venerdì 12 giugno 2015

Giampaolo Simi, “Cosa resta di noi” ed. 2015

                                                                              Casa nostra. Qui Italia        
          cento sfumature di giallo
           FRESCO DI LETTURA


Giampaolo Simi, “Cosa resta di noi”
Ed. Sellerio, pagg. 300, Euro 14,00


     Ho chiamato Guia pensando di dirle che c’era tanta neve, sul mare, e che doveva vederla, e che per vedere com’era bello doveva tornare qui, ma presto, prima che si sciogliesse. Ma Guia aveva il telefono staccato. Quanto ad Anna, non mi azzardavo certo a cercarla. Qualsiasi contatto, dal giorno prima, attizzava il fuoco della colpa che si stava spegnendo nella quiete della neve.


   Viareggio. Edo e Guia. Una coppia, ma non una coppia come tante. Lei, molto bella, molto signorile, di cognome fa Bardi, una ricca famiglia di Firenze. Lui non ha terminato gli studi, faceva il bagnino quando Guia l’ha conosciuto. Lei fa la scrittrice e abita per lo più a Roma, raggiungendo il marito in treno il più spesso possibile. Lui ora gestisce i bagni Antaura, di proprietà dei suoceri: da bagnino di serie B è passato a fare il bagnino di serie A. Sono innamorati, su questo non c’è dubbio. Anzi, lui la adora letteralmente. MA.
Ma non riescono ad avere figli. “Cosa resta di noi”, uno psico-thriller che si divora (anche perché è scritto benissimo), incomincia proprio mettendoci davanti a questo problema di coppia, il calvario delle analisi, delle cure, delle attese snervanti, delle frustrazioni tentativo dopo tentativo, del senso di inferiorità che la donna, soprattutto la donna, prova ad essere sterile.

   Guia si getta nella scrittura di un nuovo libro. Sarà un libro sulla morte al contrario, un libro che parla di chi non potrà mai morire perché non è neppure venuto al mondo, la straziante immaginazione della vita di un figlio mai nato che esiste solo nella mente e nel cuore di una donna che vorrebbe diventare madre.
   Edo è impegnato nei lavori invernali di mantenimento e miglioramento dello stabilimento balneare. Deve essere rifatta la piastrellatura ed è così che incontra Anna, addetta alle vendite di una nota e pregiata manifattura. Piacente, sulla quarantina, abile nella schermaglia amorosa. Riuscirà il nostro ex bagnino sull’orlo della crisi matrimoniale a resisterle? Ahimè, no. E poi Anna scompare. Scompare proprio, saranno le amiche a dare l’allarme.
    L’enigma da risolvere, nel romanzo di Giampaolo Simi, è quello della scomparsa di Anna. C’è chi sostiene che è viva (sembra impossibile), più probabile che sia morta in quel 14 febbraio di insolita neve in Versilia. Così insolita che il nostro ex bagnino (che tace sul suo incontro con lei e vuole capire che cosa sia successo per allontanare sospetti da sé) ricorre ad una maniera insolita di indagine- guardare sui social network le foto che i viareggini hanno postato per ricordare l’evento straordinario. E arriva ad una soluzione.

L’indagine più interessante, tuttavia, è un’altra, o meglio, sono le altre, quelle che si addentrano nelle tortuosità delle menti dei protagonisti, di Edo (perché mai si è lasciato attrarre?), di Guia (ulteriormente frustrata dal rifiuto dell’editore di pubblicare il suo libro), del comico da strapazzo che era l’amante di Anna (respinto da lei di recente). E’ nel tracciare questo ultimo personaggio che viene fuori la vena grottesca e satirica del romanzo, perché l’uomo che calca le scene con il nome di Giangi, che suscita risate crasse con battute volgari e scontate, che si comporta come fosse il padrone del mondo (ahimé, quale padrone, un ubriacone che pensa tutto gli sia lecito, anche i comportamenti più sconci in pubblico), ben rappresenta il cattivo gusto e l’imbarbarimento della nostra società. E il fatto che Guia si presti alla commedia dappoco al suo fianco, che si trasformi da aspirante mamma a infermiera, ci fa dubitare sulla sua disperazione nella sala d’attesa dell’ospedale, all’inizio della vicenda.
    Il caso di Anna Di Fosco viene archiviato, ognuno si tiene le sue colpe ben nascoste, ognuno ha pagato il suo prezzo, mai abbastanza alto per quello che è successo. Si salva- forse, perché il silenzio è pesante quanto una colpa- l’ex bagnino ormai anche ex gestore dei bagni Antaura che si imbarca come tuttofare sullo yacht del re dei surgelati. E’ l’unico che ha conservato la sua dignità senza cadere in basso.

    Bellissima l’atmosfera che si respira nel romanzo di Giampaolo Simi. Quella che sa di mare d’inverno, di spiagge non affollate da turisti stravaccati al sole, di profumo di sale e non di creme abbronzanti, di sabbia su cui solo i gabbiani hanno lasciato impronte, di duro lavoro per permettere a spensierati bagnanti di godersi le vacanze.

la recensione sarà pubblicata su www.wuz.it


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