Voci da mondi diversi. America Latina
FRESCO DI LETTURA
Cristóvão
Tezza, “La caduta delle consonanti intervocaliche”
Ed. Fazi, trad. D. Petruccioli, pagg. 237, Euro 14,88
Francia e Italia. Svezia e Norvegia. Germania e Austria. Spagna e
Portogallo. Ci sono paesi fratelli o cugini, amici diventati a tratti nemici e
poi ritornati amici nel corso della Storia, che per ragioni geografiche,
storiche e politiche condividono molti aspetti della loro cultura e della loro
lingua- si assomigliano e si intendono.
Spagna e Portogallo: risale al X e all’XI secolo la caduta delle consonanti intervocaliche che avrebbe costituito la
maggiore differenza tra le due lingue. Un esempio facilissimo: da ‘santo’ a ‘são’.
Questa trasformazione della lingua è il soggetto degli studi di Heliseu da
Motta e Silva, professore di filologia romanza ormai in pensione. Il romanzo di
Cristóvão Tezza, una delle voci più importanti della letteratura brasiliana
contemporanea, lo coglie in un giorno importante della sua vita, quello in cui
deve recarsi alla cerimonia in suo onore nell’università in cui ha insegnato.
Un giorno nella vita di un uomo- un tema classico, pensiamo a Leopold
Bloom e a Mrs. Dalloway. E tuttavia, a differenza degli altri due personaggi,
Heliseu non esce di casa, non lo seguiamo nel suo percorso verso l’università.
Ha settant’anni, Heliseu, e nel giorno in cui deve pronunciare un discorso che
riassuma la sua carriera, si gira indietro e considera la sua vita. Ricorda,
pensa, affastella frammenti di ricordi, li rivede, li corregge, si pone
domande, forse è la prima volta che si sforza veramente di dire la verità anche
a se stesso. Esaminare la propria vita è un po’ come studiare filologia: qui
c’è una parola di cui bisogna risalire alla forma originale, nella vita ci sono
dei fatti, dei comportamenti, delle azioni- che cosa c’è stato alla base di
tutto?
La filologia è stata Galeotto
nell’incontro di Heliseu con la donna che doveva diventare sua moglie e che gli
avrebbe dato il suo unico figlio, c’è qualcosa di intrigante nella filologia,
quella capacità di spiegare le parole che usiamo ogni giorno che conferisce
un’aria un po’ magica anche se pure un poco pedante al professor Heliseu. Il
quale poi si innamorerà come un adolescente di una ragazza francese che è
venuta a sentire una sua lezione. Spigliata e provocante, Thérese (che non
potrà non giocare sullo sbaglio di quell’accento con un professore di
filologia), ‘giocherà’ con Heliseu, si servirà di lui, lo mollerà quando le
farà comodo. E intanto anche la moglie avrà tradito Heliseu, con qualcuno del
tutto inaspettato e insospettabile.
Era morta, la moglie di Heliseu. Era intervenuta la polizia- è un
ricordo assillante che gira in tondo nella mente di Heliseu in questa mattina
di preparativi. Forse la morte di Monica è addirittura il nodo del romanzo,
ricostruita a piccoli pezzi, immaginando o rivivendo interrogatori che sanno
molto di letteratura di genere. Era caduta dal terrazzo mentre innaffiava le
piante. Veramente per caso? Lui era veramente scivolato mentre cercava di
trattenerla? C’era bagnato per terra? Chi aveva visto qualcosa? La domestica
che è tuttora a servizio di Heliseu? Suo figlio, forse?
L’amante, la moglie, il figlio- quante colpe ha da rimproverarsi,
Heliseu, se vuole essere sincero, ora che il tempo stringe. Non il tempo che
gli resta prima della cerimonia, ma il tempo da vivere. Il figlio era stato un
cocco di mamma, Heliseu non gli aveva mai dedicato molta attenzione. Finché non
lo aveva sorpreso insieme ad un ragazzo…Ora suo figlio vive negli Stati Uniti,
gli ha scritto che lui e il suo compagno hanno adottato una bambina.
Heliseu doveva pensare a qualcosa da dire con autocompiacimento nel
momento in cui gli avrebbero consegnato il riconoscimento alla carriera e
invece…Heliseu semi-vestito, che fa la doccia e si prepara ad uscire, ha messo a nudo anche la sua coscienza. Che vita
piccola e meschina ha avuto. Incapace di prendere una posizione politica di
fronte alla dittatura, incapace di generosità in amore, presente solo per
condannare come padre, disprezzato dai colleghi, addirittura colpevole di un
crimine, forse. Si è salvato almeno come professore? Chissà.
Un romanzo toccante, poetico, colmo della tristezza della tragicità
quotidiana della vita quando si è incapaci di uscire dalla mediocrità, quando
si preferisce mentire anche a se stessi pur di negare la propria inettitudine,
quando ci si rende conto che il sipario sta per calare sulla parola ‘fine’.
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