sabato 13 aprile 2019

Drago Hedl, “Il segreto di Maša” ed. 2019


                                            Voci da mondi diversi. Penisola balcanica        
                                                       cento sfumature di giallo


Drago Hedl, “Il segreto di Maša”
Ed. Marsilio, trad. Estera Miočić, pagg. 276, Euro 17,00
    
     Osijek, capitale storica e culturale della Slavonia, quarta città della Croazia. Ci siamo già stati, nel precedente romanzo di Drago Hedl, “Silenzio elettorale”. Ricordiamo l’ispettore Vladimir Kovač e il suo ‘doppio’, il giovane giornalista d’inchiesta Stribor Kralj. L’ispettore incorruttibile e il giornalista che sfiora la morte nella sua passione per la verità. “Silenzio elettorale” era il primo di una trilogia di romanzi, una sorta di introduzione a quella che si rivela sempre più voler essere una denuncia, nascosta (e neppure tanto) sotto forma di romanzo, del sistema di corruzione malavitosa in tutte le sfere del potere.
    Un uomo, chiaramente con disturbi mentali, tiene d’occhio una bella ragazza bionda che corre ogni sera lungo l’argine del fiume.
    Vladimir Kovač riprende servizio dopo essere stato in pericolo di vita (gli avevano sparato durante l’indagine precedentemente in corso), ma il nuovo capo della polizia non se ne rallegra affatto.
   Stribor Kralj, che sta per diventare padre, vuole scoprire chi ci fosse dietro il suo rapimento quando cercava di appurare la ‘vera’ verità sulle ragazzine uccise (il caso di “Silenzio elettorale”)- le tracce lo portano a Belgrado e gli rivelano un grosso traffico d’armi.
    La bella ragazza bionda viene ritrovata morta. In apparenza è stata investita da un’auto mentre faceva jogging. Fin da subito né Kovač né Stribor credono a questa versione dei fatti.
    E c’è un nome che ritorna sempre, quello di Horvatić, l’uomo politico che era stato incriminato per l’assassinio delle due ragazze in “Silenzio elettorale” e che ora esce di prigione- recita la parte della vittima, Horvatić: è stato accusato ingiustamente (il suo avvocato è il padre di Maša, la jogger bionda), la sua candidatura alla carica di Ministro degli Interni è inamovibile (la gente dimentica in fretta, si sa), mentre l’avvocato punta alla nomina di Presidente della Corte Suprema.
Osijek
   E poi il voyeur, l’uomo a cui piaceva guardare Maša correre e che aveva iniziato a mandarle messaggi erotici sul cellulare, si impicca nella sua cucina. O meglio, viene trovato impiccato. Il colpevole è servito su un vassoio d’argento. Perché mai Kovač  si intestardisce a proseguire le indagini e va a interrogare un sacerdote a cui Maša  avrebbe confessato un segreto, ricattandolo con la minaccia di dar seguito ad un’inchiesta su presunte molestie in sacrestia da parte dell’anziano sacerdote su minori?
     Lo stile di Drago Hedl è asciutto, quasi semplice- si è tentati di darne la colpa alla traduzione o alla diversità della lingua. Ma questo è lo stile del giornalista più che del romanziere, e in tutto il libro si avverte l’urgenza di voler dire qualcosa, di denunciare, di puntare il dito contro la collusione fra uomini politici, magistrati e polizia, di smascherare chi si nasconde dietro l’immunità parlamentare, di mettere in guardia dai sodalizi delle mafie serbe e croate, dal nuovo redditizio traffico d’armi che sta sostituendo o affiancando quello di droga e di essere umani.
Belgrado
     Se la scena d’azione di “Silenzio elettorale” si alternava tra Osijek e Zagabria, qui si sposta tra Osijek e Belgrado- ancora un contrasto, ancora un doppio, con fantasmi della guerra che zoppicano sulla gamba sola di Badža Millepiedi, il boss che fornisce informazioni sull’impresa ‘di facciata e rifinitura’ (splendida perifrasi) che si è occupata del rapimento di Stribor.
     Pensiamo sempre più a “Millennium” del peraltro insuperabile Stieg Larsson, leggendo “Il segreto di Maša”. Stieg Larsson a cui, tuttavia, lo scrittore croato non vuole essere paragonato (come mi ha detto nell’intervista del 2017)- Drago Hedl non ci tiene a morire giovane come l’autore della trilogia svedese. “Il segreto di Maša” termina lasciando molte questioni in sospeso: attendiamo con ansia e curiosità il terzo libro della serie. Quelli di Drago Hedl non sono thriller banali, non possono neppure definirsi propriamente thriller, né semplicemente polizieschi. Sono romanzi-inchiesta, romanzi-denuncia. Per aprirci gli occhi.

la recensione, come l'intervista che seguirà a breve, sarà pubblicata su www.stradanove.it

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troverete la recensione di "Silenzio elettorale" (e l'intervista allo scrittore) sotto l'etichetta "Voci da mondi diversi. Penisola balcanica" in data 5 e 6/11/2017


    

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