lunedì 14 aprile 2014

Mo Yan, "Grande seno, fianchi larghi" ed. 2002


                  La Cina in un romanzo

       Mo Yan, "Grande seno, fianchi larghi"
      Ed. Einaudi, pagg. 899, Euro 22,00



 Il nome dello scrittore cinese Mo Yan ci è già noto. Di lui conosciamo "Sorgo Rosso", da cui è stato tratto un film, e sappiamo anche che ha scritto la sceneggiatura di "Addio, mia concubina". "Grande seno, fianchi larghi" è un romanzo fiume, ma il fiume è simbolo di vita e questo è un romanzo traboccante di vita nelle sue molteplici espressioni. Storia di una famiglia e storia della Cina, dal 1939 agli anni '90. Vita e morte nelle cruente pagine iniziali, suono e movimento, urla incalzanti degli invasori giapponesi, gemiti di feriti e moribondi, grida di dolore di Shangguan Lu che, in quel pandemonio, sta dando alla luce il suo ottavo figlio. Nascono due gemelli, ma uno solo è quello che conta, Jingtong, primo  maschio dopo sette, anzi otto femmine, accolte ogni volta come una disgrazia. Muoiono il marito e il suocero di Shangguan Lu, ammazzati dai giapponesi. Ma il vero padre di Jintong è un sacerdote svedese: è lui che sceglie il suo nome, "bambino d'oro". Oro che allude al biondo dei capelli e al valore di questo maschio, nato dopo sette femmine. Impossibile raccontare tutto quello che succede nel romanzo, guerre, rivalità, amori, cambiamenti di regimi politici.
E' Jingtong che narra, a volte in prima e a volte  in terza persona. Viziato incredibilmente, allattato dalla madre fino a quando è grande, non riuscirà mai ad avere una sessualità  normale, fissato com' è su un unico attributo femminile. Studente e poi manovale, 15 anni in un campo di lavoro, imprenditore in una fabbrica di reggiseni ( chi più esperto di lui?). Un debole, senza un' identità precisa. E questo è il significato aggiunto, in questo romanzo epico. L' eroe bastardo, che ha caratteristiche fisiche orientali e occidentali, che rimane in uno stato di infantilismo e di dipendenza, rappresenta la Cina stessa che ha tradito le sue origini, incerta sui modelli da seguire, patetica nella parodia della civiltà occidentale. Il tema dell' incertezza e dell' asservimento - al denaro, a un' altra potenza - ritorna nelle storie di due sorelle Shangguan che sono state vendute da bambine. Una per la prostituzione e una per essere educata in Russia, ma entrambe ritorneranno a casa, nel microcosmo di questa famiglia in cui ogni componente segue un partito politico diverso e i favoriti di un momento sono i perseguitati del momento successivo. Storie su storie nello stile migliore per questo genere di narrativa, quello del realismo magico che alterna la storicità degli eventi a lunghi racconti favolistici in cui i personaggi hanno attributi fantastici e soprannomi significativi. Una figura domina, quella della madre, Shangguan Lu, che stabilisce il modello "grande seno, fianchi larghi", simbolo della fertilità, della Madre Terra che dà vita e nutrimento. Lei è al di sopra della politica, sopravvive alle guerre, alla carestia e ai dolori. Sembra essere eterna, nel suo ruolo di madre che cresce figli e nipoti, l' unico personaggio sempre coerente con se stesso. Romanzo di una vitalità eccezionale, che vi trascina  per tutte le 900 pagine con la forza di un fiume in piena.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net

Mo Yan







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