sabato 10 dicembre 2016

Michelle Wan, “I delitti della Dordogna” ed. 2009

                                                  Voci da mondi diversi. Cina
                                                         cento sfumature di giallo
     il libro ritrovato

Michelle Wan, “I delitti della Dordogna”
Ed. Garzanti, trad. Serena Lauzi, pagg. 345, Euro 18,60

   E’ una sorpresa anche per il lettore, oltre che per Mara Dunn, che Julian Wood sia sposato, anche se non vede la moglie da trent’anni. Questo matrimonio nascosto è la molla che dà l’avvio al nuovo romanzo di Michelle Wan, la scrittrice cinese che vive in Canada e che ci ha già regalato tre insoliti thriller fioriti di orchidee. Perché- per chi ancora non li conoscesse- Julian Wood è un botanico e disegnatore di giardini e la sua compagna, Mara Dunn, arredatrice d’interni, lo ha conosciuto cercando di sapere di più sulla scomparsa della sorella, che aveva fotografato un’orchidea rara proprio prima di morire.
 Doppia sorpresa iniziale, dunque: ricompare questa moglie, Véronique, e proprio ora che Mara ha chiesto a Julian se non sarebbe ora di dare uno scossone alla loro vita, sposandosi. Ricompare in maniera singolare, perché si cela nelle vesti di un mimo di strada che recita la sua parte su di un palchetto nelle fiere di paese. Comunque lei riconosce Julian, gli telefona, lo fa andare a casa sua, vuole dei soldi per divorziare e lasciarlo libero. E subito dopo viene trovata morta, uccisa con un colpo in testa.

    L’abilità di Michelle Wan è nell’inventiva, nel saper intrecciare una trama gialla con il filone più affascinante dei suoi romanzi, quello delle orchidee. Da una parte c’è la ricerca dell’assassino e dall’altra quella di Julian Wood, ossessionato dalla rara specie del Cypripedium incognitum- mitico fiore che assume altre valenze, oltre a quella reale, cosicché l’inseguimento dell’orchidea, dalla Dordogna alla Cina in questo libro, diventa pure una ricerca di bellezza, o di spiritualità, o di un completamento di sé, o comunque di un’altra dimensione. E tuttavia mantiene gli aspetti della vera ricerca, con un’abbondanza di dettagli che ci incantano, rivelando a noi lettori più o meno ignoranti una quantità di dettagli che ci invogliano a seguire le tracce di Julian, diventando fanatici di orchidee.
Dalla radice di una delle varietà di orchidee, il Cypripedium Somniferum, si estrae un alcaloide che viene usato per un farmaco del sonno. Ma il Cypripedium Somniferum è una specie protetta che cresce in una sola zona al mondo, sulle montagne del Sud-ovest della Cina: lo sfruttamento che ne sta facendo l’azienda della Bonisantè per il tanto reclamizzato BoniSom che risolve il tormento dell’insonnia non ne mette a rischio la sopravvivenza? E non è anche un furto ai danni della popolazione Baixi che ha sempre usato la radice bollita del Cypripedium per un infuso soporifero?

Ma perché l’assassinio di Véronique? E come si spiega la morte del pittore Ventura? E, a scavare un poco, quella di altre persone decedute in apparenti incidenti? Oltretutto, anche a Julian capitano degli incidenti, quando abbandona Mara, il mistero dell’ex moglie assassinata e le proteste contro la Bonisanté, per inseguire il miraggio della sua orchidea in Cina- per poco finisce sotto un autobus, la sua tenda prende fuoco durante la spedizione sulle montagne e infine precipita in un burrone…
     E’ una novità, questa duplice ambientazione de “I delitti della Dordogna”. In un’intervista la scrittrice mi aveva anticipato il suo viaggio in Cina per verificare e controllare il materiale che avrebbe poi usato in questo romanzo e pare di vedere lei, al posto di Julian sui sentieri di montagna del Sichuan.
E c’è quindi un doppio godimento paesaggistico e culinario per il lettore: non solo viene l’acquolina in bocca a leggere della ‘chicca di altri tempi’ offerta dal bistrot di Paul e Mado, i beignets de fleur d’acacia che sono fiori di robinia in pastella, ma anche si è tentati dai piccanti piatti cinesi che Julian assaggia a Chengdu; non solo scopriamo l’incanto del Sud-ovest della Francia, ma anche quello (e con quali fiori!) della Cina.

    Il finale, per fortuna di noi lettori- al di là della soluzione del mistero poliziesco- ci lascia nell’aspettativa del prossimo romanzo delle orchidee. Con un’immagine di stupefacente bellezza, da alba del mondo.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net


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