martedì 7 gennaio 2025

Hélène Gullberg, “La protetta” ed. 2024

                                                                   Vento del Nord

                                              cento sfumature di giallo


Hélène Gullberg, “La protetta”

Ed. Neri Pozza, trad. Gabriella Diverio, pagg. 436, Euro 19,00

    Con una strizzata d’occhio alla mitica Lisbeth Salander nella creazione della protagonista Majja Skog (ci tiene sempre a precisare, ogni volta che si presenta, che il suo nome è Majja con due j), questo è un romanzo del tutto originale che dà al lettore ben più del banale brivido del solito thriller, che solletica la curiosità non tanto per il quesito da risolvere su chi abbia ucciso Sten Hammar, il collezionista trovato morto nella sua splendida magione, ma perché anche noi, come Majja bambina, restiamo incantati ad ascoltare i segreti dietro le antichità, i dettagli sulle opere d’arte e sugli studi capillari che si devono fare per saper riconoscere un ‘vero’ da un ‘falso’.

     La vicenda inizia alla fine degli anni ‘90 quando Sten Hammar capita per caso nel granaio dello stesso color rosso Falun di tutte le case della Svezia centrale, e resta incuriosito dal cartello esposto fuori, “Mercatino delle pulci”. Entra e trova di tutto, come è tipico nei negozi dei rigattieri, tante cianfrusaglie e roba vecchia e di poco conto e poi, però, ci sono anche dei pezzi di valore, per lui che sa vedere. È come vedere brillare dei fili d’oro in un pagliaio. Sten Hammar fiuta l’affare. A lui non importa quale sia la provenienza degli oggetti che gli interessano, anzi, questo fa parte del patto che stringe con l’ubriacone che è il padrone del granaio- il silenzio di Hammar contro l’esclusiva vendita degli articoli più pregevoli. Nel patto Skog aggiunge qualcos’altro: una volta alla settimana Hammar insegnerà alla piccola Majja quello che sa sull’arte.


    Una ventina di anni dopo Majja è diventata la Lisbeth Salander della casa d’aste più famosa di Stoccolma (sono i colleghi ad averla soprannominata così), il suo verdetto sull’autenticità di un pezzo da acquistare è legge, solo lei è affidabile, la sua competenza è straordinaria. Tanto quanto il suo aspetto alla Lisbeth- capelli rasati a zero (sapremo poi perché), piercing, Dr. Martens ai piedi, abbigliamento alla punk. Quando Sten Hammar viene trovato morto, la detective Karin Klinga incarica Majja Skog di valutare la preziosa collezione del defunto, senza sapere ancora quanto bene Majja conoscesse lui, la sua casa e tutte le antichità che vi erano contenute.

   Karin Klinga è il secondo personaggio principale ed è, come donna, l’opposto di Majja. Quanto Majja è raggelante e scostante, tanto Karin, pur nella correttezza del suo incarico, non può nascondere il suo essere donna e madre. Sono complementari, Karin che si sta separando dal marito e ha due figli e Majja che non ha mai conosciuto la madre e ha solo un fratello che rivedrà ora per la prima volta dopo anni. Di certo è Majja la più interessante delle due e, con lei, la sua vita divisa tra il lezzo della fattoria e lo splendore della casa di Sten Hammar e del mondo di bellezza che lui le insegna a riconoscere e valutare con pazienza e competenza.


È un insegnante nato, Sten Hammar, è sufficiente vedere come inizia l’apprendimento, quando getta a Majja un tappeto ordinandole bruscamente di contare i nodi sul rovescio. Ci sarà un secondo tappeto e poi un terzo con la spiegazione di questo insolito metodo di insegnamento. Ci saranno oggetti d’argento, mobili, quadri. Spiegazioni sulla procedura di lavorazione, sul come e quando un oggetto è nato, su differenze e somiglianze. Restiamo affascinati noi come Majja che ha un occhio innato per la bellezza e una memoria straordinaria. E poi, però, che cosa era successo? Perché adesso Majja diceva addirittura di non conoscere Sten Hammar? Che segreto nascondeva la tabacchiera d’argento, l’unico oggetto che in apparenza era stato rubato, esposto insieme alle innumerevoli altre tabacchiere più preziose nella stanza di cui solo tre persone conoscevano l’esistenza?

    Ritorniamo così al filone ‘giallo’ che ha una soluzione inaspettata, ma- confessiamolo- a noi interessa poco anche se abbiamo sperimentato il ‘brivido giallo’ tremando per la vita di uno dei personaggi. Siamo passati dalle stelle alle stalle, per così dire, ma siamo ancora abbagliati dalla luce di quelle stelle. Se questo è il primo romanzo di una serie, aspettiamo di incontrare di nuovo l’eccentrica Majja.



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