domenica 3 gennaio 2021

Sergio Grea, “L’appalto”

                                                                  Casa Nostra. Qui Italia

   cento sfumature di giallo

Sergio Grea, “L’appalto”

Ed. AmazonEncore, pagg. 550, Euro 9,25, per kindle 4,99

   E’ successo da poco l’impensabile. Un colpo al cuore dell’America: le Torri gemelle sono collassate in una scena apocalittica che milioni di persone hanno potuto guardare in diretta sugli schermi televisivi.

L’avvocato Dave Stirling non era in studio- erano morti il suo socio ed amico, segretarie e impiegati. Dopo aver anticipato i soldi dell’assicurazione alle famiglie delle vittime, Dave era in difficoltà economiche ed aveva accettato una proposta che gli era stata fatta tramite il suo professore universitario.

Si trattava di negoziare l’appalto della costruzione di una diga sul lago d’Aral, in Uzbekistan, per conto di un magnate russo. Dave parte, senza sapere nulla dell’Uzbekistan, è stato soltanto messo in guardia sulla agguerrita rivale francese con cui deve contendere l’appalto.

    Il romanzo di Sergio Grea è di ampio respiro, perché non solo ci porta in uno scenario lontano di grande fascino- la mitica via della Seta, a Bukhara e Samarcanda-, ma si addentra anche nel groviglio di colpe, responsabilità e pericoli connessi con il disastro ambientale del lago d’Aral.

Lago d'Aral. Prima e dopo.

   Fino a 50 anni fa il lago d’Aral era uno dei quattro laghi più grandi del mondo. Dal 1960 ad oggi la sua superficie si è ridotta del 75%. È doloroso vederne le fotografie di ‘prima’ e ‘adesso’, i fondali asciutti (e inquinati per i diserbanti usati nelle piantagioni di cotone) e gli scheletri delle navi una volta usate per la pesca- grandi balene piaggiate. La prima causa del disastro fu il progetto voluto dall’Unione Sovietica che prevedeva la deviazione di due fiumi immissari per irrigare le piantagioni di cotone. Adesso il cotone è diventato l’oro bianco dell’Uzbekistan, ma a che prezzo! Le conseguenze ambientali, ecologiche, economiche e sociali sono state pesantissime per i villaggi che un tempo erano lungo la costa- tumori, epatiti e tubercolosi, causati dall’inquinamento, sono tre volte tanto la media del paese.


   Questo è solo una parte di quello che scopre Dave Stirling. Il progetto delle dighe dovrebbe far alzare il livello dell’acqua, ma…c’è forse in ballo anche un altro progetto? È forse vero che, trivellando il fondo, si troverebbe petrolio? È per quello che la data della consegna dei progetti viene continuamente rimandata? Perché decidere per il petrolio invece che per l’acqua implica guadagni di gran lunga maggiori?

E non si tratta solo del petrolio. Su quella che una volta era l’isola di Vozrozdenie e che adesso è una penisola, fino al 1991 era in funzione un laboratorio sovietico top secret per la produzione di armi biologiche. Dopo l’abbandono del laboratorio non tutti i contenitori furono distrutti correttamente. E se qualcuno sfruttasse questo materiale pericoloso (si pensa che il lago sia la più grande discarica di antrace del mondo) per un attentato?


    Sono tutti argomenti scottanti e di grande interesse. E la trama è incalzante- mentre Dave non riesce a capacitarsi delle direttive del magnate russo che sembra inspiegabilmente volere l’affossamento del ‘suo’ progetto, mentre l’incorruttibile Dave si sente imprigionato in un ruolo che non gli garba, qualcuno della cerchia dell’appalto viene ferito, qualcuno viene ucciso e non è più possibile pensare che si tratti di incidenti. Da un certo punto in poi la vita stessa di Dave sarà in pericolo, lui non è stato l’unico burattino, forse, però, è stato l’unico ad essere stato così dolorosamente tradito.

    Tra una squallida e triste Tashkent e le cupole azzurre di Bukhara e Samarcanda, un bel romanzo insolito nella panoramica di genere italiana (solo la storia d’amore non è affatto convincente, ma un po’ d’amore ci deve essere in un libro che prospetta scenari da brivido.)

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