giovedì 25 giugno 2015

Olga Grjasnowa, “Tutti i russi amano le betulle” ed. 2015

                                                      Voci da mondi diversi. Area germanica
               FRESCO DI LETTURA


Olga Grjasnowa, “Tutti i russi amano le betulle”
Ed. Keller, trad. Fabio Cremonesi, pagg. 288, Euro 16,00


      “Tutti i russi amano le betulle”- è vero? non è vero? E’ un luogo comune, uno stereotipo che fa credere di sapere tutto sui russi, di averli catalogati. Come dire che i liguri, o gli scozzesi, sono tirchi. E’ una frase che spunta in uno dei tanti dialoghi del romanzo di Olga Grjasnowa, un libro così ricco di gente diversa, di provenienza e lingue e culture diverse in un mondo che all’improvviso sembra diventato piccolo e ripetitivo- conflitti già vissuti rispuntano fuori in qualche altra parte della terra dopo che si sono spenti altrove.
   La protagonista si chiama Masha, vive a Francoforte con il suo ragazzo, Elias. Masha è un’azera ebrea che viene da Baku, a tratti nei suoi ricordi affioreranno i giorni di guerra incomprensibili per lei bambina, quando l’Azerbaijan era in lotta con il Nagorno Karabakh che si dichiarò indipendente nel 1991, mentre le forze armene occupavano ben sette provincie dell’Azerbaijan per ricondurle nel 1994 entro il territorio del Nagorno Karabakh. Masha ricorda di essere stata portata a casa della nonna, ricorda pogrom contro gli armeni, ricorda la paura. Sono questi ricordi che la portano ad affiancare i più deboli?

All’inizio del libro Masha studia per diventare interprete, conosce già cinque lingue. Poi Elias ha un banale incidente, si rompe una gamba. Pare impossibile che, di questi tempi, un ragazzo giovane possa morire per una ferita che si infetta. Come durante la guerra- dice qualcuno. E a Masha viene a mancare la voglia di vivere. Ambiva ad un incarico all’Onu, si accontenta di un posto come interprete in Israele, da lì finirà nella striscia di Gaza.
     Elias, che scompare presto dalla scena, è l’unico personaggio che non ‘proviene’ da nessun altro luogo. Tutti gli altri hanno scenari molto varii alle spalle- Sami, l’ex ragazzo di Masha è nato a Beirut e solo questo dettaglio gli crea problemi quando deve chiedere un visto per gli Stati Uniti, ci sono poi un turco (gay), una ragazza israeliana, un giovane palestinese. Sono tutti uniti tra di loro dalla giovinezza, da una fratellanza di ideali che superano la contingenza degli estremismi, che guardano ad un mondo di pace e di uguaglianza.
Baku
    Olga Grjasnowa è giovane (è nata nel 1984 a Baku) ed in parte si rispecchia nella sua giovane protagonista. Il suo romanzo ha l’esuberanza e quel misto di eccitazione e tristezza che appartiene alla gioventù, quella voglia di provare nuove esperienze, quell’apertura alle possibilità della vita e alle nuove conoscenze che è propria di chi si affaccia al mondo e che, se ne ha già conosciuto gli aspetti negativi, crede però che ci sia una riserva di bellezza e di bontà che di certo appianerà conflitti e divergenze. E’ anche un romanzo un poco frammentario e disuguale, a tratti realistico, a tratti sentimentale, interessante quando rievoca la storia dei conflitti tra azeri, armeni ed ebrei in un’area geografica di cui non sappiamo molto, più scontato quando affronta lo scottante tema palestinese.

    “Tutti i russi amano le betulle” si è aggiudicato il premio Klaus-Michael Kuehne e il premio Anna Seghers.


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