Voci da mondi diversi. Medio Oriente
cento sfumature di giallo
fresco di lettura
Esmahan Aykol, “Tango a Istanbul”
Ed. Sellerio, trad. Emanuela
Cervini, pagg. 297, Euro 14,00
Titolo originale: Tango Istanbul
Le ero talmente grata che evitai di
rispondere per le rime. “Possiamo davvero partire dal presupposto che Nermin ti
abbia raccontato la verità?”.
“No, ma possiamo partire dal
presupposto che non aveva motivo di mentire. La differenza la capisci da te,
vero?”.
Annuii. La mia care Lale ha un acume sorprendente. Sta raccogliendo i
frutti della sua passione per i gialli. Anni e anni di letture in grado di
stimolare le capacità logiche, come e più della matematica.
Kati Hirschel mi è sempre più simpatica.
Così simile ad una qualunque donna che osserva l’effetto del passare del tempo
su se stessa con intelligenza e ironia, accettandosi per quella che è senza
rinunciare alla civetteria. Kati è intelligente, è brillante, è vivace, è
spiritosa. In una parola- è simpatica, l’ho già detto e lo ripeto.
I romanzi di Esmahan Aykol non sono di
indagine poliziesca, piuttosto di indagine dilettantistica svolta da una donna
che ha superato i quarant’anni e che è appassionata di libri gialli, tanto da
aver aperto l’unica libreria di Istanbul specializzata nel settore- Kati
Hirschel, per l’appunto, tedesca nata in Turchia dove il padre si era rifugiato
all’inizio delle leggi razziali in Germania, una sorta di Miss Marple
‘ritoccata’, più giovane, più carina, più frizzante. Con lo stesso acume, però,
come si dice in quest’ultimo libro della serie (il quarto) che la vede come protagonista.
“Tango a Istanbul” ha un inizio pretestuoso, una sorta di presagio: dopo
tutto, non capita poi spesso ad una normale cittadina di imbattersi in un
delitto. Kati accompagna Fofo, il suo coinquilino gay, da una chiromante e,
scettica ma curiosa, si fa leggere la mano pure lei. La chiromante si ritrae
spaventata: ha visto il corpo senza vita di una donna nel futuro di Kati. Poco
dopo Kati apprende che Pelin, la giovane commessa della libreria, è andata in
ospedale: Nil, una sua amica di Smirne, è svenuta mentre era seduta al bar ed
ora è in coma. Soffriva di cuore? Si drogava? A quanto pare niente di tutto
ciò, qualche spinello, sì, ma non da giustificare lo stato in cui si trova ora.
E’ sufficiente per aguzzare la curiosità patologica di Kati che si mette sulle
tracce di un possibile criminale, come un segugio, indagando sulla bella Nil
che sembrava vivere molto al di sopra delle sue possibilità- appartamento
splendido, quadro d’autore, vestiti e accessori firmati. Come era possibile,
visto che, oltre tutto, era stata licenziata sei mesi prima dal giornale per
cui scriveva? Poi: sono scomparse le sue chiavi di casa. E che ne è del romanzo
che aveva scritto, una storia della sua famiglia, del nonno che era fuggito con
un’amante greca in Argentina?
Il pregio dei romanzi di Esmahan Aykol è di
essere leggeri con garbata serietà, di avere un fondo serio con l’apparenza di
non essere tale: il meglio per farci riflettere senza che ce ne accorgiamo, per
stuzzicare la nostra curiosità, per aprirci uno spiraglio sui retroscena della
vita in Turchia. Le vicende di Nil ci parlano della Storia passata della
Turchia, della discriminazione e della persecuzione delle minoranze, della
sempre attuale censura sulla stampa, di ricatti mafiosi anche se non firmati dalla
mafia. Il tutto, però, spruzzato di frivolezza, con spuntini di appetitosi di simit (le squisite ciambelle cosparse di
sesamo) e bicchierini di raki, occhi
languidi di Kati e colpo di fulmine quando conosce l’intellettuale vicino di
casa di Nil, l’allegria di una casa (quella di Kati) che si apre per dare
ospitalità a chi dovrebbe altrimenti cercare una camera in albergo, i maneggi
(non solo di Fofo) perché Kati possa rilevare il negozio accanto alla libreria
per ingrandirla. Ed è con questa prospettiva- che segna il successo della
nostra protagonista- che si chiude il romanzo, quando si fa anche luce su che
cosa abbia causato la morte sia di Nil sia del suo amante che era stato
ricoverato lo stesso giorno in ospedale, in condizioni gravissime.
Un’altra cosa: se programmate un viaggio a
Istanbul, acquistate pure una guida turistica, ma leggete anche i romanzi di
Esmahan Aykol. Vi condurranno per le strade della città, vi suggeriranno di
saltare su un taxi e poi, se siete di fretta, scendere e proseguire a piedi, vi
indicheranno dove trovare i simit
migliorei, e dove andare a bere qualcosa guardando il Bosforo. Vi ritroverete a
citare, ‘Kati dice che…’- meglio di una Lonely
Planet!
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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