mercoledì 11 settembre 2019

Jonas Hassen Khemiri, “La clausola del padre” ed. 2019


                                                                vento del Nord

Jonas Hassen Khemiri, “La clausola del padre”
Ed. Einaudi, trad. Katia De Marco, pagg. 256, Euro 19,50

     Un nonno che è anche un papà. Un figlio che è anche un papà. Una sorella che è anche una figlia ma non è più mamma. Una ragazza che è anche una mamma che lavora come avvocato del sindacato. Sono questi i protagonisti senza nome del nuovo- molto bello, molto vero, divertente con un pizzico di tristezza perché la vita non è fatta solo di momenti allegri e sereni- romanzo di Jonas Hassen Khemiri, scrittore svedese figlio di padre tunisino e madre svedese. Per dieci giorni entriamo nella vita di questa famiglia, ne facciamo parte, seguiamo le piccole e grandi avventure delle loro giornate raccontate da diversi punti di vista- è come se volgessimo la testa dall’uno all’altro per prestare attenzione a quello che hanno da raccontarci. Ed è incredibile quanto Jonas Hassen Khemiri riesca a dirci di loro, del loro presente e del loro passato.
      Al centro di tutti c’è il papà che è anche un nonno- la figura del padre che giganteggiava nel primo romanzo che abbiamo letto di Khemiri, “Una tigre molto speciale”. Il papà che è anche un nonno è appena tornato a Stoccolma dove si fermerà per dieci giorni. Ritorna due volte all’anno, dice che è per vedere figli e nipoti, in realtà è perché, se soggiornasse più a lungo nel suo paese di origine, verrebbe considerato un residente e dovrebbe pagare le tasse. E poi approfitta del servizio sanitario svedese, fa riserve di insulina ed esami clinici. Il nonno che è anche un papà è divertente, è uno spaccone, è un venditore nato (riuscirebbe a vendere il miele alle api), è egocentrico- solo lui è perfetto. Come ha fatto a fare un figlio che è un perdente? Per fortuna che la figlia è una donna in carriera, peccato che abbia sposato quel primo marito che poi è riuscito ad avere l’affido del loro figlio. Peccato- ma il papà che è un nonno non lo sa ancora- che lei aspetti un figlio (non voluto) da quello che non vuole considerare il suo ragazzo, un insegnante di ginnastica più giovane di lei.

E’ un padre ingombrante, questo papà che è anche un nonno e che ha- pure lui- i suoi fallimenti alle spalle. Perché non parla mai dell’altra figlia, quella che viveva in Francia con la madre, e che era morta? Perché la seconda moglie svedese lo ha lasciato? Perché non dice anche che dei due figli svedesi si è occupato molto poco e molto saltuariamente? Il figlio che è anche un papà, che si sente oberato dalle sue responsabilità come figlio primogenito e come padre di due bambini piccoli, ne risente tuttora.
       Se tutto sembra sempre ritornare alla figura del padre che è anche un nonno, il vero protagonista del romanzo è però il personaggio del figlio che è anche un papà e che ci incanta con la sua buona volontà di essere un padre sollecito e attento come il suo non è mai stato. Il figlio che è anche un papà è in congedo parentale da quattro mesi e non ne può più (e la ragazza che è anche una mamma che è stata a casa undici mesi quando è nata la prima bambina? Ci ha mai pensato, lui, a come dovesse sentirsi?). Non ne può più di notti senza dormire, di pannolini con la cacca, di leggere libri a voce alta, di giocare cento volte allo stesso gioco, di fare la spesa, di portare i bambini nelle ludoteche, di non avere mai un attimo per sé. E’ facile parlare di uno scambio di ruoli, è difficile mantenere la stima della propria compagna quando è lei a portare a casa i soldi.

     Non ricordo di aver letto una storia di famiglia così sincera e a cuore aperto, così vera e spontanea in tutti i suoi dettagli. Soprattutto non ricordo di aver mai letto una storia di ‘maternità’ che è invece una storia di ‘paternità’, di un papà che si occupa a tempo pieno dei bambini sostituendosi in tutto alla mamma, sperimentando la fatica, la noia della ripetitività, il tempo che non passa mai, ma anche le grandi gioie delle scoperte condivise, il ritorno dell’affetto- quando lui, esasperato, una notte non torna a casa, il nonno è perfino seccato dalla domanda assillante della bambina, ‘dov’è il papà?’, ma noi in quella domanda sentiamo crollare il mondo. Un libro che consiglio a tutti. Soprattutto ai papà italiani.

lo scrittore era presente al Festival della Letteratura di Mantova
la recensione e l'intervista che segue saranno pubblicate anche su www.stradanove.it
trovate le recensioni degli altri libri dello scrittore sotto l'etichetta 'vento del Nord' 2017


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