lunedì 21 marzo 2016

Dan Turèll, “Assassinio di marzo” ed. 2016

                                                     Vento del Nord
     cento sfumature di giallo
     FRESCO DI LETTURA


Dan Turèll, “Assassinio di marzo”
Ed. Iperborea, trad. Maria Valeria D’Avino, pagg. 262, Euro 17,00


     “Assassinio di marzo”, ovvero assassinii in due giorni, perché la trama di questo serratissimo thriller dello scrittore danese Dan Turèll si svolge in due soli giorni all’inizio del mese di marzo a Copenhagen, con protagonista il giornalista senza nome di tutta una serie di dodici romanzi di cui “Assassinio di lunedì” è già stato pubblicato dalla stessa casa editrice. Il nostro giornalista sta attraversando un periodo di euforia- il suo rapporto con la fidanzata Gitte (avvocato) sembra essere consolidato e, dopo qualche incertezza, lei ha deciso di portare avanti la gravidanza: avrà un figlio il giornalista un po’ squinternato, amante delle soste nei bar (con consumazione di alcolici, naturalmente), con la propensione strana ad imbattersi in cadaveri e cacciarsi in situazioni pericolose. Che però possono assicurargli uno scoop per il giornale per cui scrive.

     Tutto incomincia con una lettera anonima arrivata al giornale, per l’appunto, in risposta alla campagna pubblicitaria ‘Ditelo al Bladet’- una sola frase di domanda: Dov’è Eric Liljencrone? Basta conoscere un poco il giornalista narratore per sapere già che cosa farà dopo aver raccolto qualche informazione: si introdurrà in casa del suddetto Eric Liljencrone e lo troverà morto, con un coltello piantato nella schiena. E mentre si trova lì, insieme all’ispettore di polizia e un agente, entra in casa (con il suo paio di chiavi) la sorella del morto, una donna volitiva e con gran sangue freddo, un tipo che ci fa venire in mente Crudelia Demon. Eric Liljencrone era un mercante d’arte ed infatti dei quadri di gran valore sono appesi alle pareti del suo soggiorno- tra questi un Léger e un Pollock su cui si soffermano gli occhi del giornalista, tanto che sarà in grado di affermare, più tardi, quando ormai sono stati rubati, che si trattava proprio di quei due.
    Nei due giorni di azione altre due morti si susseguono a distanza ravvicinata- è evidente che le persone assassinate debbano avere qualcosa a che fare con Liljencrone. E il giornalista stesso potrebbe rimetterci la vita se non avesse i riflessi pronti. Dai quartieri alti di Copenhagen (le osservazioni e le descrizioni del narratore sono sempre pungenti e divertenti) alle stradine a luci rosse, da case firmate da architetti a night club per soli uomini- sono gli anni ‘80 e il ‘coming out’ non era ancora così frequente, delle tendenze omosessuali si parla con guardinga cautela, si rispetta la privacy di parenti, amici e conoscenti. Arriverà un altro messaggio anonimo al Bladet per dare una spinta decisiva alle indagini e fino a che punto è coinvolta la sosia di Crudelia Demon?

     Se dovessi definire con un solo aggettivo il romanzo di Dan Turèll, direi che è divertente. E che, leggendolo, si ha l’impressione che lo scrittore stesso si sia divertito a scriverlo. E che non escluderei che anche Dan Turèll avesse bevuto qualche buon bicchiere mentre scriveva. Perché è frizzante, su di giri al punto giusto, non impegnato (come è invece la tendenza della letteratura di indagine di oggi). “Assassinio di marzo” è un ‘intrattenimento’, come lo avrebbe descritto Graham Greene.




    

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