto per entrare in Bolivia, ma è falso che fosse una donna di facili costumi, che si infilasse nel letto di tutti, che fosse l’amante del Che. Leggendo quello che viene raccontato di lei, soprattutto ascoltando la sua voce nelle lettere riportate nel libro, mettendo insieme i pezzi per ricostruire la sua personalità, sentiamo che no, quello è un dettaglio stonato che non si accorda affatto con quello che sappiamo di lei. Ulises Estrada nega anche che Tania sia stata una spia cubana, o tedesca o sovietica: “fu una latinoamericana votata, con tutto il suo fervore, alla lotta in questo continente”.
Tamara a nove anni
    Era nata in Argentina, nel 1937. Il suo destino era già contenuto nella sua nascita, figlia di genitori fuggiti dalle persecuzioni naziste in Germania. Le era stato dato il nome esotico di Haydée (come l’eroina romantica del “Don Juan” di Byron) Tamara (molto russo, un omaggio alla fede comunista dei genitori). Quando i Bunke decidono di tornare in Germania e di stabilirsi nella Repubblica Democratica Tedesca, nel 1952, il cuore di Tamara resta in Argentina, la sua prima lingua è lo spagnolo, ha già preso coscienza delle disuguaglianze sociali nel suo paese- in senso lato, perché è a tutto ‘il Cono Sur’ che pensa, come il Che-, e quando, nel 1961, ha la possibilità di andare a Cuba con il biglietto di un ballerino messicano che ha scelto di restare in Europa dopo il tour del corpo di ballo nazionale cubano, Tamara non ha esitazioni.

    Il libro delle due giornaliste è molto vario e dettagliato. Seguiamo l’inserimento a Cuba di Tamara che dapprima si occupa di traduzioni e solo parecchio tempo dopo seguirà un addestramento per i compiti che le verranno affidati, di infiltrata in Argentina e poi in Bolivia, leggiamo del suo entusiasmo nelle lettere che scrive ai genitori, della felicità che prova nel sentirsi realizzata in quello che sta facendo, della fratellanza con coloro che condividono i suoi ideali, della fede e della speranza in un futuro diverso. Migliore, qualunque sia la sorte che aspetta loro singolarmente.
Mirta Rodríguez Calderón
L’impresa in Bolivia, infine, con la testimonianza di ‘Pombo’, estratti del diario del Che, le parole di Tamara (si firma Eure kleine Ita, la vostra piccola Ita, con il nomignolo che usavano per lei in famiglia) nella lettera ai genitori, “sto compiendo il mio dovere e so che per voi, come per me, questo viene sempre prima di tutto.”
     Tania fu colpita mentre guadava il Rio Grande, a Vado del Yeso. Il suo cadavere fu trascinato dalla corrente e restituito giorni dopo. A noi piace ricordarla con i versi di Ulises Estrada, l’uomo che l’ha amata, “Un addio tra noi non ci sarà /perché tu ritornerai!” e con quelle di sua madre, “ Tanti mi domandano ancor oggi se, per caso, non sia in qualche modo imparentata con Tamara Bunke…un tassista, una cameriera al bar, un medico all’ospedale. Mi fa bene al cuore constatare che mia figlia non è stata dimenticata”.


Marta Rojas




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