giovedì 2 luglio 2015

Helen Humphreys, “Il canto del crepuscolo” ed. 2015

                                                   Voci da mondi diversi. Canada
                                                   FRESCO DI LETTURA

Helen Humphreys, “Il canto del crepuscolo”
Ed. Playground, trad. F. Viola, pagg. 205, Euro 13,60

     Primi anni della seconda guerra mondiale.
    James, arruolato nella RAF, viene fatto prigioniero e internato in un campo tedesco.
   Rose, la giovane moglie, soffre la solitudine nel cottage ai margini della foresta di Ashdown. Un matrimonio di guerra, quando la vita è appesa ad un filo e bisogna fare in fretta prima che il filo si spezzi. Si conoscevano da pochi mesi- davvero si conoscevano?
    Enid, la sorella di James, vive a Londra. La sua casa viene distrutta durante un bombardamento e cerca alloggio presso la cognata.
   Christoph, un tempo professore ed ora Kommandant del campo di prigionia in cui è recluso James.
   La scrittrice canadese Helen Humphreys ritorna al tema della guerra che è già stato lo sfondo per i bellissimi libri precedenti, “Il giardino perduto” e “Coventry”. In “Coventry” le rovine della città rosseggiavano intorno ai protagonisti, ne “Il giardino perduto” la guerra era lontana eppure sempre presente nel contributo allo sforzo bellico dato dalle ragazze che coltivavano patate. Ne “Il canto del crepuscolo” non ci sono azioni belliche, dopo la prima in cui il bombardiere di James viene abbattuto, eppure le conseguenze della guerra sono in ogni pagina, in ogni pensiero, in ogni respiro dei personaggi. E il romanzo di Helen Humphreys è lo studio di come un evento straordinario come la guerra possa cambiare uomini e donne, possa stravolgere le loro vite, possa portarli in direzioni che mai avrebbero preso.
      Così James che passa il tempo ad osservare gli uccelli.
E’ sempre stato amante della natura, ma adesso, chi o che cosa meglio di un uccello può interpretare il desiderio di libertà di un prigioniero? Il tempo di James è sincronizzato con l’attività dei codirossi che sorveglia con costanza- la costruzione del nido, la cova, gli uccellini implumi, il primo volo. Prende appunti, il suo comportamento farà nascere sospetti, sarà convocato dal Kommandant.
     Il Kommandant è il nemico. Ma che cosa vuol dire questa parola? Nemico è la guardia che spara al prigioniero perché gli dà noia il suo fischiettare sempre lo stesso motivo. Ma questo tedesco non più giovane che parla un perfetto inglese e che vuole regalare a James un libro sugli uccelli? In tempo di pace avrebbero passato ore a parlare insieme dei loro interessi.
     Rose non apre neppure più le lettere di James. Sua madre la perseguita incalzandola, ‘gli hai scritto?’, ‘devi scrivergli’. Ma Rose si è innamorata di un altro. Era stato amore, o la furia della guerra, quello che aveva provato per James?

    Enid sa di non essere ben accolta dalla cognata. Ma è dovuta scappare da Londra: c’era un uomo con lei, quando la casa è stata bombardata. E’ morto sotto le macerie. Era sposato, non sarebbe dovuto essere lì. Avere un segreto rende sensibili ai segreti altrui.
     Incontriamo di nuovo tutti i personaggi ad anni di distanza dalla fine della guerra. Come ne sono usciti? Non si esce mai da una guerra, in realtà. Le ferite restano impresse per sempre nel corpo e nell’anima. L’unica che ha dato una svolta imprevista alla sua vita, trovando una nuova felicità, è Enid. La vita di Rose è finita nel bosco di Ashdown, nell’incendio di un aereo. James studia i suoi amati uccelli da uno sperduto osservatorio nel Galles, preda di incubi ricorrenti. E Christoph, il Kommandant che è tornato a fare il professore, ha modo di ricordare il campo da lui sorvegliato quando riceve per posta il libro pubblicato da James. In una serie di flash, quelli che sono gli incubi di James- il compagno ucciso perché fischiettava, quello giustiziato perché aveva tentato la fuga, la volta in cui James era stato prelevato in macchina perché il Kommandant voleva mostrargli dei beccofrusoni e James era certo, invece, che gli avrebbero sparato- vengono ricordati da Christoph dal suo punto di vista, un uomo gentile, colto, umano, che aborriva la crudeltà e faceva il possibile per evitarla.
beccofrusone
Il beccofrusone, l’uccello che non ha il suo habitat in Europa, una rarità a vedersi, diventa il simbolo del Kommandant- e anche di James- che lottano per mantenersi integri, per salvare la loro anima in una guerra in cui le peggiori atrocità verranno commesse.

    Bellissimo, come tutti i libri di Helen Humphreys.



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