sabato 23 dicembre 2017

Gabriella Genisi, “Dopo tanta nebbia” ed. 2017

                                                                     Casa Nostra. Qui Italia
    cento sfumature di giallo
     FRESCO DI LETTURA

Gabriella Genisi, “Dopo tanta nebbia”
Ed. Sonzogno, pagg. 201, Euro 14,00

     Trasferirsi da Bari a Padova deve essere certamente un trauma. Che Padova non era cosa per me c’era voluto poco a capirlo. Si apre con queste parole il nuovo romanzo di indagine di Gabriella Genisi, scrittrice barese che vive tra Bari e Parigi. E’ il commissario Lolita Lobosco, protagonista dei suoi libri, a parlare, appena trasferita nella città del Santo con la nomina di questore. Precisiamo subito- Lolita (che ha fatto il liceo classico) inorridisce a sentirsi chiamare ‘questora’. Oppure ‘commissaria’. Neppure a me piace, anche se ho fatto il liceo scientifico, quindi per me sarà ‘il questore Lolita Lobosco’. Che peraltro non conoscevo ancora e ho radunato un poco di informazioni su di lei in queste pagine (Gabriella Genisi è molto brava nel lasciare cadere qualche cenno, non troppi per non stancare chi avesse già letto i libri precedenti della serie, abbastanza per far capire la personalità del questore incuriosendo gli altri). Lolita è sulla quarantina, bella (ma non lo sono tutte, le donne pugliesi?), è stata sposata, ha un amore finito alle spalle (Giovannimio la tradiva, lei ne è ancora innamorata), ora è single, si è abituata ad esserlo- quando ci si dedica pienamente al lavoro è difficile conciliarlo con una vita tradizionale di coppia- e tuttavia i suoi sogni nel cassetto sono alcuni capi di biancheria sexy, di certo non da indossare sotto una della minigonne di jeans che ha nell’armadio (una dozzina). E’ brusca, ha una scorza dura di protezione, ha intuito, è in gamba- non per nulla è arrivata a Padova come questore.

   E però le manca Bari, le manca il mare, le manca il cibo di Bari, le manca la sua squadra. A questo c’è rimedio. Il suo vice, Giancarlo Caruso, la informa che è possibile far trasferire i suoi due più stretti collaboratori a Padova. Ecco, le cose ora vanno meglio. Per fortuna, perché la città del Santo non è poi tanto santa. Oltre allo scandalo dei festini a luci rosse in canonica, Lolita viene a sapere che un ragazzo è scomparso cinque mesi prima- è il nonno di Christian, uno stimato e anziano dottore, che, affranto, la informa, cercando il suo aiuto. Perché la polizia non ha dato importanza alla scomparsa? Perché, con leggerezza, ha archiviato il caso pensando che Christian si fosse allontanato volontariamente? Il nonno dice che suo nipote non lo avrebbe mai fatto, anche se viveva in una situazione di disagio- sua madre era africana, lui era arrivato a Padova dopo la morte dei genitori in un incidente ed era subito diventato un bersaglio di scherzi crudeli per il colore della sua pelle. Frequentava una scuola privata, molto elitaria, gestita dalle suore.

    Con un’inquietudine sempre maggiore proseguiamo la lettura e pensiamo al ragazzo veneto in gita scolastica a Milano per visitare l’Expo e morto cadendo dalla finestra dell’albergo. Non se ne è più saputo nulla. Omertà criminosa dei compagni e dei genitori di questi. Uno scherzo finito male? Qualcosa di peggio? Droga e alcol fatti ingerire contro la sua volontà? La scrittrice stessa accenna a questo caso quando- contro il parere di tutti, vicequestore compreso, scontrandosi letteralmente con la madre superiora che difende come un mastino la roccaforte della sua scuola- il questore Lolita Lobosco ispeziona le classi con un’unità cinofila. Quello che scoprirà è doloroso e allarmante, l’indizio che c’è del marcio nella nostra società, anche dove non ci se lo aspetta.

   E poi, Dopo tanta/ nebbia/ a una/ a una/ si svelano/ le stelle (Ungaretti), Lolita riesce a tornare a Bari, preferisce così, preferisce tornare ad essere commissario. E a Bari è appena stata trovata morta, uccisa con furia, un’arpista bionda, molto bella. Come in un film di Hitchkock, un giovane immobilizzato sulla sedia a rotelle forse ha visto dalla sua finestra quello che è accaduto nella stanza della casa di fronte alla sua. Ma non ha più parlato da quando l’incidente lo ha privato dell’uso delle gambe. Ancora una volta la sensibilità e l’intuito aiutano Lolita a risolvere il caso.
    “Dopo tanta nebbia” mi ha fatto pensare che la nostra letteratura ‘gialla’ ha ormai un bel numero di scrittrici- Gabriella Genisi che ho appena scoperto, Rosa Teruzzi, Cristina Rava, Alessia Gazzola, Mariolina Venezia. Hanno una discrezione, un garbo, un’eleganza tutta loro, le nostre scrittrici ‘gialle’. Aggiungono una spruzzata di sentimento e di colore rosa nelle loro storie- rilassanti e piacevolissime da leggere. Da gustare pure, se ci mettiamo ai fornelli con le ricette del commissario Lolì in appendice al libro.



   

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