Voci da mondi diversi. Giappone
Laura Imai Messina, “L’isola dei battiti del cuore”
Ed.
Piemme, pagg. 287, Euro 18,90
Sì, esiste veramente l’isola dei battiti
del cuore. Ha un nome, è la piccolissima isola di Teshima (14,5 chilometri
quadrati, un migliaio di abitanti) nel sud ovest del Giappone. E c’è l’artista
francese Christian Boltanski dietro l’utopico archivio dei battiti del cuore: è
un po’ come non morire mai, se si raccolgono in un luogo le registrazioni dei
battiti del cuore dell’umanità. Perché che cosa c’è di più vitale del cuore? Si
muore, quando il cuore cessa di battere. Ma che conforto sarebbe per chi resta,
poter mantenere per sempre la memoria di chi si è amato ascoltando i battiti
del suo cuore. Una musica. E così, dopo averci fatto parlare con chi non c’è più
con il telefono senza fili di “Quel che affidiamo al vento” (anche questo
esiste veramente, nella cittadina di Otsuchi), in questo nuovo romanzo Laura
Imai Messina ci porta a Teshima.
Un protagonista adulto, Shūichi, che ha
mantenuto in sé qualcosa del bambino che era- è un noto illustratore di libri
in cui c’è sempre il personaggio di un bambino che in qualche maniera si trova
a fronteggiare situazioni in cui il pericolo è l’acqua.
Un altro importante personaggio, il bambino Kenta che ha due genitori troppo impegnati con il lavoro, tanto da non accorgersi delle sue difficoltà a scuola.
Shūichi ha una cicatrice sul petto, ha dovuto essere operato al cuore. Nato con una leggera malformazione, sua madre era iperprotettiva nei suoi confronti- sua madre ‘ricostruiva’ i suoi ricordi per lui, cancellando tutto quello che poteva esserci di negativo. Un errore, secondo Shūichi. Un bambino, crescendo, deve sapere che ha avuto dei problemi e che è stato capace di superarli, è qualcosa che lo aiuta ad avere sicurezza di sé. Dopo la morte della madre, Shūichi ritorna a vivere nella casa di lei, nella cittadina dove lei abitava. Ed è lì che conosce Kenta.
Gran parte del libro è come una lunga introduzione che ci prepara alla visita all’archivio dei battiti del cuore. Leggiamo la storia di Shūichi, del suo matrimonio e della tragedia che ha cambiato la sua vita, leggiamo di Kenta e dell’amicizia che si instaura tra di loro, quasi come tra un padre e un figlio o tra un fratello maggiore e il fratellino più piccolo, riappare un personaggio de “Le vite nascoste dei colori”, e, senza che quasi se ne accorgano, avviene un cambiamento nell’uomo e nel bambino- entrambi avevano sofferto, entrambi avevano subito delle perdite di cui non erano riusciti a parlare prima. Ed ora i loro cuori riprendono ad avere un battito normale, a provare sentimenti, a gioire. Sono pronti per partire per Teshima- un’esperienza che concluderà questo percorso di crescita, una sorpresa con un forte impatto emotivo, la sensazione di trovarsi nel cuore del mondo.
La parte finale del libro è di certo la più
bella, con la rivelazione di questo luogo straordinario. Ed è interessante osservare
come tutti i romanzi di Laura Imai Messina abbiano a che fare con la morte. La
morte non come fine di tutto, i morti non scompaiono mai del tutto nei suoi
romanzi. Vengono accompagnati con dolcezza nell’aldilà, si parla con loro da un
telefono nel vento, si ascoltano i battiti dei loro cuori come fossero ancora
abbracciati a noi. Non fa paura la morte
che incontriamo in questi libri. E anche questo (pur con le storie un poco più
banali dell’adulto e del bambino) ha la sua poeticità, uno sguardo fresco sulla
natura, una conoscenza diretta del mondo dell’infanzia e alcuni spunti per
riflessioni importanti.
Ciò che conta è unicamente tramandare la
memoria perché le persone tornano in vita solo nella memoria di altre persone.
Per essere felici, serve innanzitutto
immaginare di essere felici.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Nessun commento:
Posta un commento