domenica 13 maggio 2018

Natsume Sōseki, “E poi” ed. 2012


                                                   Voci da mondi diversi. Asia
    love story
    il libro ritrovato

Natsume Sōseki, “E poi”
Ed. Neri Pozza, trad. Antonietta Pastore, pagg. 284, Euro 16,50
Titolo originale: Sore kara

      …se da qualche parte danno un concerto, o se viene un famoso musicista straniero, non ha mai l’occasione di andarlo a sentire. Di conseguenza morirà senza aver mai messo piede nel mondo della musica, in quel genere di bellezza. Ciò che intendo dire è che non esiste una non-esperienza più triste di questa. Può darsi che l’esperienza legata al pane sia necessaria, ma è necessariamente triviale. Non vale la pena di essere un uomo se non ci si può permettere il lusso di fare qualcosa che non ha alcun rapporto con il cibo e con l’acqua. Forse pensi che io sia ancora un ragazzo, ma nel mondo di lusso in cui vivo, sono molto più anziano di te.

   Tokyo, inizi del ‘900. Un protagonista che sembra uscito dalle pagine di un romanzo occidentale e non dalla penna del grande scrittore giapponese Natsume Sōseki. Un flâneur, un uomo afflitto da ennui (mi spiace usare parole straniere ma sono d’obbligo per definire questo tipo di persona), dalla spossatezza che viene dal non fare nulla. Realisticamente parlando, in parole crude, Daisuke è un perdigiorno fannullone che giustifica il suo ozio da esteta con motivazioni esistenziali filosofiche o letterarie.
E’ sulla trentina, vive per conto suo mantenuto dal padre e dal fratello che sono quanto più diversi possibile da lui: uomini d’affari che per arricchirsi non badano ai mezzi. Daisuke non si fa alcun problema per non avere un’indipendenza economica. Che bisogno ha di lavorare? E poi: come potrebbe avere il tempo e la forza di interessarsi di arte, di teatro, di musica, di letteratura, se dovesse dedicare la sua giornata a guadagnarsi il pane? Nonostante le frecciate che gli arrivano da più parti, niente riesce a scalfire la corazza di raffinata inedia di Daisuke. Finché accadono due cose: Hiraoka, il suo più caro amico dei tempi dell’università, ritorna a vivere a Tokyo e il padre di Daisuke esercita sul figlio forti pressioni perché ‘adempia il suo dovere’ di figlio e di uomo sposandosi.
    La narrazione di Sōseki si adegua al ritmo tranquillo delle giornate di Daisuke- solo verso la fine del romanzo l’azione si farà un poco più pressante. Perché, dal ritorno a Tokyo di Hiraoka e della moglie Michiyo, tutto l’interesse ruota intorno a questi tre personaggi: i due amici che sono l’opposto l’uno dell’altro e la silenziosa Michiyo il cui matrimonio con Hiraoka è stato caldeggiato da Daisuke tre anni prima. Se Daisuke sembra lasciarsi vivere seguendo la corrente del fiume della sua esistenza, Hiraoka, invece, vive. Sbaglia (i motivi per cui ha perso il posto non sono del tutto chiari), si impegna, trova lavoro in un giornale, passa il suo tempo nelle case da tè e forse (anzi probabilmente) tradisce la moglie.
E Daisuke si trova attratto dalla donna fragile che è Michiyo. Parallelamente il padre di Daisuke continua a tessere la trama per irretire il figlio in un matrimonio che gli porterebbe vantaggi economici (ovvero, gli permetterebbe di continuare a non fare niente). C’è un lento crescendo che porta in due direzioni: l’incontro di un Daisuke recalcitrante con la ragazza scelta dal padre (e di cui Daisuke individua subito i punti per cui non fa per lui) e quello in cui Daisuke dichiara a Michiyo il suo amore che, come tutte le passioni romantiche, non ha bisogno di giustificazioni di sorta.
    L’Occidente e l’Oriente si sfiorano, nel libro di Natsume Sōseki. Daisuke, l’uomo che legge D’Annunzio, Hawthorne e Emerson, è fin troppo consapevole che lo stile di vita occidentale, i comportamenti dei personaggi dei romanzi che legge, non possono essere attuati in un Giappone in cui è tuttora vivo il codice etico dei samurai- come nelle storie diventate leggendarie che suo padre non si stanca di raccontare. In Giappone l’adulterio è una macchia che si estende a tutta la famiglia di chi è coinvolto. Eppure, finalmente, Daisuke prende una decisione. “E poi”, e poi…non sappiamo che cosa succederà. Solo che il suo passare all’azione fa traballare tutto il suo mondo: “Si muove, il mondo si muove”- sono le sue parole mentre un mondo tinto di rosso gli vortica intorno sul tram che ha preso per andare a cercare un lavoro.

    
     Giudicato un classico della letteratura giapponese, “E poi” è un romanzo imperdibile per chi vuole comprendere il mondo rimpicciolito in cui viviamo che deriva dal mondo di ieri di cui ci parla Natsume Sōseki.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it





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