martedì 15 marzo 2022

Maria Luisa Agnese, “Anni sessanta. Quando eravamo giovani" ed. 2022

                                                                        Casa Nostra. Qui Italia

Maria Luisa Agnese, “Anni sessanta. Quando eravamo giovani”

Ed. Neri Pozza, pagg. 161, Euro 17,00

     Anni sessanta. Sembra preistoria. Forse lo è. Anche perché, in effetti, sono passati sessanta anni dagli inizi degli anni sessanta e non c’è niente come i numeri che provochino una vertigine affacciandosi al pozzo del tempo.

    Il libro della giornalista Maria Luisa Agnese, con un tocco di bacchetta magica, ci riporta indietro nel tempo- noi che ci eravamo già stati in quel tempo, noi che li abbiamo vissuti, i mitici anni sessanta, senza sapere peraltro che sarebbero diventati mitici, che ci avrebbero invidiato il nostro averli vissuti. E, dettaglio dopo dettaglio, un frammento dopo l’altro, un nome che ci risuona noto dopo l’altro, una notizia che aveva fatto scalpore dopo l’altra, tutto ci ritorna in mente e da immagine in bianco e nero si trasforma in foto colorate.

   La famiglia, La vacanza, La musica, Il costume, La cultura, La politica- sono questi i titoli sotto cui Maria Luisa Agnese raggruppa i ricordi del viaggio indietro nel tempo.

Si inizia con la vita quotidiana ed oggigiorno ci sembra impossibile che fosse proprio così, che guai a sgarrare l’ora dei pranzi e presentarsi in ritardo a tavola, guai a non studiare- si studiava, e tanto, si leggeva (che cosa altro si poteva fare per passare il tempo?) perché leggere spalancava la finestra su altri mondi allora impossibili da raggiungere, si giocava in strada con gli amici a quei giochi che adesso hanno una voce nell’enciclopedia dei giochi ‘di una volta’, quelli che hanno bisogno solo di un gessetto e di un sasso o di un fazzoletto o di una palla o di una corda per saltare.


      Adesso che la vacanza è diventata un diritto inalienabile, anzi, adesso che ogni ‘ponte’ è buono per partire per una vacanza, adesso che, se la meta non è esotica, non è una vera vacanza, si fa fatica ad immaginare il tempo delle prime timide vacanze, quelle immortalate dai film dell’epoca, come “Il sorpasso”, con le automobili (ah, la 600 Fiat che era alla portata dei molti) traboccanti di cose e persone, senza aria condizionata, in coda sull’autostrada del Sole inaugurata nel 1964 da Aldo Moro. Dopo, ma erano già gli anni verso la fine degli anni ’60, iniziarono i viaggi ‘on the road’, fatti con l’autostop, viaggi di scoperta e di nuove amicizie, con pochissimi soldi in tasca. Viaggi in treni scomodi e lenti con cui ogni avvicinamento era una conquista (e- lo aggiungo io, Maria Luisa Agnese non lo dice- si vedevano da lontano le bianche scogliere di Dover quando si arrivava con il traghetto in Inghilterra, un’emozione che non c’è più).

Beatles 1965

    Si è sommersi da un’ondata di cambiamenti epocali, leggendo queste pagine, cambiamenti che contribuirono a farci girare pagina, a gettarci in un mondo nuovo. La musica, con i Beatles, e da noi Mina e Celentano, Gino Paoli e Fabrizio De André. Mina che, con la trasgressione nella sua vita privata- avere un figlio, e da un uomo sposato, era inaudito-, rivelò quello che, tutto sommato, era possibile con la forza dell’amore. La moda, con il vertiginoso accorciarsi delle gonne- ricordate Mary Quant?-, fu una ventata di anticonformismo che sganciava le donne dai vestitini bon ton, dal filo di perle e i golfini di cachemire.

è arrivata la minigonna

E i jeans, jeans per tutti. La cultura- erano arrivate nuove traduzioni, D.H. Lawrence e Joyce, era tutto un fermento di discussioni su saggi e romanzi, e poi il teatro e il cinema e gli incontri tra intellettuali (Moravia, Pasolini, Dacia Maraini). C’erano attori e attrici che sdoganavano mode e comportamenti, si dividevano odi e simpatie- Brigitte Bardot e Catherine Deneuve, Marylin Monroe e Ava Gardner. La politica, infine, l’entusiasmo per John F. Kennedyt e il trauma del suo assassinio. Ma quel risveglio di una coscienza politica, quelle assemblee senza fine all’università, quelle occupazioni delle scuole, tutta quella passione preparava la strada al risvolto violento degli anni ‘70

Fu proprio con la violenza che terminarono gli anni ‘60, con la bomba di Piazza Fontana. Dopo, niente fu come prima. Era come se fosse finita l’età dell’innocenza.

    Ho tralasciato molto di cui godrete leggendo il libro, forse ho detto troppo, ma è stata un’emozione rivivere quel tempo su queste pagine.

    Per chi c’era sarà una gioia leggere questo amarcord. Per chi non c’era sarà un’occasione di confronto.

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