domenica 5 dicembre 2021

Michael Christie, “I Greenwood” ed. 2021

                                                          Voci da mondi diversi. Canada

          warning novel

            saga

Michael Christie, “I Greenwood”

Ed. Marsilio, trad. F. Zucchella, pagg. 587, Euro 21,00

 

    Un cognome perfetto, Greenwood, Legna Verde. Era stato dato ai due bambini sopravvissuti ad un tremendo incidente ferroviario in Canada, all’inizio del secolo scorso. Erano traumatizzati, non parlavano, era impossibile che fossero fratelli, perché erano troppo diversi l’uno dall’altro. I loro nomi erano stati sorteggiati, Harris per uno e Everett per l’altro. Ed erano diventati fratelli, anche se non di sangue. E quando, ad un certo punto, la loro legna verde era la migliore in vendita, il cognome si era aggiunto e nessuno poi ricordava più se fosse vero che era scritto su una maglietta che indossavano al momento dell’incidente.

    Quando l’affascinante romanzo dello scrittore canadese Michael Christie inizia, è il 2038. Il pianeta Terra sta soffrendo per il collasso ambientale e la morte degli alberi, c’è stato il Grande Avvizzimento e le tempeste di polvere che ne sono la conseguenza causano malattie dell’apparato respiratorio soprattutto nei bambini, afflitti da una tosse ‘spaccaossa’ che non conosce sollievo.


Jacinda Greenwood (lei, quando glielo chiedono, dice che non ha nessun legame con Greenwood Island dove lavora) è una dendrologa (ho imparato una parola nuova) e fa la guida naturalistica accompagnando i ricchi turisti a visitare le lussureggianti foreste di una piccola isola della British Columbia. Quando un ex-fidanzato avvocato le consegna il diario della sua bisnonna, a Jacinda si spalanca una finestra sul passato della sua famiglia- a lei che neppure pensava di avere una famiglia. E sì, a quanto pare il suo bisnonno era proprio ‘quel’ Harris Greenwood, il magnate del legno, e sua nonna, che si chiamava Willow (salice, hanno nomi di piante i personaggi di questa storia, perché anche Jacinda è il nome di un fiore, il giacinto), era una hippie che, per coerenza, aveva dato via l’enorme eredità lasciatele da Harris, a suo padre era stato dato il nome di Liam in ricordo dell’irlandese che era l’amante nonché il ‘descrittore’ per il cieco Harris, ed Everett- che cosa aveva fatto Everett per passare più di trent’anni in prigione? Da dove veniva quel nomignolo, Pod (baccello), che gli era sfuggito, rivolgendosi a Willow che era andata a prenderlo quando era tornato in libertà?


    Il legno è tempo catturato. Una mappa. Una memoria cellulare. E i grandi cerchi nel tronco che segnano gli anni di un albero sono come le generazioni di una famiglia. Le vicende dei Greenwood sono intricate e ricchissime, molti degli avvenimenti sono avvolti in una luce di ambiguità e di incertezza, proprio come l’origine dei due non-fratelli. C’è un altro magnate, oltre a Harris, un uomo licenzioso che è stato l’amante della bisnonna di Jacinda. Ma era lui l’unico amante? Chi era il vero padre di Willow che Everett aveva trovato appesa ad un albero nel bosco, con la madre morta poco distante? Ed Everett, che era partito al posto del fratello per combattere in Francia, tornando – lui, così mite- del tutto distrutto, e che ora salta da un treno merci all’altro con quella neonata di cui all’inizio voleva sbarazzarsi? E l’omone incaricato di trovare la bambina scomparsa E il diario che poteva distruggere la reputazione di un uomo (quello che Jacinda legge ora) e che scompare lui stesso nelle fumerie d’oppio?


   All’inizio del romanzo c’è una domanda, rivolta a Jacinda che ha appena detto di non avere un telefono (e siamo nel 2038), “e magari le piace ancora leggere?”. Una domanda che per me, libro-dipendente, è stata come una pugnalata e che, però, è trionfalmente annullata dal susseguirsi delle storie, tra presente e passato, da una generazione all’altra, con una narrazione che ci affascina coinvolgendo persone e alberi come fossero un tutt’uno, appartenenti alla stessa famiglia, e, nello stesso tempo, lanciando un messaggio di allarme (uno dei tanti che riceviamo sempre più spesso) sul futuro del pianeta.

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