martedì 5 gennaio 2016

Cristina Rava, “Come i tulipani gialli” ed. 2010

                                                                   Casa Nostra. Qui Italia     
           cento sfumature di giallo
           il libro dimenticato
           FRESCO DI LETTURA

Cristina Rava, “Come i tulipani gialli”
Ed. Frilli, pagg. 326, Euro 12,90  


   E’ il caso che detta la scelta di un libro ‘dimenticato’ sullo scaffale. E forse, tuttavia, dietro il caso, c’è una memoria inconscia, che ‘quello’ sia il libro giusto per quel momento. Avevo bisogno di qualcosa di leggero, e poi avevo nostalgia della mia terra e del mio mare e sapevo che un romanzo di Cristina Rava mi avrebbe fatto bene.
     “Come i tulipani gialli” fa parte della serie pubblicata dalla casa editrice Frilli in cui il protagonista è il commissario Rebaudengo e la dottoressa Ardelia Spinola- che passa in primo piano nei romanzi pubblicati dalla casa editrice Garzanti- appare al suo fianco, per aiutare nelle indagini. I fatti: in una palazzina nel centro storico di Albenga un uomo si suicida con un colpo di pistola. Pochi giorni dopo qualcuno scarica una ragazzina di tredici anni davanti all’ospedale: è stata picchiata selvaggiamente. E sulla spiaggia viene ritrovato il cadavere di un uomo sulla sessantina: è stato evirato e ha la lettera V incisa sul petto. Il morto suicida viveva da solo dopo che un duplice dramma aveva sconvolto la sua vita una decina di anni prima- la moglie era morta e la figlia di appena dieci anni era scomparsa. La ragazzina picchiata si trincera dietro un muro di silenzio. E’ chiaramente infelice in famiglia, con la madre, il suo compagno e il figlio di questi. Quanto all’uomo evirato, faceva il giocattolaio. Un pretesto per avvicinarsi al mondo dei bambini? Comunque i tre casi in apparenza non hanno nulla in comune. In apparenza.

      Non mi disturba affatto il leggere i romanzi seriali non nell’ordine in cui sono stati scritti e pubblicati. Ho incominciato a leggere quelli di Cristina Rava dagli ultimi, quelli in cui Ardelia Spinola è protagonista assoluta e Bartolomeo Rebaudengo è una figura incerta, non si sa bene se è l’ex fidanzato o se ha ancora un posto importante nel cuore di Ardelia. E confesso che, invece, mi piace molto scoprire il loro passato, come si sono conosciuti, come è iniziata la loro relazione, come si comportino l’uno con l’altro. Mi piace riempire gli spazi vuoti, come succede con una nuova conoscenza. In “Come i tulipani gialli” Ardelia e Bartolomeo ‘riprendono’ la loro storia dopo uno sbandamento di lui. Ardelia è un poco diffidente, ma Ardelia è sempre Ardelia- irruente, generosa, empatica, senza peli sulla lingua. Terribilmente simpatica, in una parola sola. Bartolomeo Rebaudengo è piemontese, la calma accanto all’effervescenza di Ardelia.
Chi conosce la Liguria e il Piemonte, l’amicizia-rivalità tra le due regioni che incomincia, molto banalmente, dal cibo e passa attraverso le inflessioni diverse e facilmente ridicolizzabili del linguaggio, apprezzerà la sottigliezza e la perspicacia con cui la scrittrice tratteggia i suoi due personaggi. E poi, leggendo “Come i tulipani gialli”, mi sono finalmente imbattuta nel personaggio dell’enigmatico Gabriel che ha un ruolo così importante nei libri che ho letto precedentemente. Finalmente sono venuta a sapere la sua storia e perché sia una specie di zio acquisito per Ardelia. Il ruolo dell’anziano Gabriel in questo libro è quello del vertice di un triangolo, l’uomo affascinante che, se non fosse per l’età, potrebbe essere un rivale di Rebaudengo e, sempre se non fosse per l’età e per il suo buio passato, potrebbe essere perfino incriminato da Rebaudengo.

      Quando si termina di leggere un romanzo di Cristina Rava, si provano due desideri- di avere un gatto (se già non lo si ha), perché i gatti sono una presenza essenziale nei suoi libri e hanno una loro felina personalità che ci incanta, e di andare a fare un giro nei carruggi Albenga. Il terzo desiderio è poi di leggere presto un altro di questi libri profondi con leggerezza, ricchi di un umorismo gentile, di ‘sapore di sale, sapore di mare’, come dice la canzone di Gino Paoli.  


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