sabato 19 maggio 2018

Roslund & Hellström, “Punizione” ed. 2008


                                                                            vento del Nord
          cento sfumature di giallo
          il libro ritrovato

Roslund & Hellström, “Punizione”
Ed. Cairo, trad. Katia De Marco, pagg. 414, Euro 18,00

    La polizia di Stoccolma mette in stato di arresto un cadavere. Proprio così. Perché John Schwarz, accusato di gravi lesioni ad un uomo, risulta non essere affatto il cittadino canadese in possesso di regolare permesso di soggiorno come attesta il suo passaporto. Le sue impronte digitali corrispondono a quelle dell’americano John Meyer Frey, condannato a morte a soli diciassette anni e giustiziato sei anni prima, dopo dodici anni di detenzione nel carcere di Marcusville, nell’Ohio. Ora gli Stati Uniti fanno pressioni perché venga estradato- un caso simile non è ammissibile. Gli accordi internazionali vietano questa procedura, ma il governo svedese non vuole inimicarsi la più grande potenza mondiale e trova la pavida soluzione della vergogna: John Schwarz, alias John Meyer Frey, non verrà estradato, verrà espulso, rispedito a Mosca, ultimo paese in cui ha transitato prima di arrivare in Svezia. E c’è molto altro che naturalmente non vi diciamo.
     Se per ‘thriller’ si intende un libro da brividi in attesa della prossima mossa dell’assassino, “Punizione” degli svedesi Roslund e Hellström non è un thriller, perché il brivido c’è, ma arriva come una sorpresa, alla fine. Se per romanzo di indagine poliziesca pensiamo ad una vicenda in cui un ispettore cerca di far luce su un delitto scovando il colpevole, “Punizione” non è un romanzo di indagine poliziesca: John Meyer Frey si è sempre dichiarato innocente dell’assassinio della sedicenne Elizabeth, era stato condannato in base ad indizi, soprattutto perché Eward Finnigan, il padre della ragazza, era segretario del governatore ed acceso sostenitore della pena di morte. Né si era cercato allora, né si cerca adesso un altro colpevole. Eppure “Punizione” è un romanzo che riguarda un’indagine- anche se la soluzione verrà offerta dall’assassino stesso- ed è sostenuto da una forte tensione che non è solo quella del mystery tradizionale, perché arricchita dall’impegno civile ed etico per contrastare la pena di morte. E la lettura si sviluppa su parecchi piani, tutti ugualmente coinvolgenti, ruotando attorno ad una serie di personaggi e ad alcune problematiche su cui il nostro pensiero continua ad indugiare, anche a lettura terminata.

     John Meyer Frey era stato un ragazzo difficile- era stato forse traumatizzato dalla morte prematura della mamma? Dei flashback ce lo mostrano nell’agonia senza tempo della cella di isolamento, in attesa della morte. E poi- ma la narrazione non è consequenziale-, mentre i giorni sgocciolano inesorabilmente, qualcuno si dà da fare per lui: avremo due versioni di quanto avvenne e quella di John è la più lacunosa, e in ogni modo assolutamente sincera perché lui non doveva sapere nulla. Belli i personaggi intorno a lui- il padre, la moglie che non sapeva niente, il bambino. Umani e interessanti anche i poliziotti che si occupano del caso, soprattutto l’ispettore Ewert Grens, con la sua dedizione assoluta alla moglie che da più di vent’anni è in una casa di cura (questo è il terzo libro della serie, perciò il lettore viene solo a sapere dei frammenti di quanto è accaduto). Ewert Grens parte pieno di pregiudizi contro John Shwarz/Meyer Frey che ha preso a calci in faccia un ubriaco che molestava una donna. Poi cambia (non ha forse lui stesso una reazione simile quando ha una reazione violenta nei confronti dello sconosciuto che offende la collega poliziotto?) e in definitiva non se la sente di restituire un uomo alla morte. Perché tutta la trama si concentra sull’abominio della pena di morte, sul desiderio di vendetta che c’è dietro, sulla possibilità di errore. Il finale è a sorpresa, gloriosamente e tristemente, drammaticamente grandioso: uno sberleffo al sistema giudiziario e penale americano. Ancora una volta osserviamo: ma come sono bravi questi scrittori nordici!

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net


    


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