giovedì 2 luglio 2015

Helen Humphreys, “Il giardino perduto”

                                      Voci da mondi diversi. Canada
            il libro ritrovato


Helen Humphreys, “Il giardino perduto”
Ed. Playground, trad. Carlotta Scarlata, pagg. 193, euro 14,00

    Bellissimo. Di una bellezza straziante. E non sembri strano che accosti due parole in contrasto tra di loro per esprimere il mio giudizio su “Il giardino perduto” della scrittrice canadese Helen Humphreys, perché l’equilibrio di questa opposizione di termini è proprio quello del giardino ideale (metafora della vita stessa) come è ambito dalla protagonista: ordinato e selvaggio- è così che Gwen vorrebbe il ‘suo’ giardino.
    E’ il 1941. I tedeschi bombardano Londra. Gwen, esperta botanica, trentacinquenne, scialba e bruttina, lascia Londra per dirigere il lavoro di sette ragazze (tutte agricoltrici volontarie della Land Army, come lei) in una tenuta nel Devon. E’ un modo per partecipare allo sforzo bellico, riconvertendo le coltivazioni dei giardini in altre che diano prodotti commestibili in questi anni di fame. Zappare e coltivare patate sarà l’unica cosa che farà ricordare alle ragazze che il paese è in guerra, così come la presenza di soldati canadesi alloggiati nella villa della tenuta in attesa di essere chiamati al fronte. Persino l’oscuramento è un di più- gli aerei tedeschi non turbano la quiete delle notti a Mosel.   

    Appena Gwen arriva a Mosel, le ragazze le appaiono tutte insignificanti. Tutte tranne una, Jane. Gwen darà un soprannome ad ognuna delle altre sei, le chiamerà con il nome di una patata. Quale scelta migliore dei vari tipi del tubero che è un alimento di per sé insipido ma nutriente, per delle giovani che coltivano patate? Eppure, con il passare dei giorni, ogni ‘patata’ rivelerà qualcosa di se stessa che ne farà un’identità precisa a cui Gwen si affeziona. Mentre Jane, Jane è speciale. Jane è quasi la controparte di Gwen. Soffrono entrambe. Jane per quello che ha avuto e ha perso: il suo fidanzato è dato per disperso in azione. Jane vuole tenerlo in vita con il suo amore, lei stessa vive solo di quello. Quando arriverà la notizia della sua morte certa, l’anoressia latente di Jane è giustificata dalla sua mancanza di volontà di vivere. Gwen soffre per quello che non ha mai avuto: né l’affetto di una madre che la considerava un peso, e tantomeno l’amore di un uomo. Gwen si fa delle illusioni sul bel capitano Raley, non immagina neppure perché lui sembri cercare la sua compagnia, fra tutte le altre. Quando lo saprà, sarà come se un uragano fosse passato sul suo giardino.
Perché Gwen ha scoperto un giardino segreto nella tenuta, un giardino che parla un linguaggio fiorito che lei è capace di interpretare, che è diviso in tre parti che riassumono l’intera esperienza d’ amore: il Giardino del Desiderio, quello della Perdita e quello della Fedeltà. Questa, attraverso il desiderio, la perdita e la fedeltà, è la storia d’amore di Jane, ma anche del capitano Raley, sarà quella di Gwen, e di chi altro la è stata? chi ha creato questo giardino scegliendo i fiori che racchiudessero il significato dei sentimenti? C’è una continuità temporale fissata nel giardino, nei fiori che rinascono ad ogni stagione, fedeli all’intento per cui sono stati seminati durante un’altra guerra. Un tratto di penna ha cancellato i nomi dei giardinieri di allora, ed ora la morte ha colpito da vicino i visitatori del giardino di questo nuovo tempo di guerra.

     Le descrizioni che Gwen fa del giardino sono in parole che accarezzano i fiori, che fanno esplodere la visione magica davanti ai nostri occhi: è come se l’aspetto poco attraente di Gwen nascondesse il giardino nascosto della sua anima.

     Mi capita di rado di iniziare a parlare di un libro anticipandone il giudizio. Quando avviene è perché il libro mi si è infilato nella mente, illuminandola. “Il giardino perduto” è un libro imperdibile e straordinario. 

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
a breve leggerete sul blog la recensione del nuovo libro di Helen Humphreys, "Il canto del crepuscolo"




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