venerdì 31 luglio 2015

Arnaldur Indriðason, “Una traccia nel buio” ed. 2015

                                                                  vento del Nord
        cento sfumature di giallo
        FRESCO DI LETTURA


Arnaldur Indriðason, “Una traccia nel buio”
Ed. Guanda, trad. A. Storti, pagg. 320, Euro 18,50


Leggere un romanzo dello scrittore islandese Arnaldur Indriðason significa fare un elogio della pacatezza. “Pacato” è l’aggettivo che meglio si confà ad un thriller di Arnaldur Indriðason, lontano dalla concitazione e dal ritmo serrato di altri romanzi del genere. Come se il freddo dell’Islanda avesse in certo qual modo congelato e rallentato il passo della narrazione, dando però il tempo per riflettere e soppesare gli avvenimenti.
      Ad Arnaldur Indriðason interessa il passato, passato come spiegazione del presente, e il confronto fra presente e passato, la ricerca del colpevole di un crimine nel passato e di conseguenza la ricerca del motivo dei cambiamenti nella società del presente, sono ancora una volta al centro del suo nuovo libro, “Una traccia nel buio”.
Un uomo di novant’anni è stato trovato morto nel suo letto. In apparenza niente di strano, anzi, che bel modo di dormire, nel sonno. E invece qualcuno ha accelerato il passaggio del vecchio nell’aldilà: è stato soffocato con un cuscino.
     Si apre parallelamente un’altra vicenda, nel lontano 1944, quando l’Islanda era ad un passo dall’indipendenza dalla Danimarca e, in questa fase finale della guerra, occupata dalle forze britanniche e statunitensi. Il corpo di una ragazza, Rosamunda, era stato trovato dietro il Teatro Nazionale. Era stata uccisa ma, qualche mese prima della sua morte, era stata vittima di una violenza, non aveva mai voluto dire da parte di chi, circolavano voci che fosse stato qualcuno del ‘popolo della notte’, un elfo, proprio come, circa tre anni prima e in un’altra parte dell’Islanda, era successo ad un’altra ragazza di cui non si era saputo più nulla, scomparsa. Il cadavere di Rosamunda era stato scoperto per caso da un soldato americano che stava amoreggiando con una ragazza islandese e le indagini erano state svolte da un poliziotto islandese e da un certo Thorson, figlio di islandesi emigrati in Canada e arruolato nelle forze americane.

     E’ proprio Thorson, il vecchio che è appena stato ucciso. Era ritornato a vivere in Islanda dopo la guerra, per ritrovare il silenzio e la pace della terra dei genitori che lo aveva incantato. Ed è un’altra persona non più giovane, che ha quindi una memoria personale dei tempi di guerra, che cerca di far luce sul delitto. Si chiama Konrað, suo padre era un truffatore che aiutava un medium nelle sedute spiritistiche. Konrað ricorda bene una seduta di cui avevano parlato anche i giornali- era stata a danno dei genitori della povera Rosamunda e, tuttavia, il medium aveva sentito la presenza di un’altra ragazza che si lamentava di avere molto freddo…
     Sono due i salti nel passato a cui ci conduce il delitto nel presente di “Una traccia nel buio”. Uno che ci trasporta negli anni quaranta, quando, in maniera stupefacente, il vento di guerra cambia radicalmente lo stile di vita islandese, poverissimo fino a quel momento. Gli americani portano con sé beni di consumo sconosciuti, fanno intravvedere possibilità di agio impensate. Qualcosa si smuove nell’economia dell’isola. Qualcosa si risveglia, ci si azzarda a sognare. Le ragazze sognano il lusso, si lasciano corteggiare dai nuovi arrivati in divisa, credono nella favola di Cenerentola, nelle promesse di matrimonio, sono sorde alle critiche di famigliari e conoscenti, che cosa sanno, gli altri, dell’amore? E’ quella che viene chiamata ‘la Situazione’- è successa la stessa cosa in tutti i paesi coinvolti nella guerra, di ragazze come Ingiborg è piena l’Europa. Ma Rosamunda e la ragazza scomparsa nel Nord avevano avuto anche loro un legame con un soldato dell’occupazione?

     Le storie di cui hanno parlato le due ragazze ci trasportano ancora più indietro nel tempo, in una Islanda folkloristica dove la realtà sconfina nell’immaginario, il popolo della notte cammina fianco a fianco con quello del giorno, e i fatti più dolorosi e crudi della vita quotidiana sono più facilmente accettati, se a loro viene data una spiegazione che possa giustificare la passività e l’inerzia.
     Una bella lettura per chi non è alla ricerca di forti emozioni.








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