Voci da mondi diversi. Croazia
saga
la Storia nel romanzo
Ivana Sojat, “Segreti di famiglia”
Ed.
Voland, trad. V. Marconi, pagg. 400, euro 20,00
Un viaggio in treno da Zagabria a Osijek, dalla
capitale alla seconda città più importante della Croazia. Fine anni ‘90. Erano
diciotto anni che Katarina non ritornava a Osijek. L’hanno avvisata che sua
madre sta per morire. Quando Katarina arriva, sua madre è già morta. Meglio
così, forse, piuttosto che una riconciliazione frettolosa suggerita dalla
pietà. Il ritorno nella vecchia casa e l’incontro con Jozefina, la più cara
amica di sua nonna, sono lo spunto per riguardare il passato, per lasciarsi
sommergere dall’onda dei ricordi, per ascoltare le storie della sua famiglia di
cui Katarina non sapeva nulla, per ricostruire, insieme alle storie private,
anche la Storia della Croazia che un tempo faceva parte dell’impero
austro-ungarico.
Quanti segreti, quanta sofferenza, quanta
felicità risicata in questa famiglia di quattro generazioni di donne- la
bisnonna Viktorija, la nonna Klara, la madre Marija e infine lei, Katarina che
finisce per non sapere più chi è, quale sia il suo vero cognome. La vita è
fatta di amore e di morte, di pace e di guerra, di fortune alterne che vanno
dalla ricchezza alla povertà. Viktorija si era innamorata del bel Rudolf che,
dopo gli anni della guerra del ‘14-‘18, era tornato un altro uomo, si era messo
a bere per allontanare gli spettri che infestavano la sua memoria. Adesso si
curerebbe come un caso di shock post-bellico, allora…si perdeva la pazienza con
un uomo che si rivelava debole. Dall’amore Viktorija era passata al disprezzo,
e per fortuna c’erano i figli, per fortuna c’erano i suoi genitori che erano
ricchi.Osijek
Basta guerre- almeno così sperava Viktorija. E invece no. E la seconda
guerra mondiale avrebbe avuto in serbo altre calamità famigliari, oltre agli
eccidi di cui si sentiva parlare, oltre all’amica ebrea che era stata fatta
salire su un camion e non se ne era più saputo nulla. Succede in tutte le
famiglie ed era successo anche nella loro- il primogenito Adolf e la seconda
nata, la bella Greta, il monellaccio di famiglia che calcava il palcoscenico,
erano diventati nemici, l’uno nazista e l’altra nelle fila dei partigiani.
Eppure, nel 1945, quando tutta la famiglia, per via di quel cognome tedesco che
poi avrebbero cambiato, era stata portata in un campo di concentramento
partigiano (era lì che erano morte le bambine di Klara e di Jozefina), se ne
erano venuti fuori, macilenti e divorati dai pidocchi, era stato grazie
all’intervento di Greta. Ne erano usciti, ma avevano trovato le loro case occupate
spavaldamente da altri, amici dei ‘rossi’.
C’è ancora tanto altro che Katarina apprende, ci sono vecchie fotografie sbiadite con persone che lei non riconosce- non tutte almeno. Bambini che sono morti troppo presto di cui resta solo una ciocca di capelli conservata come un tesoro, che non sono mai scomparsi del tutto nell’aldilà ma riappaiono, passando attraverso le pareti, accanto alle loro mamme che parlano con loro. Come fa nonna Klara, forse il più bel personaggio di questo splendido romanzo. Perché Klara, troppo piccola per ricordarsi del padre ubriacone, si è sposata per amore ed è una figura luminosa che irraggia amore, verso il marito, i figli, la nipote Katarina, l’amica Jozefina.
Se è vero che leggiamo per vivere altre
vite oltre alla nostra, per immergerci in altre storie diverse dalla nostra,
per conoscere la Storia di paesi di cui non sapevamo nulla, un romanzo come
“Segreti di famiglia” è perfetto. Leggerlo è come vedere una porta spalancarsi
davanti a noi e inoltrarci in una realtà che all’inizio facciamo fatica a
capire e poi ci stupiamo di averla potuta ignorare. E intanto la capacità
affabulatoria di Ivana Sojat ci ha tenuto legati fino all’ultima pagina, quando
ogni segreto è venuto alla luce, quando gli spettri del passato hanno
finalmente trovato la pace e Katarina è tornata a Zagabria.
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