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romanzo storico
Alessandro Barbero, “Romanzo russo”
Ed.
Sellerio, pagg. 684, Euro 19,00
Secondo romanzo dello storico Alessandro
Barbero, “Romanzo russo” fu pubblicato per la prima volta da Mondadori nel
1998, in un tempo più vicino a quello in cui si muovono i personaggi. Fu
tradotto in inglese, ma in Italia fu dimenticato e lo rileggiamo ora grazie
alla ristampa della casa editrice Sellerio.
Dimenticato il romanzo e dimenticati quegli anni sul finire degli ’80, nell’epoca di Michail Gorbaciov, penultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991. Sembrano così lontani gli anni di Gorbaciov. L’uomo che con la sua politica della Trasparenza, ‘glasnost’, e della Riforma, ‘perestrojka’, ebbe un ruolo fondamentale nella riunificazione delle due Germanie e nella fine della Guerra Fredda. Con questo romanzo Alessandro Barbero ci porta a Mosca e a Baku nel 1988, giusto un anno prima della caduta del muro di Berlino che diede origine alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, come il primo masso di una valanga.
Tutto inizia quando il professor Obilin
assegna a Tanja una tesi di laurea su “I quadri del Partito nella regione di
Baku dal 1945 al 1953”. Va bene la Trasparenza, ma non si rende conto di quanto
siano pericolose delle ricerche su quegli anni? non pensa che sarebbe meglio
lasciar accumulare la polvere sugli scaffali degli archivi? Perché Tanja è
caparbia, non si lascia scoraggiare da nulla, va perfino a Baku a sue spese ed
arriva a scoperte sorprendenti, si imbatte per caso anche nelle registrazioni
del processo a suo nonno, morto proprio in quegli anni. Subisce delle
intimidazioni, Tanja, finirà per dover fuggire da Baku.Baku
C’è pure una seconda trama, parallela e di
pari importanza a questa, in cui il protagonista è il giudice Nazar
Kallistratovic Lappa, che deve indagare sull’assassinio di un capo religioso
mussulmano a Baku e, però, anche per lui, come per Tanja, la ricerca è come
scoperchiare un vaso di Pandora. Il fatto è che molte delle persone
responsabili dei fatti di sangue, delle purghe, delle torture, degli esili in
Siberia, sono ancora vivi, si sentono tremare la terra sotto i piedi (anche
letteralmente- il terremoto del 1988 nell’ Armenia settentrionale fu di
magnitudo 7) e fanno di tutto per ostacolare le indagini del giudice che,
proprio come Tanja, deve abbandonare Baku in fretta e furia.
terremoto del 1988
In “Come vi piace” Shakespeare diceva
‘Tutta la vita è un palcoscenico e gli uomini e le donne sono soltanto attori’-
è un attore il terzo personaggio di rilievo, quello che alla fine esce con
indosso la divisa da generale che gli serve per recitare e poi se ne spoglia
davanti agli occhi attoniti di chi è in coda come lui per comprare del sapone e
interpreta quel gesto in tutt’altra maniera.
Non per niente Barbero è uno storico e deve aver fatto ricerche approfondite (come la sua Tanja) perché “Romanzo russo” è un romanzo molto russo, perché non solo le vecchie grasse donne russe compaiono nelle sue pagine (quante ne abbiamo incontrate nei romanzi dell’800 russi?), ma anche i nuovi ricchi, l’elegante spacciatore di droga, l’ex membro del KGB che traffica in armi, e poi le popolazioni finora silenziose delle repubbliche più lontane, azeri e armeni che niente hanno dimenticato del passato di cui, qua e là, affiora la nostalgia, quel ‘si stava meglio allora’ che però ha dimenticato gli orrori.
Perfino
lo stile è molto russo. Con intelligenza e finezza, senza alcuna finzione,
Barbero echeggia Bulgakov che è perfino citato e alla nostra mente affiorano i
ricordi di altri grandi scrittori, se non fosse altro che per l’ampio respiro
del romanzo. Il racconto è indirizzato spesso ad un ‘tu’ lettore che dà
l’impressione di una voce interna ai fatti e altre volte, invece, si sente la
voce di un narratore onnisciente. Sempre ironica, sempre accattivante, come se
volesse sdrammatizzare quanto sta accadendo, perché in fin dei conti si è
conosciuto anche di peggio.
Il sottotitolo è un verso del poeta Osip
Mandelstam, mandato da Stalin a morire in un Gulag- “Fiutando i futuri
supplizi”-, un verso molto significativo che fa riflettere: sono solo Tanja e
Nazar che vengono messi in guardia?
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