domenica 13 marzo 2016

Miguel Syjuco, “Ilustrado” ed. 2011

                                                          Voci da mondi diversi. Asia
        cento sfumature di giallo
         il libro ritrovato

Miguel Syjuco, “Ilustrado”
Ed. Fazi, trad. Enrico Terrinoni, pagg. 469, Euro 19,50



         Febbraio 2002. Un cadavere viene ripescato dal fiume Hudson. Identità: Crispin Salvador, scrittore filippino che viveva a New York e insegnava alla Columbia University dal 1972, quando il presidente Marcos aveva imposto la legge marziale nel suo paese. Un suo studente, Miguel Syjuco stesso, vuole scoprire che cosa ci sia dietro questa morte improvvisa: suicidio? omicidio? perché Salvador stava scrivendo un libro di cui non si trova traccia e che sarebbe stato un’aperta accusa contro il malgoverno, le ruberie, la corruzione nelle Filippine. E allora la ricerca della verità sulla morte di Salvador diventa anche la ricerca del manoscritto- un pretesto per una ben altra ricerca, quella dell’identità di un paese che fornisce, in definitiva, l’identità pure ai suoi abitanti, nonché ai suoi portavoce, gli scrittori stessi.
Presidente Marcos
      “Ilustrado” è un romanzo a strati, è un romanzo pirotecnico che non cessa di stupirci ad ogni nuova esplosione di creatività. Ci sono tanti romanzi dentro “Ilustrado”, come se uno solo non offrisse sufficienti possibilità per esplorare la realtà variegata e complessa di centocinquanta anni di storia delle Filippine. L’arcipelago fu colonizzato dagli spagnoli, passò sotto il dominio degli Stati Uniti nel 1898,  fu occupato dai giapponesi dopo l’attacco a Pearl Harbour, e diventò indipendente, infine, nel 1946. Dopodiché ci furono ancora anni travagliati che culminarono con la dittatura di Marcos e l’assassinio del leader dell’opposizione Benigno Aquino. Il paese odierno, come appare nel romanzo di Syjuco, è un luogo in cui i molto ricchi hanno a disposizione autisti, vivono in belle case con giardini e mandano a studiare i figli all’estero (e se sono ricchi non sono di certo onesti), mentre la capitale che ha la pretesa di voler uguagliare le grandi città occidentali nasconde uno squallore senza pari: bisogna essere disperati per rubare la copertura di ferro dei tombini nelle strade, così che un malcapitato può essere risucchiato nelle fogne. Si guarda all’America, si imita l’America, persino la lingua nazionale, il tagalog, sta scomparendo nelle Filippine, soppiantata dall’inglese. Lo scrittore Syjuco, come il suo mentore Crispin Salvador, si chiede se possa essere considerato filippino uno scrittore che impiega l’inglese nelle sue opere.
Benigno Aquino jr.
      Crispin Salvador- e diventa sempre più chiaro proseguendo la lettura- è il doppio di Miguel Syjuco, che ne sta scrivendo la biografia. D’altra parte Crispin aveva già scritto una sorta di sua autobiografia in un’opera intitolata “Autoplagiario”, di cui leggiamo degli stralci, uno dei tanti romanzi dentro “Ilustrado” (che non è la biografia di Salvador, si badi bene). Gli altri romanzi di cui leggiamo frammenti sono un potpourri della vastissima produzione di Crispin Salvador (da libri di avventura per ragazzi a noir, dal genere fantasy ad altri molto rivelatori sulla sua vita), ma ci sono anche articoli di giornale con interviste allo scrittore, il blog di un critico letterario con l’aggiunta di varî post, e ci sono pure filoni diversi nella narrativa che ci parla di Syjuco stesso, lo studente ricercatore che è lui e che parte per le Filippine ‘in cerca di Salvador’ (in uno degli estratti appare un personaggio di nome Pozzo, che è il nome di uno dei due vagabondi in “Aspettando Godot”: ci sarebbe parecchio da dire sulla simbologia dei nomi). Ci sono pagine in corsivo che parlano del suo viaggio in aereo (a volte leggiamo una duplice versione di qualcosa, una raccontata in prima persona e una in terza), ci sono i ricordi d’infanzia di lui e dei cinque fratelli rimasti orfani dopo l’attentato in cui persero la vita i loro genitori, dell’esilio in Canada e del nonno che ritornò nelle Filippine per ricacciarsi nella politica, la relazione appena finita con una ragazza americana, quella precedente da cui era nata una bambina (anche Crispin aveva avuto una figlia).
Manila
     La linea di separazione tra Miguel e Crispin si fa sempre più sottile: una conoscente di Salvador con cui Miguel va a parlare si sbaglia e lo chiama ‘Crspinito’, le ultime pagine del libro- che pensiamo siano di Miguel- sono firmate da Crispin Salvador in viaggio per Manila e contengono una rivelazione finale: “E con questa storia di possibilità, intrecciata alle possibilità della finzione, ho intessuto la mia vita non vissuta”.

     Vincitore di parecchi premi, “Ilustrado” (gli ilustrados erano l’élite nelle Filippine spagnole, in seguito avrebbero promosso il nazionalismo) è un bellissimo romanzo che colpisce per la ricchezza dell’immaginazione- persino nei dettagli delle note a pie’ pagina, tutte assolutamente fittizie-, per la perfezione dell’architettura, per la vastità del quadro. Un libro che non si dimentica. Da leggere.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net




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