Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
seconda guerra mondiale
il libro dimenticato
Sarah Waters, “Turno di notte”
Ed. Ponte alle Grazie, trad. G.
Dell’Acqua, pagg. 416, Euro 11,05
Londra. 1947. 1944. 1941. Una città e
tre date. Si srotola all’indietro la storia dei personaggi del romanzo “Turno
di notte” di Sarah Waters. Li incontriamo tutti, uno dopo l’altro, da soli o in
coppia, due anni dopo la fine della guerra- Kay, che ostenta il taglio di
capelli cortissimi e i pantaloni, incurante di sembrare un uomo; Helen, che
soffre nel non poter vivere apertamente la sua relazione con Julia ed è
tremendamente gelosa delle altre donne che Julia conosce; Viv, che porta avanti
una stanca storia d’amore con un uomo sposato; Duncan, il fratello di Viv, che
vive con un uomo più anziano che chiama ‘zio’ e incontra per caso un ragazzo
che era con lui in prigione.
Non è mai facile, iniziare a leggere una
storia dalla fine. Però è stuzzicante. Dobbiamo cercare di capire quello che
ancora non sappiamo, fare supposizioni che forse saranno smentite. Perché Kay
si aggira da sola per la città? Che legame c’è- o c’era- tra Kay, Helen e
Julia? E Viv, perché sobbalza nell’intravvedere Kay tra la folla, fa in modo di
incontrarla di nuovo e le fa scivolare un anello in mano? Perché Duncan è stato
in prigione? Dell’altro ragazzo viene detto che era un obiettore di coscienza,
ma Duncan? E perché si autopunisce?
Troveremo risposte parziali alle domande
nella parte ‘1944’- l’apice della narrazione- e sapremo finalmente tutto, gli
antefatti di tutto, nella parte ‘1941’.
Come nei romanzi di Sarah Waters
che abbiamo già letto, ci rendiamo subito conto che la scrittrice dedica una
particolare attenzione alle coppie ‘gay’, all’amore lesbico soprattutto. In
“Turno di notte” c’è, tuttavia, un’ambientazione speciale- la guerra, che, in
qualche maniera, riesce a rendere più importante questo legame tra donne e,
nello stesso tempo, a farci sembrare irrilevante qualunque critica o scherno.
Quando la vita potrebbe esserci tolta un momento per l’altro, che importanza ha
se l’oggetto del nostro amore è del nostro stesso sesso? In un mondo che va in
fiamme, l’amore, qualunque esso sia, è la cosa più preziosa da salvare dalle
rovine. Non è un caso che Kay sia un’ausiliaria del turno di notte. ‘Turno di notte’-
verrebbe di pensare a tutt’altro, leggendo queste parole staccate da ogni
contesto. E, invece, il volontariato di Kay richiede coraggio, sangue freddo,
forza fisica. Kay fa il turno di notte a guidare l’ambulanza che si reca
immediatamente sul posto dove sono cadute le bombe, dove palazzi sono stati
ridotti in macerie, dove si è fortunati se si riesce a salvare qualcuno, dove
spesso si trovano corpi smembrati, madri istupidite dallo shock cercano i
figli, bambini vagano tra rovine pericolanti cercando la mamma.
Sarah Waters ha scelto con cura le storie
che ci racconta dei suoi personaggi, le sue protagoniste ricalcano gli stessi
sentimenti delle coppie etero- l’innamoramento, i giorni gloriosi della
scoperta dell’altra, i regali e la gioia degli incontri, e poi la gelosia e la
possessività (in anni diversi, la gelosia di Kay nei confronti di Helen è
uguale a quella di Helen per Julia), il disamore. Sono rapporti che non ci
disturbano affatto, ci turba di più la meschinità e il senso di sordido che ci
trasmette l’anziano secondino della prigione, ci rattrista di più la gioventù
sprecata di Viv che, forse, solo alla fine, riesce a dare un taglio alla lunga
relazione senza speranza con un uomo che si è preso tutti i vantaggi della
situazione.
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