Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
Casa Nostra. Qui Italia
saga
FRESCO DI LETTURA
Catherine Banner, “La
casa sull’isola”
Ed. TRE60, trad. Maria Laura Di Rocco, pagg. 432, Euro 14,28
Ancora una volta mi trovo a scrivere-
quanto più bello il titolo originale di questo libro di Catherine Banner! Invece
di “La casa sull’isola”, The House at the
Edge of Night, che fa pensare a scogliere su un mare nero con spruzzi bianchi
di spuma come il cielo di notte trapunto di stelle.
Inizia in un tempo lontano- a
fine ‘800- il romanzo di Catherine Banner, quando un bambino viene depositato
sulla soglia del brefotrofio di Firenze. Quel bambino, Amedeo Esposito, si farà
strada nella vita, studierà medicina, accetterà un incarico di medico condotto
sull’isola di Castellamare, di fronte a Siracusa, e diventerà il capostipite
della famiglia di cui seguiremo le vicende per quattro generazioni. C’è un che
di piccante nel ‘vero’ inizio delle vicende- nella stessa notte in cui sua
moglie mette al mondo il loro primo figlio, Amedeo viene chiamato al capezzale
della moglie del conte che è signore dell’isola per aiutarla a partorire.
Nascono due maschi, le voci girano, si dice che siano entrambi figli di Amedeo,
che lui abbia amoreggiato con la contessa nelle grotte in riva al mare, quelle
da cui ogni tanto esce rumore di pianti. Vero? falso? E comunque è stato un
errore, Amedeo non riconoscerà mai quel bambino che non gli assomiglia per
nulla.
Potremmo essere diffidenti verso questo
libro- è un’ennesima saga con spezie di folklore mediterraneo? Ebbene, sì, è
una saga, è speziata di folklore e, come tutti i libri di questo genere, dà
assuefazione, ci fa affezionare ai personaggi, ci fa parteggiare per l’uno o
per l’altro, ci fa restare in ansia per quello che potrà accadere, ma Catherine
Banner ha una penna felice, le pagine volano sotto i nostri occhi, i personaggi
prendono vita, le loro storie ci divertono o ci rattristano, la grande Storia
scorre sullo sfondo e i cambiamenti epocali arrivano- in ritardo, attutiti, ma
arrivano anche a Castellamare.
Amedeo non è l’unico ad essere stato
consegnato dal mare all’isola. Molti anni dopo- è l’anno dello sbarco degli
Alleati in Sicilia- un inglese ferito viene ‘spiaggiato’ e soccorso e curato.
Troverà alloggio nella Casa ai Margini della Notte, si innamorerà della figlia
di Amedeo…ma succederanno tante altre cose prima di un finale felice di questa
storia. E tutte le altre cose sono ministorie che coinvolgono gli altri
abitanti dell’isola oltre agli Esposito, e non c’è rischio di dimenticarsi di
nessuno, di confondere nessuno, perché Catherine Banner sfrutta l’usanza della
narrativa popolare di attribuire ad ognuno soprannomi in aggiunta al vero nome
e il risultato è un quadro dalle tinte forti, pieno di vita. Ci sembra di
conoscere, uno per uno, i personaggi, così come ci sembra di sentire il profumo
delle bougainvillee o dell’aria che sa di sale. Amedeo, a cui era stato
proibito di esercitare dopo lo scandalo dei due bambini nati nella stessa
notte, vede lo storico bar che ha rilevato insieme alla Casa ai Margini della
Notte prosperare e passare attraverso periodi di crisi, vede i figli partire
per la guerra, insieme alla figlia introduce novità come la radio e più tardi
la televisione, guarda con sospetto la nuova banca di cui tutti parlano e
intanto sant’Agata sfila ogni anno portata in processione lungo tutta la costa
dell’isola, facendo miracoli che sono tali solo per chi crede ciecamente in
lei.
Ha qualcosa di miracoloso, in effetti, la
capacità di stregarci di Catherine Banner con le storie degli abitanti di
Castellamare a cui si aggiungono- libro dentro il libro- le storie popolari
tramandate a voce e raccolte da Amedeo in un quadernetto rosso, un’eredità da
lasciare a figli e nipoti di valore pari alla Casa ai Margini della Notte,
anche questa un personaggio vivo quanto gli altri, che conosce gli alti e i
bassi della ruota della Storia.
Nessun commento:
Posta un commento