Casa Nostra. Qui Italia
Maria Luisa Agnese, “Anni sessanta. Quando eravamo giovani”
Ed.
Neri Pozza, pagg. 161, Euro 17,00
Anni sessanta. Sembra preistoria. Forse lo
è. Anche perché, in effetti, sono passati sessanta anni dagli inizi degli anni
sessanta e non c’è niente come i numeri che provochino una vertigine
affacciandosi al pozzo del tempo.
Il libro della giornalista Maria Luisa
Agnese, con un tocco di bacchetta magica, ci riporta indietro nel tempo- noi
che ci eravamo già stati in quel tempo, noi che li abbiamo vissuti, i mitici
anni sessanta, senza sapere peraltro che sarebbero diventati mitici, che ci
avrebbero invidiato il nostro averli vissuti. E, dettaglio dopo dettaglio, un
frammento dopo l’altro, un nome che ci risuona noto dopo l’altro, una notizia
che aveva fatto scalpore dopo l’altra, tutto ci ritorna in mente e da immagine
in bianco e nero si trasforma in foto colorate.
La famiglia, La vacanza, La musica, Il
costume, La cultura, La politica- sono questi i titoli sotto cui Maria
Luisa Agnese raggruppa i ricordi del viaggio indietro nel tempo.
Si inizia con la vita quotidiana ed oggigiorno ci sembra impossibile che fosse proprio così, che guai a sgarrare l’ora dei pranzi e presentarsi in ritardo a tavola, guai a non studiare- si studiava, e tanto, si leggeva (che cosa altro si poteva fare per passare il tempo?) perché leggere spalancava la finestra su altri mondi allora impossibili da raggiungere, si giocava in strada con gli amici a quei giochi che adesso hanno una voce nell’enciclopedia dei giochi ‘di una volta’, quelli che hanno bisogno solo di un gessetto e di un sasso o di un fazzoletto o di una palla o di una corda per saltare.
Adesso che la vacanza è diventata un
diritto inalienabile, anzi, adesso che ogni ‘ponte’ è buono per partire per una
vacanza, adesso che, se la meta non è esotica, non è una vera vacanza, si fa
fatica ad immaginare il tempo delle prime timide vacanze, quelle immortalate
dai film dell’epoca, come “Il sorpasso”, con le automobili (ah, la 600 Fiat che
era alla portata dei molti) traboccanti di cose e persone, senza aria
condizionata, in coda sull’autostrada del Sole inaugurata nel 1964 da Aldo
Moro. Dopo, ma erano già gli anni verso la fine degli anni ’60, iniziarono i
viaggi ‘on the road’, fatti con l’autostop, viaggi di scoperta e di nuove
amicizie, con pochissimi soldi in tasca. Viaggi in treni scomodi e lenti con
cui ogni avvicinamento era una conquista (e- lo aggiungo io, Maria Luisa Agnese
non lo dice- si vedevano da lontano le bianche scogliere di Dover quando si
arrivava con il traghetto in Inghilterra, un’emozione che non c’è più).Beatles 1965
Si è sommersi da un’ondata di cambiamenti
epocali, leggendo queste pagine, cambiamenti che contribuirono a farci girare
pagina, a gettarci in un mondo nuovo. La musica, con i Beatles, e da noi Mina e
Celentano, Gino Paoli e Fabrizio De André. Mina che, con la trasgressione nella
sua vita privata- avere un figlio, e da un uomo sposato, era inaudito-, rivelò
quello che, tutto sommato, era possibile con la forza dell’amore. La moda, con
il vertiginoso accorciarsi delle gonne- ricordate Mary Quant?-, fu una ventata
di anticonformismo che sganciava le donne dai vestitini bon ton, dal filo di
perle e i golfini di cachemire.è arrivata la minigonna
E i jeans, jeans per tutti. La cultura- erano
arrivate nuove traduzioni, D.H. Lawrence e Joyce, era tutto un fermento di
discussioni su saggi e romanzi, e poi il teatro e il cinema e gli incontri tra
intellettuali (Moravia, Pasolini, Dacia Maraini). C’erano attori e attrici che
sdoganavano mode e comportamenti, si dividevano odi e simpatie- Brigitte Bardot
e Catherine Deneuve, Marylin Monroe e Ava Gardner. La politica, infine, l’entusiasmo
per John F. Kennedyt e il trauma del suo assassinio. Ma quel risveglio di una
coscienza politica, quelle assemblee senza fine all’università, quelle
occupazioni delle scuole, tutta quella passione preparava la strada al risvolto
violento degli anni ‘70.
Fu proprio con la violenza che terminarono gli anni ‘60,
con la bomba di Piazza Fontana. Dopo, niente fu come prima. Era come se fosse
finita l’età dell’innocenza.
Ho tralasciato molto di cui godrete
leggendo il libro, forse ho detto troppo, ma è stata un’emozione rivivere quel
tempo su queste pagine.
Per chi c’era sarà una gioia leggere questo
amarcord. Per chi non c’era sarà un’occasione di confronto.
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