vento del Nord
cento sfumature di giallo
David Lagercrantz, “La ragazza che doveva morire”. Millennium 6
Ed. Marsilio, trad. Laura Cangemi,
pagg. 407, Euro 19,90
“La ragazza che doveva morire”, sesto romanzo della saga di
“Millennium”- i primi tre scritti dall’indimenticabile Stieg Larsson e gli
ultimi tre da David Lagercrantz a cui è stata passata la fiaccola: è stata la
casa editrice di Larsson a chiedergli di far continuare a vivere sulla carta i
personaggi di Millennium. Sesto e ultimo romanzo- c’è una pienezza numerica,
c’è quel verbo nel titolo che prelude alla fine, ci sono le parole finali sorrise anche Mikael nella sua casa di
Bellmansgatan. Era venuto il momento di qualcosa di nuovo.
Un mendicante dall’aspetto insolito
si aggira per le strade centrali di Stoccolma indossando un piumino in quei
giorni caldi di metà agosto. Gli mancano delle dita delle mani, ha una macchia
nera in faccia, sembra farneticare, è difficile capire quello che dice anche se
alcune frasi sono ricorrenti. In un inglese smozzicato dice di aver lasciato
Mamsabiv e di aver preso ‘lui’ e a volte lascia cadere anche il nome di
Johannes Forsell: possibile che si riferisca al Ministro della Difesa che al
momento è al centro di una campagna di denigrazione mediatica? E comunque quest’uomo
dagli occhi un poco a mandorla viene trovato morto- è veramente la fine
prevedibile per un alcolizzato? E perché aveva in tasca un pezzo di carta con
il numero di telefono di Mikael Blomkvist?
Intanto Lisbeth Salander ha venduto l’appartamento ed è scomparsa. Che
abbia un conto in sospeso con la gemella Camilla, lo sapevamo: sarà una lotta
all’ultimo respiro? I pensieri di Mikael, invece, seguono ancora l’improvviso
crollo della borsa che ha seminato il panico in Svezia, ma avrebbe bisogno
dell’aiuto di Lisbeth per scoprire l’identità del mendicante di cui non c’è
traccia su nessun documento, non pare essere stato registrato neppure al
momento dell’immigrazione.
La trama del sesto romanzo di Millennium si svolge seguendo questi due
filoni, quello del mendicante e quello dell’odio tra le due sorelle- la Russia,
la mafia russa, i servizi segreti, il mondo dell’alta finanza fanno da sfondo
ad entrambi. Al mendicante si riesce a dare un nome grazie al suo patrimonio
genetico: Nima Rita è uno sherpa, appartiene all’etnia nepalese la cui
configurazione fisica- polmoni sviluppati, assenza di iperventilazione, alta
concentrazione di emoglobina- gli permette di vivere a quote sopra i 3000 metri
dove l’ossigeno è il 70% di quello che c’è a livello del mare. Un romanzo
dentro un romanzo contiene la spiegazione di che cosa ci faccia a Stoccolma
questo sherpa che è un eroe dimenticato, tormentato da sensi di colpa, passato
attraverso tremende esperienze di cui porta le tracce sul corpo e nella mente. E,
come lui, altri personaggi non riescono a dimenticare, si tormentano, cercano
di ricostruire che cosa sia veramente successo un decennio di anni prima, chi
sia veramente colpevole di una grande tragedia, o, almeno, chi abbia
contribuito- e non poco- ad essa.
Quanto al filone che ha Lisbeth e Camilla come protagoniste in una
caccia spietata…vi farà stare con il cuore in gola. Perché Lisbeth è più che
mai in forma, è il solito mago del computer, ma è sola, una contro i tanti
schierati a fianco di Camilla. Chi finirà nelle fiamme dell’inferno? Nel fuoco
che è immagine del Male, che ha divorato Zalachenko, il padre ‘ cattivo’ delle
due gemelle, e che ora arde per…
David Lagercrantz ha fatto un buon lavoro. Non era facile accettare
un’eredità così ‘pesante’. Se Mikael, il mitico Mikael che il lettore finisce
per identificare con lo scrittore che lo ha creato, appare più sbiadito, è
giusto che sia così. L’interesse di Lagercrantz si è spostato sugli altri
personaggi- è a lui che dobbiamo l’idea di una gemella che, contro tutti gli
stereotipi, odia la sorella, focalizzando la nostra attenzione sulla disputa
tra Lisbeth e Camilla, ed è lui che fa suo l’espediente narrativo di un secondo
romanzo dentro il primo (in Millennium 5 si trattava della storia di un’altra
coppia di gemelli, identici e cresciuti in ambienti diversi). È David
Lagercrantz che ci ha reso più facile accomiatarci dai personaggi di una serie
che abbiamo tutti molto amato. E che di certo ricorderemo.
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recensione e l'intervista che seguirà saranno pubblicate su www.stradanove.it
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