martedì 3 ottobre 2023

Tan Twan Eng, “La casa delle mille porte” ed. 2023

                                                   Voci da mondi diversi. Malesia


Tan Twan Eng, “La casa delle mille porte”

Ed. Neri Pozza, trad. Daria Restani, pagg. 332, Euro 18,00

 

    Una storia, come un uccello della montagna, può portare un nome al di là delle nuvole, persino al di là del tempo. Fu William Maugham a dirmelo, molti anni fa.

    È questo l’inizio del romanzo “La casa delle mille porte” di Tan Twan Eng. E prepariamoci ad ascoltare una storia che farà rivivere delle persone, insieme al loro nome. Dopotutto William Maugham faceva proprio così, ascoltava le storie che gli raccontavano e ne faceva dei romanzi. “Voglio raccontarti una storia, Willie”.- dirà Leslie, una dei protagonisti- “Sì, mi dissi. Raccontagli la tua storia. Lascia che la scriva. E che tutto il mondo sappia.”

    Nel 1947 Lesley Hamlyn vive in Africa da più di vent’anni. Hanno dovuto strapparsi a forza da Penang, lei e il marito, perché a lui non si confaceva il clima umido. Ormai Leslie è vedova, una mattina riceve per posta l’ultimo libro di Maugham (era sempre stato “Willie” per loro, perché era un amico del marito), “The casuarina tree”, una raccolta di racconti. Uno di questi contiene la ‘sua’ storia.

Somerset Maugham

   La narrativa scorre su due piani temporali- uno nel 1921, quando Willie e il suo segretario Gerald sono ospiti degli Hamlyn a Penang, e uno nel 1910, quando avvengono i fatti raccontati da Leslie. Quella del 1921, però, ci offre un duplice punto di vista, perché c’è un racconto in prima persona (di Leslie) e uno in terza persona, con le osservazioni di Maugham. Sia nel 1921 sia nel 1910 c’è una vita in superficie, che tutti possono vedere, di persone irreprensibili, e ce n’è una nascosta, piena di segreti. Il matrimonio di Leslie è solo in apparenza felice, quello di Maugham è mantenuto in piedi perché lo scrittore ha bisogno di una facciata di rispettabilità (la condanna di Oscar Wilde per sodomia è un fatto ancora recente), eppure Leslie capisce subito che il giovane segretario è l’amante di Willie, così come capiamo anche noi, e come Maugham sa senza voler sapere, che sono i soldi a tener legato il bel Gerald allo scrittore. Quanto ai segreti del matrimonio di Leslie, li lascio scoprire al lettore nella storia del 1910 che contiene almeno altre due storie.

Sun Yat Sen

     Sun Yat Sen, il fondatore del Kuomintang che lottava per rovesciare l’impero cinese, è il personaggio principale di una delle due- Leslie ne è attratta, partecipa alle sue riunioni politiche, Sun Yat Sen è spesso ospite in casa degli Hamlyn. Al centro dell’attenzione è, tuttavia, Ethel Proudlock, amica di Leslie, processata e condannata per aver ucciso l’amante- un caso che suscitò grande scandalo nell’ambiente britannico di Kuala Lumpur (il racconto di Maugham, “The letter”, fu adattato più di una volta per lo schermo. Bette Davis è l’attrice che impersona Ethel nella versione del 1940).


   C’è ancora un’altra storia, in questo romanzo costruito come una scatola cinese. È quella dell’uomo della casa delle mille porte, un collezionista di porte di legno intagliate, prese da templi o case distrutte e che ora ricoprono le pareti della sua abitazione, pendono dal soffitto, ogni porta una storia, ogni porta che sbarra un segreto o si spalanca su nuovi mondi- un simbolo potentissimo. Una di queste porte è arrivata in Africa da Lesley, proprio quella con il falco che vola al di là delle nuvole. Il cerchio si è chiuso, tutto è stato detto, i nomi e le storie hanno valicato il tempo.

    Volutamente c’è qualcosa dello stile narrativo di William Somerset Maugham in questo romanzo, una certa ponderatezza, il senso della misura. Terminiamo la lettura e andiamo a cercare sui nostri scaffali i libri dello scrittore inglese, per rileggerli alla luce del ritratto che ne fa Tan Twan Eng.

Penang

E tuttavia, anche se la potenza narrativa dello scrittore malese è sempre la stessa, non ritroviamo ne “La casa delle mille porte” la magia de “Il giardino delle nebbie notturne”. Lo so, non si dovrebbe mai leggere un libro pensando di rivivere l’esaltazione di una precedente lettura. Questo è un libro diverso, con personaggi diversi, con un’atmosfera diversa.

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