venerdì 15 aprile 2016

Maj Sjöwall e Per Wahlöö, “L’autopompa fantasma” ed. 2008

                                                               vento del Nord
       cento sfumature di giallo
        il libro ritrovato


Maj Sjöwall e Per Wahlöö, “L’autopompa fantasma”
Ed. Sellerio, trad. Renato Zatti, pagg.352, Euro 12,00
Titolo originale:Brandbilen som försvann

    Quando Gunvald Larsson sollevò per l’ultima volta lo sguardo in direzione dell’appartamento in alto a destra, vide una figura spettrale ardere come una torcia e afflosciarsi in una penosa spirale tenendo le braccia sopra la testa, per poi sprofondare e scomparire alla sua vista. Gustav Larsson suppose che quello fosse il quarto partecipante alla festa e prese atto dell’impossibilità di correre in suo aiuto.

  E’ qualcosa da attendere con ansia gioiosa, l’annuale appuntamento con un romanzo di indagine poliziesca della coppia di scrittori svedesi Maj Sjöwall e Per Wahlöö, pubblicato da Sellerio. E se questa è un’osservazione che abbiamo già fatto, ce ne scusiamo. Ma la ripetizione è inevitabile come il piacere che deriviamo dalla lettura. Un godimento tranquillo, perché i romanzi di Sjöwall e Per Wahlöö non sono certo di quelli che suscitano brividi di orrore, e neppure ci fermano i battiti del cuore per la paura di quello che sta per accadere. Non sono mai cruenti, non contengono scene raccapriccianti. Nella breve introduzione a “L’autopompa fantasma” i due scrittori spiegano che  “con la serie “romanzo su un crimine”, che abbiamo pianificato in dieci parti, intendiamo analizzare la società borghese del benessere; cerchiamo di guardare la criminalità in rapporto alle dottrine politiche ed ideologiche di tale società”. Ecco spiegato perché terminiamo di leggere un romanzo e vorremmo leggere subito quello seguente- perché sono dieci parti di un unico romanzo, e poiché si tratta sempre di crimini per così dire ‘normali’, siamo in grado di rispecchiarci nella società che li provoca, anche se sono stati scritti alla fine degli anni ‘60.
     All’inizio de “L’autopompa fantasma” un poliziotto sorveglia una casa in una zona isolata di Stoccolma. Sono i primi di marzo, fa ancora molto freddo. Arriva a dargli il cambio l’ispettore Gunvald Larsson e alle 11,21 di notte la casa salta in aria sotto gli occhi di questi. Una scena apocalittica, Gunvald scopre di avere la stoffa dell’eroe, salva otto delle dieci persone che si trovavano nei quattro appartamenti. E’ stato un incidente? C’era un sexy party al secondo piano…O un incendio doloso? L’uomo morto al primo piano giaceva sul letto completamente vestito e aveva chiuso accuratamente ogni possibile fessura, prima di aprire il gas. Ma, che strano, aveva la schiena completamente carbonizzata…

Va da sé che la trama si concentrerà sulla identificazione della vittima, prima, sulla ricerca dell’uomo che forse era il suo socio in affari, poi, e infine- dopo che affiorano (letteralmente, almeno per uno) altri due morti- sulla cattura del colpevole. E sì, c’è un momento di brivido finale, ma l’ordine viene ristabilito, come in tutti i romanzi polizieschi della migliore tradizione, e il lettore si tranquillizza.
    Una delle particolarità dei romanzi di questa coppia di svedesi che molti scrittori nordici considerano come i loro maestri è che, accanto a Martin Beck, il commissario di polizia che è il personaggio principale, ci sono i suoi colleghi, tutte figure rappresentate con tale perizia da non restare in secondo piano: è l’intero corpo di polizia ad essere protagonista dei romanzi. Il pacato Martin Beck che cerca di sottrarsi ai fine settimana in compagnia della moglie; il grasso Kollberg che è diventato padre da poco e fa sesso spesso e volentieri con la moglie; il sanguigno Larsson che è l’unico a provenire da un ambiente alto borghese, ama le scarpe italiane e gli abiti di sartoria;
Rönn che ha regalato al figlioletto di quattro anni l’autopompa citata nel titolo: il giocattolo misteriosamente scompare, viene ritrovata in una scena buffa da un poliziotto di Malmö, famoso per il suo fiuto, ed è come se gli scrittori avessero strizzato l’occhio al lettore: una soluzione semplice, anche sulla scena dell’incendio c’era stata un camion fantasma dei pompieri…

    E’ tutto piacevolmente sottotono, nei romanzi di Sjöwall e Wahlöö, anche l’umorismo dei dialoghi, il fiele delle frecciate che i colleghi si rivolgono: tutto elegante, di gran classe.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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