mercoledì 6 aprile 2016

Martin Suter, “Un amico perfetto” ed. 2003


                                                       Voci da mondi diversi. Svizzera
     cento sfumature di giallo
      il libro ritrovato

Martin Suter, “Un amico perfetto”
Ed. Feltrinelli, trad. Silvia Bini, pagg. 240, Euro 15,00


     Che cosa è un uomo senza la memoria? E che senso ha vivere, che senso ha la vita vissuta, se non ne resta traccia in noi? Già nel suo romanzo precedente, “Com’è piccolo il mondo”, lo scrittore svizzero Martin Suter aveva affrontato il tema della perdita della memoria da un’angolazione particolare, quella di un uomo sessantenne colpito dal morbo di Alzheimer che sente scivolare via il suo passato, recuperando però il ricordo di una remotissima infanzia che porta alla luce un segreto. Un originale thriller psicologico, come “Un amico perfetto”, il suo nuovo romanzo appena pubblicato da Feltrinelli, in cui il protagonista ha un vuoto di memoria di cinquanta giorni. Il giornalista trentenne Fabio Rossi, di origine italiana, si risveglia in una camera d’ospedale e non solo non ricorda niente dell’aggressione di cui è stato vittima, ma non riconosce neppure la bella ragazza bionda che sembra avere con lui rapporti di intimità. La ragazza di cui è innamorato è bruna, si chiama Norina e non Marlen, e Fabio non capisce perché Norina non risponda alle sue telefonate, perché nessuno, neppure il suo migliore amico Lucas, gli voglia spiegare che cosa sia successo, perché lui non abiti più con Norina, perché abbia dato le dimissioni dal giornale per cui scriveva- lui, dare le dimissioni? Fabio non riesce neppure a credere che, negli ultimi tempi, aveva incontrato parecchie volte un vecchio compagno di scuola e che si era messo a frequentare locali che aveva sempre disprezzato. Era successo tutto in quei 50 giorni di cui non restava traccia nel suo palmare, che peraltro era scomparso e che aveva poi ritrovato in un cassetto di Marlen. Con puntiglio, con una pazienza che esplode spesso nell’impazienza verso gli altri e verso se stesso, Fabio cerca di ricostruire lo spazio di tempo che è andato perso, giorno dopo giorno, appuntamento dopo appuntamento.
Il suo ultimo servizio giornalistico era stato una serie di interviste ai macchinisti di treni a cui era successo di travolgere un uomo in cerca di suicidio: c’era un caso particolare, di un ricercatore, la cui moglie sembrava disporre di più soldi di quanto si aspettasse e che adesso era in vacanza in Italia. E Lucas, che adesso è l’uomo di Norina, qual è il ruolo di Lucas in tutto questo? E’ possibile che Lucas gli abbia soffiato uno scoop giornalistico? E’ possibile che Fabio si sia lasciato comprare? Finale molto bello, molto triste, la felicità ha sempre un prezzo alto: Norina torna da Fabio e il gesto estremo di Lucas  lo trasforma in un eroe, “un amico perfetto” che ha perfezionato le qualità che ammirava in Fabio che, senza saperlo, era il suo idolo.
Non sono soltanto la tematica della memoria, gli interrogativi sulla selettività di questa e sulle scelte che si possono fare sotto le pressioni di una società materialista, che rendono interessante il romanzo di Suter. C’è anche il filone quanto mai attuale delle adulterazioni alimentari i cui pericoli vengono volutamente celati- in questo caso i prioni responsabili del morbo della “mucca pazza” presenti in prodotti di vasta diffusione, come il cioccolato e il latte in polvere. Stile asciutto, dialoghi scattanti e con uno humour che ci suona insolito per uno svizzero, brevi illuminazioni sulla vita degli italiani immigrati (per carità, mai essere sepolti con un funerale svizzero!), in un romanzo divertente e inquietante.

 la recensione è stata pubblicata sulla rivista Stilos






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