il libro ritrovato
Edmund de Waal,
“Un’eredità d’avorio e ambra”
Ed. Bollati Boringhieri, trad. Carlo Prosperi, pagg. 388,
Euro 18,00
Netsuke:
è una piccola scultura di manifattura giapponese in avorio, o ambra, o legno
pregiato. E’ un oggetto da collezione, anche se all’origine, nel XV secolo,
aveva la funzione di tenere fissato alla cintura del kimono il cordoncino da
cui pendeva un portamonete, o un porta medicine.
Edmund de Waal, l’autore di
“Un’eredità di avorio e ambra”, si è ritrovato ad essere il proprietario di 264
netsuke alla morte dello zio Iggie. Lui, meglio di chiunque in quanto
ceramista, è in grado di apprezzarne la bellezza squisita, la perfezione
artistica e il valore. Valore non solo in quanto oggetti preziosi ma anche- e
ad un certo punto soprattutto- in quanto oggetti che hanno condiviso la storia
della sua famiglia per quasi un secolo e mezzo.
Sono i netsuke che spingono
Edmund de Waal sul sentiero del passato, e non potrebbe essere diversamente,
essendo loro stessi voci silenti di un passato ancora più lontano nel tempo e
nello spazio. Tutto nasce, forse, da una prima domanda: come sono arrivati
questi oggetti in mano al loro primo proprietario, Charles Ephrussi, cugino del
bisnonno dello scrittore, Viktor Ephrussi? La storia inizia a Parigi, dunque,
negli anni ‘70 dell’800, dove Charles Ephrussi è arrivato da Odessa dove, a sua
volta, suo padre e suo zio erano arrivati da Berdicev, la cittadina ucraina che
diede i natali a Joseph Conrad e a Vassilij Grossman. Erano commercianti di
grano, gli Ephrussi, divenuti poi banchieri. Enormemente ricchi, ebrei non
praticanti che frequentavano- ovunque vivessero, Odessa, Parigi, Vienna, San
Pietroburgo- la migliore società, citati, o presi a modello, nella Recherche di Proust e nei romanzi di
Joseph Roth.Odessa |
Non è un romanzo sulla perdita, quello di
de Waal. Piuttosto sulla scomparsa di un mondo- che è poi anche una perdita. E
tuttavia quello che si è gloriosamente salvato, quello che ci è giunto
attraverso le peripezie di una famiglia (che sono quelle del popolo ebraico),
la straordinaria collezione di netsuke, ci parla di altro, di una ferrea
volontà di sopravvivere e di ricominciare. Di tramandare e di non dimenticare.
Questo è un libro prezioso, tanto quanto i
netsuke. Questo libro è un netsuke.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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