lunedì 25 dicembre 2017

Allison Pataki, “La solitudine di un’imperatrice” ed. 2017

                                   Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
      biografia romanzata
      FRESCO DI LETTURA

Allison Pataki, “La solitudine di un’imperatrice”
Ed. Superbeat, trad. M. Togliani, pagg. 441, Euro 18,00

   L’imperatrice Elisabetta d’Austria e Ungheria. Sissi, il nomignolo con cui tutti la conoscevano e con cui è entrata nella leggenda, insieme alla sua bellezza, ai capelli lunghi fino ai piedi che, intrecciati e disseminati di brillanti , erano una splendida corona regale. Sissi, andata a sposa a sedici anni all’imperatore Franz Joseph, infelice a trenta, sensibile e irrequieta, sempre in fuga dalla corte di Vienna che la soffocava, malvista dalla suocera-zia che, ritenendola incapace, le aveva sottratto i primi tre figli, trascurata da Franz Joseph che la tradiva. Di Sissi si diceva che amava solo se stessa e la figlia Valerie, l’ultima nata.
    Il libro di Allison Pataki ci racconta la vita di Sissi ad iniziare dal 1868. Sissi è nel castello di Gödöllo in Ungheria con la piccola Valerie. Voci maligne sussurrano che Valerie sia figlia del conte Andrássy- impossibile, Valerie è troppo somigliante all’imperatore. Vero è però che Sissi ama Gyula Andrássy,
Gyula Andrassy
il patriota ungherese che l’ha aiutata nell’azione diplomatica per cui l’Ungheria è rimasta a far parte dell’Impero. E l’amore di Sissi per Andrássy include anche il suo amore per l’Ungheria- per lei Gödöllo è l’evasione, la libertà, cavalcare ogni giorno, dire e fare quello che pensa e che vuole. Un telegramma della figlia Gisela la richiama a Vienna. L’erede al trono, l’undicenne Rudolf, sta male, deperisce. Il suo precettore è un mostro di severità e intransigenza.
E Sissi torna a Vienna e, per la prima volta, si impone davanti a suocera e marito. Il precettore sarà sostituito.
    A più di un secolo di distanza è ancora impossibile resistere al fascino dell’imperatrice Sissi.Il libro di Allison Pataki è ricco di avvenimenti, di aneddoti assolutamente veri tratti da fonti storiche accertate, di descrizioni non ingombranti e colorite di abiti, gioielli, ambienti- dalla Hofburg di Vienna a Gödöllo, dall’Inghilterra, dove Sissi era andata per la stagione della caccia alla volpe, all’Irlanda (per cui fu accusata di simpatie per i ribelli indipendentisti), alla splendida villa di Corfù abbandonata quasi subito appena finita (perfino Franz Joseph si adirò, dopo tutto quello che era costata). Ed è ricca anche di personaggi che vivono nelle pagine- gli uomini amati da Sissi, Andrássy, Bay Middleton, Franz Joseph stesso, il cugino pazzo Ludwig di Baviera, ma anche i suoi figli e le dame di corte.

Il racconto affascinante di Allison Pataki (non avvertiamo mai un tono falso) è obiettivo. Il quadro di Sissi, sempre splendida come nel dipinto che era appeso davanti alla scrivania di Franz Joseph, non nasconde le sue debolezze. E’ vero che Sissi era egoista, ossessionata dalla sua bellezza e dalla sua forma fisica (seguiva una dieta maniacale per mantenere quei leggendari 50 cm. di giro vita). E’ vero che non fu una buona madre per Gisela e Rudolf. Quest’ultimo così fragile e somigliante a lei- forse la tragedia dell’omicidio-suicidio di Mayerling non ci sarebbe stata se Sissi fosse stata più presente nella sua vita.
Romy Schneider nella trilogia sulla vita dell'imperatrice
 L’ala cupa della tragedia incombe su tutto il libro, quasi a significare che nessuno è risparmiato dalle sofferenze e dalla morte. Le paginette in cui seguiamo i pensieri della mente disturbata dell’uomo che si prepara ad uccidere Sissi dopo un improvviso cambiamento di obiettivo, sono la cronaca di una morte annunciata. Lungo l’intero romanzo non ci viene permesso di dimenticare che, al di là degli splendori, una sorte tragica è in attesa di Sissi, dopo che il lutto è entrato negli appartamenti della Hofburg con la morte di Ludwig, dei genitori di Sissi e delle sue sorelle, dell’amato Andrássy e di Rudolf. L’imperatore le sopravvive di diciotto anni. Vivrà un’altra tragedia, quest’uomo che aveva per motto ‘Io non cambio’. Vedrà la fine del grandioso impero austro-ungarico per cui aveva vissuto e sacrificato la sua vita privata.



    

Nessun commento:

Posta un commento