mercoledì 19 gennaio 2022

Daniela Krien, “I confini incerti del fuoco” ed. 2022

                                  Voci da mondi diversi. Area germanica


Daniela Krien, “I confini incerti del fuoco”

Ed. Corbaccio, trad. A. Petrelli, pagg. 228, Euro 16,90

 

     Sono mesi che Rahel ha prenotato una casa in una località isolata della Baviera per passarvi tre settimane di vacanza con il marito Peter. Sta già preparando le valigie quando la raggiunge una telefonata: un incendio ha distrutto la casa. Nella sfortuna un’altra telefonata offre una soluzione fortunata anche se colorata di tristezza. La più cara amica della madre di Rahel deve accudire il marito che è ricoverato in ospedale. Potrebbero Rahel e Peter occuparsi della fattoria mentre loro non ci sono? Peter non farà i salti di gioia, ma a Rahel il posto piace, ci ha passato tanto tempo con la madre quando era bambina.

    Peter è professore di germanistica all’Università, Rahel è psicologa. Non si può dire che siano una coppia in crisi. Sposati da una trentina di anni, con figli adulti, sono in una condizione comune a coppie che si sono amate ma che conoscono un momento di stanchezza, di consuetudine, di affievolimento o di spegnimento dell’attrazione fisica. Per Peter c’è stato un episodio increscioso all’università dopo il quale è stato il bersaglio di duri attacchi sui social, non si è sentito appoggiato da Rahel, ne è stato deluso, si è allontanato da lei. La nuova condizione di solitudine agreste, i nuovi compiti giornalieri diversi dalle loro normali attività- i cavalli, l’orto, la cicogna, i gatti, la grande casa rurale-, i figli che arrivano in visita inaspettata (la figlia con anche due bambini piccoli), la preoccupazione per il marito della vecchia amica, li porterà a rivedere il loro rapporto, a ricominciare (forse) in modo nuovo, a riaccendere una scintilla.


   Apprezziamo la tersità dello stile della scrittrice tedesca, prima di tutto. E, poi, la ricchezza di spunti di riflessione che ci offre la vita di questa coppia non giovane. Sono tutti spunti sfumati, che non distolgono la nostra attenzione dai sentimenti dei personaggi coinvolti. La grande Storia nella città di Dresda, dove Rahel e Peter vivono. Dresda interamente ricostruita, sempre bellissima ma di certo non uguale alla splendida Firenze sull’Elba di prima della guerra, di prima del bombardamento che viveva ancora nel ricordo della madre di Rahel che aveva corso con scarpe leggere sull’asfalto infuocato e che aveva perso i genitori quella notte. Era per quello che era rimasta emotivamente instabile, sfarfallante fra nuovi amori? Rahel non aveva mai saputo chi fosse suo padre e solo ora, nella fattoria degli amici della madre, le balena un sospetto. Quando la figlia arriva in visita (o in fuga dal marito?), chiede a Rahel se è possibile che abbiano ereditato dalla nonna l’irrequietezza sentimentale. E Rahel, proprio lei, la psicologa che dovrebbe sapere queste cose, si domanda fino a che punto la figlia abbia risentito dell’essere stata affidata, poco più che neonata, alla nonna paterna, perché lei e Peter avevano altro da fare e non potevano occuparsi di lei.


     Il contrasto tra le due Germanie, poi, le allusioni agli Ossi e ai Wessi, alle difficoltà di cambiare mentalità dopo la riunificazione (si chiama supermercato e non più cooperativa- fa notare la figlia a Rahel), a gettarsi nel consumismo, a sganciarsi da certi schemi rigidi che possono aver contribuito allo scandalo universitario in cui è stato coinvolto Peter. C’è forse un filo di nostalgia per la semplicità di un’altra vita, anche se mai si tornerebbe indietro?

    Con discrezione, con delicatezza, quasi in punta di piedi, Daniela Krien esplora la difficoltà e la unicità dei rapporti famigliari, tra genitori e figli (fino a che punto i traumi subiti o l’anaffettività si riverberano da una generazione all’altra? quanto è difficile capire le scelte dei figli non approvate dai genitori?), tra marito e moglie, sia nella coppia sposata da tanti anni sia in quella che è ancora in rodaggio (ci possono essere segreti in una coppia? Si può tradire e poi ritornare dal coniuge?). E allora quell’incendio all’inizio del romanzo diventa una metafora per altre fiamme che non si sa dove possano sconfinare e da cui si rischia di venire scottati, all’interno della famiglia. 

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a breve seguirà intervista con la scrittrice  



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