mercoledì 13 gennaio 2021

Alice Basso, “Scrivere è un mestiere pericoloso” ed. 2017

                                                             Casa Nostra. Qui Italia

                                                  cento sfumature di giallo


Alice Basso, “Scrivere è un mestiere pericoloso”

Ed. Garzanti, pagg. 339, Euro 9,90

     Vani Sarca. Professione ghostwriter. Seconda professione: consulente della polizia. Capacità speciali: entrare nella mente delle persone immedesimandosi in loro. Colore preferito: il nero. Rossetto e smalto per le unghie: viola. Passione: libri, da sempre. Situazione sentimentale: single, dopo una deludente storia d’amore con l’affascinante Riccardo Ranzi che le ha lasciato solo rancore e desiderio non sopito di vendetta per il modo in cui lui l’ha sfruttata.

     Vani ci ricorda, alla lontana, la mitica Lisbeth Salander di Stieg Larsson. Per il suo fisico giovane e scattante, gli allenamenti di arte marziale, l’abbigliamento costantemente nero e decisamente non elegante, la prontezza delle reazioni, l’astio verso un uomo e la diffidenza verso tutti gli appartenenti al sesso maschile.

    Fare la ghostwriter significa rinunciare ad apparire in quello che scrive. Significa ricevere la commissione di scrivere un libro con un soggetto imposto e farlo nello stile di chi firmerà il libro, incassando soldi e magari un po’ di celebrità.


    L’editore di Vani le affida un compito stuzzicante, anche se lontano dai suoi interessi: Vani scriverà un libro di ricette. Proprio Vani che si nutre di patatine al formaggio e, quando va bene, qualche surgelato? Vani che ha sempre mostrato disprezzo per i tentativi di mamma e nonna di insegnarle a cucinare? Però si tratta di qualcosa di speciale e non sarà solo un libro di cucina. Sarà un intreccio di ricette e aneddoti di Irma, la donna ormai anziana che è stata per tutta la vita la cuoca della famiglia Giay Marin. Tutti a Torino conoscono il nome dei Giay Marin, come conoscono quello degli Agnelli. Gli Agnelli sono l’automobile, i Giay Marin sono la moda. Moda di alta classe, di quella raffinatezza da Piemonte sabaudo. Vani dovrà farsi dire le ricette e le storie di famiglia.

    La fama dei Giay Marin è stata offuscata, però, da un evento drammatico. Da cinque anni Aldo Giay Marin sconta in prigione la pena per aver ucciso suo fratello Adriano. Aldo ha confessato. Aveva ucciso il fratello, un viveur dalla vita sregolata, perché stava facendo affossare l’azienda.


    Vani arriva prevenuta alla villa dei Giay Marin e invece è subito conquistata dalla vecchia Irma e simpatizza perfino con quella signora di gran classe che è la vedova di Adriano. Irma è vecchia ma non è svampita, i suoi racconti sono ricchi di dettagli e il suo linguaggio è molto espressivo e vivace. Ad un certo punto, però, Irma sorprende tutti con una confessione

    La trama ‘gialla’ del romanzo di Alice Basso (una serie di cui recupererò gli altri libri) è ricca di sorprese anche se è deludente nel finale. Altri ‘strati’ del romanzo, però, ci conquistano, perché sono parecchi, diversi, e sempre in uno stile frizzante e ricco di umorismo.

Il libro che Vani deve scrivere come ghostwriter, tanto per cominciare, ci delizia con ricette piemontesi- e Vani, digiuna di conoscenze di cucina oltre che spesso digiuna tout court, si avvale dell’aiuto del commissario Berganza per completare le scarne indicazioni di Irma.


Sul filone ‘ricette’ si sovrappone la variante voluta dalla food blogger che firmerà il libro- nella melassa di cui grondano le sue parole riconosciamo un certo genere di pubblicazioni e ci sorprendiamo a ridere per il modo in cui Vani si prende gioco di lei. Così come ridiamo nelle scene della schermaglia tra Vani e l’ex fidanzato- e questo è il filone ‘rosa’ del romanzo in cui il ruolo del cinquantenne commissario (un po’ defilato ma di grande fascino) pare avere un futuro nel cuore della ragazza che odia le sdolcinature. C’è poi un filone ‘giovani’ che ha a che fare con il mondo della musica e la capacità della ruvida Vani di entrare in sintonia con i ragazzi che hanno qualche problema a relazionarsi. E un filone ‘arti marziali’: la scena in cui Vani in splendido abito da sera Giay Marin fa una dimostrazione del krav maga è impagabile.

    Infine c’è Torino e ci mancava la cara vecchia Torino sulla scena del genere giallo.

Una lettura piacevolissima, leggera e intelligente.

 

 

     

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