lunedì 4 gennaio 2016

Ken Follett, “L’uomo di Pietroburgo” ed. 2012

                                      Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
           il libro dimenticato
           spy-story

Ken Follett, “L’uomo di Pietroburgo”
Ed. Mondadori, trad. P. Bonomi, pagg. 265, Euro 3,90
Ken Follett, “The man from St. Petersburg”
Ed. Pan, e-book Euro 6,11

     La curiosità di capire la ragione del successo di un autore che non avevo mai letto mi ha spinto ad approfittare di un’offerta-lampo ed acquistare l’edizione digitale di un libro di Ken Follett in lingua originale, “The man from St. Petersburg”, in edizione italiana “L’uomo di Pietroburgo”.
      La trama ricorda, alla lontana, “l’agente segreto” di Joseph Conrad, soprattutto per l’ambientazione londinese in cui si muove il protagonista, l’anarchico Feliks arrivato dalla Russia per uccidere un suo connazionale, il principe Orlov. Perché- è il 1913- se le trattative condotte da Orlov andranno in porto, la Russia sarà coinvolta in una guerra in cui saranno i poveracci a morire, carne da macello mandata a combattere senza neppure sapere per che cosa.
Feliks vuole impedirlo, l’omino che agisce da solo pensando di arrestare il corso della Storia, pensando che l’assassinio di un uomo possa impedire agli eventi di andare avanti. Alla fine del libro sarà l’assassinio di un altro uomo, l’arciduca Ferdinando, a dare libero corso al fiume in piena della Storia, ormai inarrestabile.
     Ken Follett sceglie dunque un momento cruciale per il suo libro che ha l’apparenza di un romanzo storico, solo in superficie, però. Perché l’inizio a San Pietroburgo, diciannove anni prima, con un giovane e spiantato Feliks che ha una rovente storia d’amore con una ragazzina di famiglia aristocratica, lascia indovinare lo sviluppo prevedibile della trama zuccherosa che vorrebbe addolcire la violenza dell’intreccio, rendendo tuttavia la vicenda alquanto improbabile e stucchevole. Perché la ragazzina viene fatta sposare in fretta e furia al gentiluomo inglese che ha appena ereditato il titolo di Lord ed è in cerca di una moglie e, quando Feliks approda a Londra con mire assassine, guarda caso, l’interlocutore del principe Orlov è proprio quel gentiluomo inglese, guarda caso, il principe Orlov è il nipote di sua moglie che- Feliks non lo sa ancora, la riconoscerà durante un primo tentativo fallito di uccidere Orlov- è la ragazza che è stato il grande amore di Feliks, che deve averlo tradito perché la polizia segreta dello zar era venuto ad arrestarlo. Le sorprese (piuttosto prevedibili, a dire il vero) non finiscono qui in questo intreccio da feuilleton non di classe.


     Amore e morte, tragedia e sentimentalismo, politica annacquata- c’è tutto questo nel romanzo di Ken Follett. E forse è proprio questo miscuglio che è il segreto del suo successo, insieme ad uno stile scorrevole e di facile lettura, privo di raffinatezza. Se volete un libro poco impegnativo da portarvi in viaggio e da abbandonare poi senza rimpianti, una volta finito, sul comodino della stanza dell’albergo, “L’uomo di Pietroburgo” è la scelta giusta.



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